Diversi e sempre più abili.
Applausi entusiastici del pubblico all’ultimo spettacolo della rassegna teatrale “Arte della diversità” a Bolzano. Performance di alto livello da parte di grandi artisti assieme ad artisti “diversamente abili”. La scoperta di un giacimento di creatività, talento, passione, messo a disposizione di tutta la comunità. Non è sempre andata così, nel rapporto tra “normali” e “diversi”. Fino a pochi anni fa, si parlava di minorati psichici, se non addirittura, di subnormali. Molte di queste persone venivano segregate negli appositi Istituti. Poi i familiari, gli operatori ed i “diversi”, si sono ribellati, organizzati ed hanno provocato un profondo cambiamento nella mentalità e nella struttura sociale. Maggiore integrazione nella scuola, nel lavoro con le cooperative sociali, nelle diverse espressioni artistiche. La fine dei manicomi e di altre strutture chiuse a favore dell’integrazione nella società. Un cambiamento straordinario che il nostro Paese e la nostra provincia hanno saputo esprimere nei decenni. Questo è progresso di cui essere orgogliosi. Evviva l’arte della diversità!
Cinque anni fa, quando siamo
Cinque anni fa, quando siamo partiti con questa avventura, avevamo chiaro che sarebbe stata una sfida importante. Oggi ci ritroviamo per la quinta edizione della rassegna Arte della Diversità ed anche quest’anno è un bell’incontro che ci da l’opportunità di riflettere con la profonda leggerezza del teatro e della creatività sulla grande domanda: “chi siamo?”. Nel non facile momento storico in cui viviamo, trovo che dedicare questa edizione al tema dell’identità sia quanto mai azzeccata. La globalizzazione, le difficoltà socio-economiche, i conflitti, le migrazioni, il consumismo, l’individualismo, le nuove tecnologie, le false vie brevi per la felicità ci fanno sentire spesso soli e disorientati nell’affrontare il futuro.
Quello dell’identità è da sempre uno dei percorsi più affascinanti, ma a tratti anche più inquietanti, che non ha mai smesso di meravigliare il pensiero dell’essere umano. Capire se al di sotto dei cambiamenti, delle mutazioni, delle alterazioni che caratterizzano la vita di ognuno di noi ci sia qualcosa che invece resiste, che non si lascia intaccare dal divenire inesorabile a cui siamo esposti, non è solo una curiosità filosofica, ma corrisponde ad una domanda originaria che riguarda l’esistenza di tutti.
L’identità è come se non smettesse mai di realizzarsi, di delinearsi, di acquisire una propria fisionomia nel circolo infinito delle interpretazioni e nel racconto fatto da se stessi ed in quello fatto dagli altri.
Ed è in questa magnifica progressione che possiamo forse capire le nostre possibilità e aspettative per il futuro.
Le artiste e gli artisti dell’Arte della Diversità ci sanno accompagnare in questo eterno percorso con ironia, emozione e bellezza.
Un ringraziamento di cuore a Lebenshilfe, a Teatro La Ribalta ed al Direttore artistico della rassegna Antonio Viganò per il loro infaticabile ed appassionato amore per la Vita.
Patrizia Trincanato