Trento, "rossi" vs "neri", la saga continua
Nostalgia del passato. Come se qualcuno si tornasse ad immedesimare in quei documentari che magari Rai storia manda in onda a ora tarda. Eppure ciclicamente ritorna anche a Trento quell'aria da derby, rossi contro neri, piena di retorica e del linguaggio del tempo che fu.
Motivo del contendere questa volta è stato l'organizzazione di una serata in memoria dei 100 anni dalla nascita di Giorgio Almirante, l'”icona” del Msi. Almirante nacque a Salsomaggiore il 27 giugno 1914 e l'aver organizzato la serata il 12 dicembre, la data nella quale vi fu la terribile strage di Piazza Fontana nel 1969, è stato interpretato in parte come una strumentalizzazione a fini propagandistici.
Relatori della serata avrebbero dovuto essere il consigliere regionale Alessandro Urzì, l'ex consigliere Claudio Taverna e l'ex senatore Cristano De Eccher, che visse da protagonista quella cupa fase della storia italiana tra fine anni Sessanta e inizio anni Settanta.
La Sala Rosa della Regione, gettonata per il fatto di venir concessa gratuitamente su richiesta di rappresentanti istituzionali, venne prenotata e concessa quando presidente del Consiglio regionale era ancora Diego Moltrer. Nell'avvicinarsi alla data del 12 dicembre si sono alzati gli appelli dal Centro Sociale Bruno, a Sel, Rifondazione del Trentino, Coordinamento L'Altra Europa con Tsipras, Rete contro i fascismi, Associazione vittime Piazza Fontana per far sì che la sala non venisse concessa per l'appuntamento.
Tanto che alla fine Ugo Rossi (presidente della Regione) e Chiara Avanzo (presidente del Consiglio regionale) per motivi di ordine pubblico hanno revocato l'utilizzo della sala. La manifestazione si è tenuta ugualmente all'interno della sede di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale. E sotto alla Regione si è svolto un presidio antifascista, all'interno del quale c'era anche qualcuno con casco e mazza. Copioni già visti in altre circostanze.
La decisione di non concedere la sala però è indice di una difficoltà, anche da parte delle istituzioni, di riuscire a metabolizzare quel periodo, a contestualizzarlo e superarlo. Riuscire quindi a prendere alla lettera quel principio liberale dell'”essere d'accordo sul non essere d'accordo”. Se il convegno rispettava quanto previsto dalle leggi, perché non autorizzarlo?
Il “no” infatti diventa infatti ottima occasione di pubblicità e veicolo propagandistico. A Roma, come si è visto con le inchieste degli ultimi giorni, “rossi” e “neri” andavano a braccetto negli affari. A Trento, per usare la terminologia dell'epoca, rimangono “extraparlamentari”, litigiosi e divisi. Sia da una parte che dall'altra non riescono ad ottenere una rappresentanza in consiglio provinciale.
Il “no” dell'istituzione ha quindi come effetto un'ulteriore polarizzazione ed una cassa di risonanza maggiore per appunto correnti ideali che non riescono nemmeno ad avere una rappresentanza istituzionale. Almirante aveva intensi rapporti con il Trentino-Alto Adige, ad esempio a Levico Terme veniva abitualmente in vacanza. In queste occasioni però la domanda da farsi più spesso sarebbe: come storicizzare un evento, un ricordo, una memoria, senza che vengano rinfocolate tensioni e anacronistiche contrapposizioni?
Sui giornali locali la vicenda ha avuto rilevanza secondaria, mentre online si possono trovare fiumi di bytes sull'argomento. Ad esempio sul giornale online gestito direttamente da Claudio Taverna, www.trentinolibero.it, su un giornale d'area destrorsa come www.secolo-trentino.com e sul sito antifa www.globalproject.info.
Questa storia è così ridicola
Questa storia è così ridicola che potrebbe accadere anche a Bolzano o a Insbruck...
È così ridicola che mi vien
È così ridicola che mi vien da piangere...
Chi ancora sposa ciecamente delle ideologie estremiste non ha ancora capito una beata fava di come va il mondo, ma vuole solo prevalere sull'altro invece di dialogare.
Va in ogni caso fatta distinzione tra una posizione che mette al centro l'uomo (maschio), individualista, condottiero, eroe per la patria, e l'altra, che pone l'accento sulla società, la collaborazione, il reciproco aiuto, il rispetto dei più deboli e non la loro sopraffazione.