Gesellschaft | Donne

L’invasione barbarica

Oggi Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, fenomeno diffuso anche in Italia. Presunti casi anche in Alto Adige. Stocker: “si faccia informazione”.

Si chiama “infibulazione”, e cioè la rimozione totale o parziale dei genitali femminili – spesso fatte senza anestesia, con coltelli, lame di rasoio, vetri rotti o forbici – ed è una delle pratiche più barbare che si possano infliggere a una donna. Le stime, riportate dall’Organizzazione mondiale della sanità in occasione della Giornata mondiale indetta dall’Onu contro le mutilazioni genitali femminili (Mgf), parlano di 100 milioni di donne e bambine (tra i 4 e i 14 anni) che hanno subito questa violenza, 3 milioni quelle a rischio nei prossimi 10 anni.

Il rito dell’infibulazione vorrebbe segnare il passaggio all’età adulta, più propriamente soggiogare la sessualità della donna con conseguenze non solo psicologiche, ma anche con danni irreversibili per la salute come la formazione di ascessi, calcoli e cisti, infezioni, forti dolori durante il ciclo mestruale e i rapporti sessuali, maggiore vulnerabilità all'infezione da HIV/AIDS, epatite e altre malattie veicolate dal sangue, infertilità, incontinenza, maggiore rischio di mortalità materna per travaglio chiuso o emorragia al momento del parto.

Il fenomeno in sé non riguarda solo l’Africa, il continente dove le Mgf sono più diffuse, ma, da qualche tempo, anche l’Europa specie per via dell’aumento dei flussi migratori; il Parlamento europeo stima che circa 500mila tra donne e ragazze convivano con queste mutilazioni sul nostro territorio, 50mila in Italia.
La Convenzione di Instanbul, il primo trattato a riconoscere l’esistenza della Mgf anche in Europa e dunque lo strumento più completo per contrastare questa pratica, sarà oggetto di discussione stamattina, alle 11.30 presso la sala stampa della Camera dei Deputati, in un incontro promosso dall’Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos).

Anche in Alto Adige, sebbene non ci siano dati certi, si presume che alcune donne abbiano subito l’infibulazione e ci siano bambine che potrebbero subirle; secondo l’ASTAT, l’Istituto provinciale di statistica, una donna su quattro vittima di tale abuso si rivolge a una Casa delle Donne a Bolzano. Motivo per cui strutture come queste sono di strategica importanza così come le campagne di sensibilizzazione e informazione, come sottolineato fermamente dall’assessore provinciale alla sanità, politiche sociali e pari opportunità, Martha Stocker. In prima linea la Ripartizione Sanità della Provincia che evidenzia la necessità di non sottovalutare gli episodi legati alle Mgf e di supportare dal punto di vista clinico le specifiche iniziative proposte per contribuire ad abolire quanto prima questa pratica primitiva e disumana.

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Marco Putti Fr., 06.02.2015 - 12:17

L“infibulazione” è forzata dalle stesse donne in famiglia ..madri ..nonne ecc..
Ho parlato con un uomo ..che mi ha detto che loro sono vittime..non è bello far
l'amore con una donna che non gode anzi soffre.

Fr., 06.02.2015 - 12:17 Permalink