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Caso Pechlaner, la Provincia fa ricorso

Giunta e Consiglio impugnano la sentenza del Tribunale del lavoro a favore della dirigente, risarcita con 240mila euro per la mancata nomina a Segretaria generale del Consiglio provinciale. L'avvocato di Pechlaner: "Sentenza argomentata molto bene".
Irene Pechlaner
Foto: LPA/Fabio Brucculeri
  • Una recente decisione del Tribunale del lavoro di Bolzano ha acceso forte critica politica e giuridica attorno alla selezione del Segretario generale del Consiglio provinciale altoatesino. Il 26 settembre, il Tribunale ha riconosciuto un risarcimento di 240.000 euro alla candidata che si era classificata seconda, Irene Pechlaner, rigettando di fatto la nomina di Florian Zelger come Segretario generale avvenuta lo scorso anno.

    La Giunta provinciale e il Consiglio provinciale hanno immediatamente annunciato il ricorso in appello, contestando soprattutto la motivazione del Tribunale secondo cui una modifica normativa del 2023, voluta dal Consiglio per regolare questo specifico caso, non avrebbe rilievo rispetto alla procedura selettiva. Secondo il testo introdotto nel 2023, due incarichi consecutivi di dirigenza (con valutazione positiva) dovrebbero comportare un inquadramento d’ufficio nel “ruolo unico della dirigenza”. Proprio questa previsione è stata considerata irrilevante dal Tribunale, cosa che la Giunta e il Consiglio ritengono “non comprensibile”.

    In una nota ufficiale, gli organi provinciali dichiarano che la modifica normativa era stata formulata appositamente per il Consiglio provinciale, “una realtà piccola rispetto alla Provincia”, con l’obiettivo di ampliare la partecipazione e aumentare il numero di candidati idonei. Contestano anche altri aspetti del procedimento selettivo che – a loro dire – non hanno ricevuto adeguata valutazione nella sentenza.

  • "Quattro volte torto"

    Contattato da SALTO, l’avvocato di Pechlaner Daniele Simonato commenta la sentenza della giudice Eliana Marchesini sottolineando come sia “di oltre 60 pagine interessante e molto argomentata” ed elencando quattro motivi per i quali è stato riconosciuto il diritto al risarcimento di oltre 240 mila euro da perdita di chance. “Il primo motivo è che chi ha vinto la selezione, cioè Florian Zelger, non aveva i requisiti minimi, cioè l'iscrizione al ruolo di prima fascia come dirigente, perché iscritto sulla base di una norma transitoria, una norma speciale che prevedeva un requisito minimo di otto anni quale dirigente in Consiglio. Requisito che, secondo noi e secondo la sentenza, Zelger non aveva al momento dell’entrata in vigore della legge numero 6 del 2022, seppur per pochi mesi, quindi non poteva essere iscritto”. 

    Il secondo argomento è che "Zelger ha depositato un curriculum mendace dato che aveva affermato di essere stato per sette anni direttore di una ripartizione nel comune di Appiano, mentre gli unici comuni in Alto Adige che hanno ripartizioni sono Bolzano e Merano", dice Simonato. Che elenca poi il terzo: Zelger era al suo terzo mandato in quella posizione, mentre la legge italiana dice che è obbligatoria la rotazione per i dirigenti, ovvero non più di due mandati. Il legislatore nazionale, continua l'avvocato, dice che è meglio avere un dirigente che non ha esperienza specifica piuttosto di uno che ne ha troppa e che potrebbe approfittare di questa esperienza e delle contiguità: il rischio che possa quindi approfittare di certe relazioni è concreto. "Si tratta di una norma anticorruzione fondamentalmente, infatti si trova nella legge sulla corruzione. Questa rotazione non è stata applicata: per il giudice doveva invece essere applicata e il bando non dice perché non avrebbe dovuto”.

    Simonato conclude descrivendo il quarto argomento della sentenza: la motivazione apparente. “Il Consiglio dice 'nomino Zelger perché va bene', ma non spiega perché il curriculum di Pechlaner non era altrettanto valido e importante, e non c'è una comparazione analitica, specifica tra i due curricula. Questa mancanza nella motivazione la rende impugnabile”.

    Quattro motivazioni che offrono, sempre secondo l'avvocato di Pechlaner, una certa sicurezza in vista del ricorso. "La dottoressa Marchesini poteva fermarsi alla prima motivazione, ma ha detto quattro volte 'vi do torto', quando a noi ne bastava una per avere il risarcimento del danno.” Ora la causa andrà alla Corte d’appello a Bolzano. Qualunque sia l'esito entrambe le parti ricorreranno in Cassazione, secondo Simonato, che vede quindi la causa arrivare fino al terzo grado di giudizio. Intanto l'avvocato procederà con l'esecuzione, salvo che la Corte d'appello – su richiesta specifica - non la sospenda.