Politik | L'evento

Capitan Padania riempie Piazza Matteotti

Una folla gremita a Bolzano per ascoltare il comizio di Matteo Salvini. A pochi metri dal palco forti tensioni fra CasaPound e un gruppo di antifascisti.

Alle 18.30 Piazza Matteotti è già quasi piena, si testa sul campo la potenza numerica dei leghisti a Bolzano. Qualcuno si affaccia dalle finestre delle case che sovrastano il palco, un po’ come si faceva al Festivalbar un paio di decenni fa, un tricolore pende floscio da una di quelle finestre, fa caldo a Bolzano, oggi. Nel pubblico si confondono anche alcuni attori della scena politica bolzanina (venuti a studiare un nemico all’apparenza minaccioso?) e qualche doppio petto dal cui taschino spunta l’immancabile fazzolettino verde, sopra un cartello la scritta “1, 100, 1000 Salvini”, un franchising, insomma. 

Il primo a prendere la parola è il consigliere provinciale Maurizio Fugatti che, con toni da trascinatore di folle, profetizza: “faremo il botto alle elezioni, la Lega è viva”. Uscito di scena Fugatti, il microfono passa al candidato sindaco per Bolzano Carlo Vettori che fa subito tappa a “Xenofoville”: “basta con l’immigrazione che distrugge il tessuto sociale e ammazza i quartieri, basta con i furti, basta con la sinistra connivente che ci ha tolto ogni sicurezza, basta con i soldi e le case dati agli immigrati con la gente che fa fatica ad arrivare a fine mese”.
Poi è finalmente la volta dell’”unico e originale capitano”, Matteo Salvini che, appena salito sul palco, si infila l’immancabile felpa (magari è ora di pensare ad una linea estiva?) che rende omaggio, questa volta, al capoluogo altoatesino.

Gli astanti urlano il suo nome, il leader del Carroccio risponde: “se continuate a gridare ‘Matteo’, poi quello lì [Renzi, ndr] pensa che vi riferiate a lui”. Detto fatto. Cambiato il coro, il Matteo giusto inizia a fare quello che sa fare meglio: radicalizzare. Ne ha per tutti, gli immigrati, i rom, la legge Fornero (“va cancellata, è infame”), la Buona Scuola (“dimentica i 70mila precari”), le adozioni gay (“domenica prossima è la Festa della Mamma, ricordiamoci che non esiste il genitore di tipo 1, 2 o 3”). Intanto sotto al palco una signora ripete in loop: “sei più bello dal vivo”. 

Inarrestabile, Salvini rincara la dose: “facendo due passi in stazione uno si domanda se è sceso a Bolzano o a Beirut, vogliamo parità di diritti e doveri per tutti. Gli immigrati e i rom devono pagare l’Imu e le tasse come tutti gli italiani”. 

Intanto a qualche metro di distanza un gruppo di esponenti di CasaPound da un lato - spuntano in prima fila i volti di Andrea Bonazza, Mirko Gasperi e Sandro Trigolo, a loro volta candidati alle elezioni comunali - e di antifascisti dall’altro, fra cui - a quanto sembra - anche uno dei giovani militanti di sinistra picchiati lo scorso marzo e Gianfranco Maffei, segretario della sezione provinciale di Rifondazione comunista, si prendono a male parole, vola qualche spintone. Sul posto giungono gli agenti in assetto antisommossa e la situazione viene riportata - con qualche manganellata, a onor del vero - sotto i livelli di guardia. 

Dal palco il numero uno della Lega continua il suo comizio senza farsi sfuggire l’occasione di farsi beffe dei contestatori: “vogliamo più lavoro per tutti, magari anche per quei 20 sfigati che stanno manifestando adesso. Una volta rasi al suolo i campi rom con le ruspe passiamo ai centri sociali”. 

Già che c’è Salvini sciorina altre priorità da assolvere: cancellare gli studi di settore (un ragazzo si rivolge al compagno di fianco, dandogli di gomito: “non so di che parla ma sono d’accordo con lui”), eliminare il reato di eccesso di legittima difesa (ritorna la signora del loop: “se mi entrano dentro casa gli sparo”), regolamentare la prostituzione e dunque abrogare la legge Merlin: per ottenere la convocazione di un referendum “abbiamo bisogno di 500mila firme”. 

Stasera sarò in collegamento con Ballarò - conclude il segretario della Lega Nord prima dei selfie di rito - e indosserò la felpa di Bolzano”. Folla in delirio. Promessa mantenuta, tutti contenti. Si fa per dire. 

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Massimo Mollica Mi., 06.05.2015 - 14:17

Anche io penso dai toni che la Lega prenderà parecchi voti dagli alto atesini di lingua italiana. C'è da capire perché la politica nazionale sia così sentita rispetto a quella locale. Questo perché non siamo mai riuscito forse a fare comunità! E per me la comunità è composta da tutti, italiani e tedeschi, solo che se manca un'identità, una storia da parte di uno dei due componenti allora comunità non vi sarà mai.

Mi., 06.05.2015 - 14:17 Permalink