Gesellschaft | La manifestazione si svolge a Bolzano dal 25 aprile al 1 maggio

Festival delle Resistenze per promuovere il tessuto sociale

La terza edizione avrà nuovamente il suo fulcro in piazza Matteotti e vedrà la partecipazione di Estela De Carlotto, Stefano Levi Della Torre, Josef Zoderer, Roberta Dapunt, Concita De Gregorio, Paola Maugeri, Salvatore Settis, Maurizio Scaparro, Anna Sarfatti, Umberto Galimberti, Vito Mancuso e Nando Dalla Chiesa.

Si intitola “tessuto sociale” la terza edizione del Festival delle Resistenze contemporanee che prende il via domani 25 aprile. Fino al primo maggio i partecipanti verranno traghettati dalla manifestazione sulla scia di sette parole chiave intese come maglie del tessuto del nostro vivere civile, connessioni da esplicitare e valorizzare.

Si inizierà nel giorno della Liberazione naturalmente con la “memoria”. La giornata sarà densa di proposte che culmineranno nell’incontro previsto alle ore 21 in piazza Matteotti con Estela De Carlotto, presidente dell’associazione Nonne di Plaza de Mayo, strenua oppositrice della dittatura in Argentina. La De Carlotto sarà accompagnata dallo scrittore argentino Mempo Giardinelli e sarà intervistata dalla giornalista di Radio Rai Cecilia Rinaldini. In mattinata (ore 12.15) la De Carlotto presenzierà anche alle celebrazioni del Comune di Bolzano al muro del lager di via Resia.

Il giorno successivo, 26 aprile, sarà all’insegna della “pluralità” e dedicato alla memoria dell’urbanista e politico Silvano Bassetti e alla sua concezione di città aperta e, appunto, plurale. Per ricordare il suo lavoro si incontreranno in piazza Matteotti alle ore 18.30 alcuni urbanisti e più tardi, alle ore 21, alcuni esponenti del mondo dell’arte e della cultura: Stefano Levi Della Torre, Josef Zoderer e Roberta Dapunt

“Dignità” sarà quindi la parola chiave del terzo giorno del festival, 27 aprile, che vedrà la partecipazione della giornalista e scrittrice Concita De Gregorio, in piazza Matteotti alle ore 21 per presentare il suo libro “Io vi maledico”, dedicato all’Italia che non si rassegna. 

Il 28 aprile, domenica, saranno ospiti in piazza Matteotti la conduttrice televisiva Paola Maugeri (ore 18.30) e Salvatore Settis, uno dei più importanti intellettuali italiani (ore 21). La giornata sarà all’insegna della parola chiave “responsabilità”

Lunedì 29 aprile alle 18.30 sulla scia della parola chiave “cultura” avrà luogo una tavola rotonda coordinata da Stefano Salis, una delle firme più prestigiose del Domenicale del Sole 24 Ore, per riflettere se sia vero che “Con la cultura si mangia”, mentre per le ore 21 è previsto incontro in piazza con Maurizio Scaparro, regista e critico teatrale di fama internazionale. 

Martedì 30 i principali protagonisti della giornata saranno Anna Sarfatti ed i bambini delle scuole primarie di Bolzano che discuteranno insieme di Costituzione (ore 10), mentre in serata due grandi nomi come quelli di Umberto Galimberti e Vito Mancuso saranno coinvolti in un dialogo su fede e libertà. La seconda di queste parole sarà il concetto chiave della giornata. 

Il primo maggio il Festival delle Resistenze si concluderà dedicando il primo aprile naturalmente e soprattutto al mondo del lavoro ma anche al tema “giustizia”. Il suggello finale sulla manifestazione sarà posto in piazza Matteotti da Nando Dalla Chiesa (ore 21). 

Numerosissime sono le ulteriori iniziative collaterali al Festival. Molte di esse si sono svolte anche nelle settimane che hanno preceduto la manifestazione. Per un quadro completo del programma è possibile visitare il sito www.festivalresistenze.it/

 

 

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Serafino Croce Mi., 24.04.2013 - 19:56

La divisione dell'assessorato alla cultura è un incentivo possente al 'tessuto sociale'. Un Università che non dialoga con la città (a parte la festa di domani) pure. A Bolzano per ora non esiste 'tessuto sociale'.

Mi., 24.04.2013 - 19:56 Permalink
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Peter Righi Mo., 29.04.2013 - 07:50

Falle ich wieder in das kleinkarierte Muster derjenigen, die für alles Zweisprachigkeit fordern? Ärgere ich mich, weil ich überzeugt bin, dass Sprache der Klebstoff des Zusammenlebens ist und bei dieser völkerverbindenden Veranstaltung nur eine Sprache gesprochen wird. Oder vielleicht bin ich nur ein Spießer und Erbsenzähler. Jedenfalls hat mich die einsprachige Kommunikation der Veranstaltung geärgert!
Mir wäre es egal gewesen, wenn als zweite oder dritte Sprache Englisch oder Spanisch gewählt worden wäre. Es wäre ein schöner Gehversuch für eine europäische Kulturhauptstadt gewesen und hätte die Internationalität unterstreichen können.

Mo., 29.04.2013 - 07:50 Permalink