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Il bilancio dello status quo

Secondo Kompatscher il Sudtirolo “fa il pieno” grazie all’Autonomia: più soldi a famiglie e salute, affanno su personale sanitario e fuga dei cervelli, orgoglio Olimpiadi e Klimaland. Ma sul plurilinguismo non si cambia linea.
Arno Kompatscher
Foto: USP/Fabio Bruccoleri
  • C’è ancora molto da fare”. Leggendo una relazione di 33 pagine, “frutto di un lavoro corale della Giunta altoatesina”, il Landeshauptmann Arno Kompatscher ha presentato oggi in Consiglio provinciale un bilancio 2026 che, nelle sue intenzioni, deve tenere insieme tre parole chiave: autonomia, giustizia sociale e sostenibilità. Più un elenco di soddisfazioni e obiettivi raggiunti che di visioni o trasformazioni future, in realtà, ma sullo sfondo restano alcune criticità strutturali che lo stesso presidente ammette: carenza di personale nel sistema sanitario, misure sociali che non raggiungono tutti i destinatari, emergenza abitativa solo in parte affrontata, la crescente concorrenza salariale con Oltrebrennero. L’intervento del Presidente della Provincia non ha perciò puntato su un filo rosso ben definito, bensì ha sottolineato con la penna rossa i capitoli fondamentali del suo ultimo mandato di governo provinciale.

  • Nove miliardi e 0,7% di crescita

    Per il 2026 la Provincia autonoma avrà a disposizione 8,76 miliardi di euro, 626 milioni in più rispetto all’anno precedente. Un “bilancio solido”, rivendica Kompatscher, che permette sia di garantire tutti i servizi pubblici essenziali sia di definire nuove priorità per rendere, a detta del governatore, “più equa e sostenibile” la società altoatesina. Il messaggio di fondo è chiaro benché non nuovo: senza Autonomia questo bilancio non esisterebbe. Kompatscher ricorda il “Patto di garanzia” del 2014, grazie al quale il 90% del gettito fiscale resta in provincia. Sul piano istituzionale, Kompatscher insiste sulla riforma dell’autonomia in sei punti: recupero di competenze “perse” (urbanistica, personale, lavori e servizi pubblici), acquisizione di nuove competenze esclusive (ambiente, fauna selvatica, commercio), alleggerimento dei vincoli legislativi statali e – soprattutto – la clausola di garanzia che “impedisce di ridurre il livello di autonomia senza il voto favorevole dei due Consigli provinciali e del Consiglio regionale”, con l’auspicio più volte ribadito di una sorta di “blindatura” costituzionale.

  • Foto: SALTO/Val
  • Anche sul versante macroeconomico il quadro è positivo: nel 2025 si stima un +0,7% per il PIL dell’Alto Adige, ancora una volta leggermente sopra la media italiana e nettamente meglio dei paesi di lingua tedesca dati in recessione nel 2024 (Austria al -1% e Germania al -0,5%). In termini di PIL pro capite, il Sudtirolo si colloca al tredicesimo posto tra le regioni europee di livello NUTS-3, vicina a grandi aree metropolitane come Lussemburgo, Praga o l’Île-de-France. Ma il Landeshauptmann riconosce che il PIL “non basta a descrivere come si vive realmente in Alto Adige” sebbene l’indicatore di rischio povertà o esclusione sociale sia al 6,6%, il dato più basso d’Europa.

  • Sociale e sanità, luci e ombre

    Uno degli interventi-bandiera è il nuovo sussidio provinciale per gli over 65 a basso reddito, che sarà erogato per la prima volta nel dicembre 2025. L’obiettivo è garantire a chi riceve pensioni minime o ridotte una somma mensile complessiva di mille euro lordi, tramite un’integrazione corrisposta automaticamente dall’INPS. "Non vogliamo ridurre il Pflegegeld", ribadisce Kompatscher, che spiega come all’inizio l’amministrazione provinciale avesse stimato in circa 16mila i potenziali beneficiari. Alla scadenza di settembre, però, le domande sono state solo circa tremila. Un dato che Kompatscher definisce lui stesso sorprendente e che rivela un problema: da un lato significa che molti anziani superano le soglie ISEE previste, dall’altro che fasce deboli rischiano di restare escluse – per mancanza d’informazione, difficoltà burocratiche o requisiti troppo restrittivi.

    Altri capitoli sono il sostegno alla famiglia (80 milioni in aiuti con nuovi parametri ISEE) e la tutela della salute (2 miliardi di euro “per affrontare le sfide del cambiamento demografico”). La conciliazione lavoro-famiglia è il tassello su cui insiste Kompatscher: nel bilancio 2026 sono previsti 35 milioni di euro per i servizi alla prima infanzia. Nel 2024 quasi 6.000 bambini tra 3 mesi e 3 anni sono stati accolti nei nidi; sono state aperte 12 nuove microstrutture lo scorso anno e altre 5 nel 2025.

