Politik | Sanità

21 milioni per le visite convenzionate

Kofler fa un bilancio dei primi 365 giorni alla guida dell'Asl. Solo per gli esami radiologici in un anno la spesa è passata da 4,5 a 6,1 milioni. "Liste d'attesa? Qualche miglioramento per le visite prioritarie lo abbiamo avuto. Lavoriamo sulla prevenzione".
christian kofler azienda sanitaria
Foto: Azienda sanitaria dell'Alto Adige
  • A differenza di altri dirigenti pubblici Christian Kofler non ama i riflettori. Sono già passati 365 giorni dal suo insediamento alla guida dell'Azienda sanitaria dell'Alto Adige ma le uscite pubbliche sono state pochissime e così le interviste. Certo, è stato chiamato a risollevare le sorti dell’Asl dopo l’uscita di scena di Florian Zerzer senza aver ricoperto ruoli di primissimo piano e come "antidoto" (era l'unico ad avere i requisiti) per scongiurare lo sgraditissimo (e francamente impossibile) ritorno di Thomas Schael. E quindi un anno fa il dirigente sarentinese si è trovato davanti l'Everest, praticamente. Ed infatti si è detto egli stesso "sorpreso dalla complessità del compito". Dopo un anno da "mediano", alla scadenza del compleanno, ha deciso di organizzare una colazione con i media.

    Dopo una quarantina di minuti di monologo Kofler è arrivato al nodo del quale tutti i cronisti volevano sentir parlare, ovvero sia la questione liste d’attesa. E il dirigente non ha voluto indorare la pillola, ammettendo che l’azienda è in difficoltà, e parlando di “qualche leggero miglioramento solo per le visite prioritarie” e aggiungendo inoltre che c’è ancora molto da fare per le liste non prioritarie. “Secondo quanto emerge – dice Kofler - Il 20-30 % delle visite non è appropriato e su questo bisogna fare un lavoro sia con i medici di base e anche ospedalieri, e poi, ad esempio, nel giro di pochi anni le colonscopie e le visite dermatologiche sono aumentate del 25 %. Non è facile reagire quando una diagnostica aumenta in modo considerevole in poco tempo. Per quanto riguarda le risonanze magnetiche il personale fa tutto il possibile, ma per stare al ritmo dovremmo avere 11 medici radiologhi in più”.

    Un dato significativo: solo nell’ambito della radiologia (radiografia e risonanze magnetiche) l’Azienda sanitaria nel 2024 ha speso 6,124 milioni di euro di convenzioni con i privati contro i 4,54 milioni del 2023. Un aumento enorme, che è destinato a crescere ulteriormente nel 2025.  Complessivamente, per radiologia e visite specialistiche in convenzione la spesa nel 2024 è stata di 21 milioni. 

  • Christian Kofler e Lukas Raffl: , direttore generale e addetto alle relazioni esterne dell'Asl Foto: Azienda sanitaria dell'Alto Adige
  • Kofler ha poi illustrato i progetti avviati lo scorso anno. “Uno di questi – ha spiegato - è l'assistenza territoriale di prossimità. L'espansione dell’offerta ambulatoriale e di telemedicina saranno essenziali per garantire un'assistenza sanitaria efficiente e vicina alle/ai cittadini. “Qui dobbiamo cercare e trovare nuove soluzioni”, ha affermato Kofler.

    Un altro punto importante è la digitalizzazione. “Questa non dovrebbe essere un ostacolo, ma uno strumento di aiuto sia per le/i pazienti che per le collaboratrici e i collaboratori. Progetti come il Fascicolo Sanitario Elettronico, sono componenti centrali di questo sviluppo. L'anno prossimo sarà completata l'introduzione di un sistema informatico unico per tutta l'Azienda sanitaria dell'Alto Adige”, ha spiegato Kofler. Ci sono voluti letteralmente tempi biblici per arrivarci (l’Azienda è diventata unica nel 2007) ma sembra dunque quasi fatta. 

