Il giullare compie il suo dovere
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Ci sono persone che arrivano e non se ne vanno più. Entrano in una stanza e la lasciano, ma in qualche modo restano. Sono come un profumo che non hai ordinato ma che rimane nell’aria anche quando l’ospite se n’è andato da tempo. Così è Donald Trump. È tenace. È già stato sconfitto una volta, ma eccolo di nuovo. È come un odore dolciastro e pungente che si rifiuta di svanire.
Dopo l’assalto al Campidoglio, dopo l’umiliazione della fine grottesca di una presidenza grottesca, si sperava che la storia ritrovasse il suo ordine. Ma – come ormai sappiamo – la storia non ha alcun senso dell’ordine. Ha solo una memoria. E talvolta un cattivo umore.
Donald Trump è quindi tornato. È presente più che mai. È il centro della nostra attenzione collettiva. Domina le nostre conversazioni, le nostre paure.
Cosa ci affascina così tanto di lui? È la sua primitività? La sua natura istintiva? Donald Trump non è un politico, è un uomo d’istinto. Un fenomeno naturale che prende in prestito le sembianze di un uomo. Parla come altri tossiscono – involontariamente, ma con forza.
Trump parla una lingua che tutti capiamo: la lingua degli offesi. Dà voce a chi si sente ignorato. La sua indignazione costa meno della speranza. Vende le sue offese costanti come verità e le chiama autenticità. E il pubblico anela all’autenticità – soprattutto quando è così falsa come quella di Trump.
Perché in realtà Donald Trump è lo specchio in cui continuiamo a guardarci. E uno specchio, lo sappiamo, raramente è gentile. Ci mostra cosa succede quando la politica diventa intrattenimento, e l’intrattenimento diventa politica. Quando il pubblico assalta il palcoscenico e il Campidoglio diventa scena teatrale. Allora l’applauso diventa più importante dell’argomento.
Donald Trump è figlio di un mondo in cui la realtà è diventata negoziabile, in cui la verità è solo un concetto nostalgico. Un mondo in cui opinione e fatto hanno lo stesso valore.
Un giornalista americano ha descritto Trump così: “È così onesto nella sua disonestà.” Forse è questa la formula del nostro tempo. Si può dire tutto, purché si sorrida. Si può fare qualsiasi cosa, purché serva all’intrattenimento. E se si viene smascherati come bugiardi, basta gridare: “Fake news!” – così forte da coprire ogni altra voce. E il pubblico applaude. Non perché creda al bugiardo, ma perché ha capito il trucco. Applaude come un bambino felice dei suoi primi passi da solo.
Ma la storia non è così stupida come si pensa. Non dimentica. E perdona solo chi la ricorda. Perciò Trump non resterà per sempre. Ma il suo eco risuonerà ancora a lungo – tra i deboli che lo Stato non sostiene più, tra i cosiddetti “diversi” che vengono espulsi a decine, in questa strana stanchezza che ci prende dopo aver troppo a lungo sopportato il rumore del presente.
A volte si pensa che Trump, in realtà, non abbia distrutto nulla. Ha solo messo a nudo ciò che era già fragile: una politica senza visione, un’opinione pubblica che confonde l’attenzione con il significato, e noi spettatori, che preferiamo essere intrattenuti piuttosto che istruiti.
Forse – ed è il pensiero più amaro – Donald Trump è semplicemente il giullare di corte che ci porge lo specchio. E ciò che vi vediamo riflesso non ci piace.
Donald Trump se ne andrà. Prima o poi. E ci lascerà un compito: reimparare a distinguere tra rumore e verità, tra carisma e carattere, tra chi parla e ciò che dovrebbe essere detto. E se riusciremo in questo, allora tutta la follia intorno a Donald Trump non sarà stata vana. Il giullare avrà assolto al suo compito: come monito, come presagio, come ogni brutto sogno da cui finalmente ci si sveglia sudati e si pensa: “Mai più uno come Donald Trump.”
 
TRUMP,é un criminale,pazzo,…
TRUMP,é un criminale,pazzo, e adesso adirittura malato di mente ,senile e ignorante! Tutto detto!Her Gassner,bin voll ihrer Meinung,schönen Tag.
Ciò che verrà dopo di lui…
Ciò che verrà dopo di lui sarà peggiore di lui: freddo, calcolatore, autoritario e antidemocratico. Spinto dall’avidità degli sponsor.
Al giullare seguirà il re — il burattino di Thiel & Co.
Antwort auf Ciò che verrà dopo di lui… von Markus Lobis
Stimmt,Thiel ist noch…
Stimmt,Thiel ist noch schlimmer,inklusiv Musk,J.D.VANCE,und Co Republikaner.
Invece che pensare agli…
Invece che pensare agli altri sarebbe meglio pensare ai nostri, per esempio alla von der Leyen (che con Trump ha in comune il/la parrucchiere), totalmente incapace di fare gli interessi del popolo europeo ma bravissima a portare avanti le agende delle varie lobby e a inchinarsi davanti a Trump & Co. L'Europa conta meno di zero a livello planetario e l'economia sta andando lentamente a rotoli. E dare la colpa agli altri è troppo facile!!