    Il nodo vero, però, è il personale nella sanità. Kompatscher riconosce che i tempi delle liste di attesa in alcuni ambiti sono “ancora troppo lunghi” e che la carenza di personale sanitario non sarà risolta nel breve periodo. Nonostante questo, il Landeshauptmann rivendica alcuni progressi: settimana lavorativa di 36 ore a parità di stipendio, possibilità di turni aggiuntivi e primi effetti sull’attrattività – ma non abbastanza rispetto al fabbisogno. I posti infermieristici occupati nell’Azienda sanitaria sono passati da 2.483 nel 2015 a 2.845 nel 2020, fino agli attuali 2.908 mentre gli operatori sociosanitari da 518 a 583, oggi 640. Restano comunque oltre 130 posti infermieristici vacanti. Sul fronte formazione, il “Taschengeld” aumentato ha riportato a 115 le nuove iscrizioni al corso di laurea in infermieristica (record storico), è partito il corso di laurea in Medicina a Bolzano e sono 214 gli specializzandi secondo il modello austriaco, più 24 secondo il modello italiano.

  • Foto: Südtiroler Landtag/Werth
  • La Wohnbaureform, approvata quest’anno, si muove su tre fronti: sostegni economici più mirati, semplificazione delle procedure e aumento dell’offerta di alloggi per residenti. Uno degli obiettivi principali è limitare gli affitti turistici a breve termine introducendo regole più severe con lo scopo di liberare alloggi per l’affitto a lungo termine: obbligo d’iscrizione al registro imprese (o equivalenti) per chi affitta appartamenti per vacanze e requisito di qualificazione professionale – ma anche revisione del sistema di assegnazione dei posti letto per gli affittacamere privati, con l’obiettivo di favorire gli affittacamere “tradizionali” che affittano stanze nella propria casa, e non grandi immobiliaristi (limite massimo di otto appartamenti per locatore nello stesso Comune). Su questo terreno però, afferma Kompatscher, “il compromesso con Roma ha già indebolito la versione originaria della legge”. Alcune restrizioni – come l’obbligo di residenza allo stesso indirizzo degli alloggi affittati – sono state attenuate per evitare l’impugnazione davanti alla Corte costituzionale.

  • Emergenza “brain drain”

    Nel pubblico impiego, la Provincia ha firmato accordi con i sindacati che prevedono il pagamento dell’indennità di inflazione per il triennio 2022–2024 e un adeguamento strutturale: per il bilancio significa 250 milioni di euro all’anno. In busta paga, dal 1° gennaio 2025, si parla di aumenti mensili tra 280 e 395 euro lordi a seconda della qualifica. Per il solo 2026 la spesa per il personale di Provincia, scuole statali e insegnanti delle scuole provinciali ammonta a 1,54 miliardi di euro, cifra che non include i 110 milioni destinati a un ulteriore aumento “reale” delle retribuzioni del personale docente, ricorda ancora Kompatscher, che mette sul tavolo 330 milioni di euro in tre anni per misure economiche e organizzative: 100 milioni l’anno per aumenti retributivi di insegnanti e collaboratori pedagogici, 10 milioni l’anno per indennità legate a responsabilità aggiuntive.

    Ma, nonostante la quasi piena occupazione (tasso di disoccupazione all’1,6%), il problema è il “brain drain”: ogni anno circa 800 altoatesini in più vanno a lavorare in Austria, Svizzera e Germania rispetto a quanti rientrano. La Giunta annuncia un milione di euro aggiuntivo all’anno per le politiche attive del lavoro e l’incarico a IDM e ad altri attori di sviluppare strategie di “brain gain”, per riportare e attrarre lavoratori qualificati.

  • Il nodo plurilinguismo

    Da questo punto di vista, il plurilinguismo sembra un’opportunità mancata in provincia ma sfruttata altrove. Qui, ribadisce Arno Kompatscher leggendo un ampio stralcio del programma di governo, “abbiamo scelto, nel pieno rispetto dell'articolo 19 dello Statuto di autonomia, un modello educativo differenziato”. “La scuola in lingua tedesca è il pilastro centrale per la protezione e il sostegno della minoranza di lingua tedesca” – ha affermato il governatore leggendo il programma – “l'apprendimento di altre lingue dovrebbe avvenire all'interno di questo quadro, non è prevista l'istituzione di classi bilingui. Per la scuola italiana, il modello bi- e plurilingue può essere offerto mantenendo il diritto all'insegnamento della lingua madre”, mentre nella scuola ladina “l'attenzione si concentra sul rafforzamento della lingua madre ladina”, integrando “la didattica multilingue nelle lingue di insegnamento”. In altre parole, non si immaginano molti margini di cambiamento.