    L'appropriatezza prescrittiva per le liste d’attesa, come detto, è una leva importante su cui occorre lavorare, ma Kofler ha sottolineato in particolare gli  sforzi da fare nella prevenzione e della consapevolezza verso la salute. In considerazione del crescente numero di malattie croniche, la popolazione deve essere sensibilizzata maggiormente alla prevenzione, poiché le misure preventive potrebbero alleviare il Sistema Sanitario a lungo termine. “Già oggi – ha detto – oltre il 31% della popolazione soffre di una malattia cronica e il 76% della spesa sanitaria viene utilizzata per i malati cronici. Confidiamo di migliorare ulteriormente l’assistenza con l’arrivo delle Case di Comunità e Ospedali di Comunità”.

    In conclusione Kofler ha sottolineato che a fronte di un bilancio complessivo di 8 miliardi “la spesa sanitaria è a quota 1,8 miliardi, che sono tanti soldi, è vero. Però va osservato che rappresenta il 7% del PIL, mentre in Germania, per fare un raffronto, arriva al 9-10% e negli Stati Uniti al 17%”.  Quindi, in sintesi, non sorprendiamoci troppo se arrivano "correzioni" di bilancio da 30-40 milioni. Un nulla, rispetto a una spesa che si avvicina ai 2 miliardi. 

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Josef Fulterer Fr., 14.03.2025 - 05:09

War die Zulassung der besser als im restlichen Italien bezahlten Primare, "für Privat-Visiten in den Strukturen der Sanitäts-Einheit, wirklich un-ab-wend-bar ...???"

Fr., 14.03.2025 - 05:09 Permalink
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Günther Alois … Di., 18.03.2025 - 09:18

Herr Kofler,Wartelisten bis zu einem J A H R ,für eine Visite,die nur in einem der Krankenhäuser gemacht werden darf,nicht mal eine Privatklinik,abgesehen unvollständig würde sie um die 450 bis 500 Euro kosten,weit habt ihr es gebracht!!!

Di., 18.03.2025 - 09:18 Permalink
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Simonetta Lucchi Di., 18.03.2025 - 11:43

Si aumentano le visite e gli esami perché non c'è coordinamento tra ospedali e ospedali e medici di base: succede di essere rimandati dagli uni e dagli altri in un rimpallo di responsabilità. Così occorre alle volte ripetere due volte gli stessi esami. Il paziente è in mezzo a tutto questo e paga e ripaga, perché le visite non sono gratis, neanche nel pubblico.

Di., 18.03.2025 - 11:43 Permalink
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Oliver Hopfgartner Di., 18.03.2025 - 12:23

Antwort auf von Simonetta Lucchi

Ein guter Punkt. Ich schätze mindestens 20% der Facharztvisiten würden sich vermeiden lassen, wenn man die Kommunikationskanäle zwischen Fachärzten und Allgemeinmedizinern verbessern würde. Als Allgemeinmediziner gibt es oft Detailfragen, für die man gerne eine fachärztliche Meinung hätte, für die aber eine eigene Visite unverhältnismäßig aufwendig wäre.

Die Gemeinschaftshäuser könnten auch eine Entlastung sein, allerdings befürchte ich, dass sie in der aktuellen Konzeption (24/7 Öffnungszeiten, geografisch in Städten geplant, die ohnehin auch Krankenhäuser haben) eher zu Parallelstrukturen mit wenig Mehrwert verkommen könnten.

Besser wäre es, Gemeinschaftshäuser auf ein Patientengut zu spezialisieren, das für den klassischen Südtiroler Allgemeinmediziner sehr aufwendig, aber für ein Krankenhaus zu trivial ist. Die Überlastung des Gesundheitswesens und der Krankenhäuser entsteht nicht durch die Schnittverletzung, die um 2 in der Früh in der Ambulanz aufschlägt, sondern durch die zunehmende Menge von chronisch Kranken mit mehreren Diagnosen, deren Behandlung mit der Zeit kompliziert wird.

Wenn die Gemeinschaftshäuser diese Leute abfangen, kann sich das Krankenhaus wieder mehr auf die Akutversorgung von Notfällen und die Erbringung hochspezialisierter Therapien fokussieren.

Di., 18.03.2025 - 12:23 Permalink