"Un doppio errore storico"
“La riforma costituzionale voluta da Renzi e ora approvata dalla Camera, getta l’Italia indietro di oltre 60 anni, centralizza lo Stato ed è pericolosa per l'autonomia e le minoranze”
Non usa mezzi termini l’ex senatore SVP Oskar Peterlini che già mesi fa durante il trattamento al Senato aveva espresso le sue preoccupazioni in merito alla riforma. “Non lasciatevi abbindolare per una caramella autonomistica o tollerarla passivamente", aveva scritto allora, lasciando chiaramente da parte le finezze del linguaggio giuridico e del politichese.
“La riforma si rimangia il modesto sviluppo dell’Italia avviato dalla riforma del 2001 nella direzione di uno Stato moderno, all’altezza degli Stati federali europei più avanzati” dice oggi l’ex senatore ricordando che oltre 20 competenze in questo modo sono “risalite allo stato”.
Peterlini si rallegra del fatto che finalmente si sia aperta una discussione critica in Alto Adige e che autorevoli esponenti, come l’ex Senatore Riz abbiano espresso la loro critica.
La discussione finora si era concentrata sulla trasformazione del Senato, che comunque perderà la sua importanza, senza prendere in esame il vero nucleo centralistico del progetto. Peterlini giudica però in particolare particolarmente pericolosi per le autonomie in generale "la reintroduzione dell’interesse nazionale e una nuova supremazia dello Stato nei confronti della legislazione regionale (nuovo art.117, comma 4 Cost.), che consentono al Parlamento di intervenire nelle già oltre misura ridotte competenze delle Regioni („Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale“)".
Peterlini riconosce gli sforzi dei parlamentari regionali di aver raggiunto una clausola di salvaguardia contro modifiche unilaterali dello Statuto di autonomia. La clausola però - osserva Peterlini - è di carattere transitorio e prevede l’adeguamento dello Statuto alla riforma.
“L’autonomia dell'Alto Adige e del Trentino è comunque compromessa, perché sarà forzata in una camicia di forza centralizzata e rimarrà un'eccezione ancora più forte del sistema, offrendo il fianco ancora di più all’invidia e l’ostilità da parte delle altre Regioni ora depotenziate”
Peterlini ricorda inoltre che “il finanziamento è già fortemente stato decurtato, con l’assenso di Regione e Province” e che “con la riforma si tagliano anche le competenze delle quali godono l’Alto Adige e il Trentino grazie alla riforma del 2001 e la clausola di maggior favore”.
“La riforma del 2001 aveva ampliato automaticamente anche l'autonomia speciale alle forme di autonomia più ampia concessa alle Regioni ordinarie, come un riflettore che si è proiettato nello Statuto. Ora il proiettore si spegne e le competenze aggiuntive, non ancorate nello Statuto stesso, scompaiono con lo stesso automatismo.“
Ich stelle fest, dass Riz und
Ich stelle fest, dass Riz und Peterlini eine andere Wahrnehmung der 2001er-Reform haben:
Riz: "Wir haben für jene Verfassungsreform, mit der alles kaputt gemacht wurde, die Mehrheit gestellt. "
Peterlini: "La riforma del 2001 aveva ampliato automaticamente anche l'autonomia speciale alle forme di autonomia più ampia concessa alle Regioni ordinarie, come un riflettore che si è proiettato nello Statuto."
Woran mag das liegen?
Was für die derzeitige
Was für die derzeitige Verfassungsreform spricht, ist die Abschaffung der gewählten Senatoren, besser wäre der Senat würde ganz abgeschafft.
Schade, dass das nicht schon 2001 geschehen ist, gell Herr Peterlini?
Außerdem ist es unelegant, sich als (wohl)pensionierter Politiker in die politischen Agenden der Nachfolger einzumischen.
Lieber sich darauf konzentrieren, die eigenen Schäfchen beisammen zu halten.
Antwort auf Was für die derzeitige von Martin Federspieler
Kompliment.
Kompliment.