  • Foto: Südtiroler Landtag/Werth
  • Per questo Kompatscher dice “no a discriminazioni e segregazione”, ma “sì alla formazione delle classi e all’assegnazione delle risorse tenendo in considerazione il livello linguistico individuale, da rilevarsi preliminarmente”: “Vogliamo e dobbiamo creare le condizioni per consentire un insegnamento differenziato, sia individuale sia in gruppi, che risponda ai bisogni educativi e al rendimento scolastico di ciascuno. E ciò vale sia durante le normali ore di lezione sia per le offerte formative aggiuntive, per le quali, in determinati casi, dovrà essere previsto l'obbligo di frequenza”. Che per farlo servano maggiori risorse e più personale appositamente formato “ci è assolutamente chiaro”, sottolinea il LH. La rilevazione delle conoscenze linguistiche durante la scuola dell'infanzia a frequenza obbligatoria “mira inoltre ad aiutare i genitori a scegliere la scuola a cui iscrivere il proprio figlio o la propria figlia sulla base di osservazioni oggettive e in piena consapevolezza delle misure accompagnatorie eventualmente necessarie nonché dei propri obblighi genitoriali di sostegno dei figli”.

  • Olimpiadi & Pumpspeicherkraftwerk, again

    Un ampio capitolo della relazione è dedicata alla sostenibilità ambientale ed energetica, ovvero il Klimaland ampiamente sbandierato in questi anni da Kompatscher. Per il settore energia e ambiente il bilancio 2026 prevede 65,2 milioni di euro, di cui 47,5 milioni per efficienza energetica e rinnovabili. Nel 2024 sono stati installati 17.780 nuovi impianti fotovoltaici, soprattutto nel settore residenziale. Gli incentivi mirano soprattutto al riscaldamento, responsabile del 17% delle emissioni di gas serra provinciali – ma il trasporto ne genera il 44% –: sostituzione di vecchi impianti a legna, promozione di pompe di calore abbinate al fotovoltaico, più fondi per risanamento energetico anche degli edifici provinciali. Il progetto “Building Renovation Plus” mette a disposizione 55 milioni di euro per ridurre di 36.000 tonnellate le emissioni degli edifici provinciali.

    Anche la centrale di pompaggio in val d’Ultimo è presentata come tassello chiave per la sicurezza energetica e lo stoccaggio di energia rinnovabile. Kompatscher ribadisce il sostegno al progetto, ma rimanda la decisione alla popolazione, che sarà chiamata a esprimersi in un referendum nel 2026: “Ci atterremo in ogni caso all’esito”, promette, pur auspicando un sì – e appellandosi all’opposizione in Consiglio: “Speriamo che molti ci sostengano nel convincere la popolazione locale”.

  • Foto: USP/Fabio Bruccoleri
  • Un altro dossier simbolico è quello olimpico. La preparazione delle gare di biathlon ad Anterselva per le Olimpiadi invernali 2026 ha portato investimenti per 63 milioni di euro solo sulla Arena, mentre l’infrastruttura stradale è stata finanziata con 235 milioni e la variante ferroviaria della val di Riga con altri 250 milioni – intanto la linea storica sarà riaperta entro i Giochi olimpici, conferma Kompatscher, presentando l’arrivo della fiamma olimpica come un’opportunità irripetibile di sviluppo e vetrina internazionale per il Sudtirolo. Non manca uno sguardo a Bruxelles: il nuovo “Quadro finanziario pluriennale dell’UE 2028–2034” viene visto con preoccupazione dal Landeshauptmann per la tendenza alla centralizzazione: la fusione di fondi comunitari – come PAC e coesione – in un unico strumento nazionale ridurrebbe gli spazi delle regioni. In chiusura, Kompatscher ricorda che in Alto Adige oltre 200.000 persone – quasi una su tre – sono impegnate nel volontariato. La nuova legge sul Terzo settore, con l’istituzione di un elenco provinciale, dovrebbe semplificare l’accesso a incentivi e sgravi fiscali e ridurre la burocrazia per associazioni e organizzazioni: nel frattempo è arrivato il parere favorevole del ministero sulla norma di attuazione.

    Non essendoci relazioni di minoranza in merito ai disegni di legge, e avendo il presidente della III commissione legislativa Harald Stauder (SVP) rinunciato a leggere la relazione sui lavori in quest’organo, la seduta del Consiglio provinciale viene tolta alle 16. Feierabend, per brindare – con moderazione – al bilancio della stabilità.