Gesellschaft | Valenti, Kasslatter e Spagnolli in visita

Pestalozzi, scuola laboratorio per il Sudtirolo plurietnico

Sopralluogo per superare definitivamente le polemiche nate negli scorsi mesi in merito alla sezione di soli stranieri.
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Foto: © Oswald Stimpfl

Una task force composta dall’assessora provinciale Kasslatter Mur, il commissario del governo Valenti ed i sindaco di Bolzano Spagnolli ha fatto visita venerdì 10 maggio alla scuola primaria in lingua tedesca Pestalozzi. 
Scopo della spedizione? Una sorta di “certificazione” da apporre in merito alla legittimità della scelta adottata nella scuola nella formazione delle due sezioni di tempo prolungato. 

Quella verificatasi quest’anno alle Pestalozzi è stata infatti un’oggettiva “fuga in avanti” in tema di scuola plurilingue, una scelta dettata non da spinte didattiche innovative o politiche “di rottura”, ma dall’origine effettiva degli alunni: circa un 30% con background migratorio, molti mistilingui e infine un buon numero di italiani. 

Nel suo campo la dirigente Heidi Niederkofler è quando di meglio si possa trovare a livello locale, ma pure lei all’inizio dell’anno scolastico in corso ha avuto le sue belle gatte da pelare quando ha dovuto constare la composizione delle due sezioni del prolunguato, composte da un due terzi di alunni con background migratorio ed il restate terzo da autoctoni. Il perché sia successo è presto detto: se proprio non costrette la maggior parte delle famiglie autoctone oggi evitano di iscrivere i loro figli alle sezioni di tempo prolungato, proprio per evitare un’immersione anticipata nel Sudtirolo di domani, globalizzato e multietnico. 
Per nulla intimorita la dirigente è andata avanti per la sua strada ed ha adottato una soluzione schock: una sezione interamente composta da immigrati ed un’altra con una divisione al 50% tra autoctoni e stranieri. 

La notizia ha suscitato scalpore e nel giro di pochi giorni ha provocato reazioni dirette anche da parte del Ministero dell’Istruzione, tra l’altro indispettendo non poco il prefetto vistosi scavalcato. Come spesso accade stampa ed opinione pubblica si sono limitati ad osservare la punta dell’iceberg: senza mezzi termini la scuola è stata accusata di voler ghettizzare gli alunni con background migratorio e via di seguito. 
Poi qualcuno si è preso la briga, fortunatamente, di approfondire la questione ed è emerso il vero profilo della soluzione adottata alle Pestalozzi. 
In sostanza è stato elaborato un progetto didattico complessivo per le due classi a tempo pieno, che tanto per cominciare non sono sovraffollate in quanto contano complessivamente 30 alunni. Le due classi in realtà lavorano molto insieme, tanto che per 3 discipline in sostanza sono gli alunni a spostarsi da una classe all’altra e non gli insegnanti. Insomma, il sistema ha funzionato, anche grazie alla competenza e l’entusiasmo degli insegnanti ed alle iniziative di supporto linguistico che sono state messe a disposizione non solo degli alunni ma anche delle famiglie con background migratorio. 

Sul lavoro svolto e sul ruolo svolto dalle Pestalozzi in particolare a Bolzano stato, provincia e comune hanno voluto dunque porre un sigillo di qualità.
Ed a margine dell’incontro il sindaco Spagnolli ha osservato che per l’innovazione a scuola esiste una grande attenzione da parte delle famiglie, pur in presenza dell’eccezione rappresentata da coloro che comunque mantengono un atteggiamento in cui prevale il “pretendere”, rispetto alla consapevolezza rispetto alla difficoltà di seguire la società che cambia. 

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Salto User
Sepp.Bacher So., 12.05.2013 - 19:06

Wenn ich richtig verstanden habe, wird nicht sprachlich, sondern bezüglich der Zusammensetzung der Klassen experimentiert. Ich kann dazu auch nichts auf der WebSeite der Schule finden. Mich würde interessieren, ob der Schulversuch auch Richtung mehrsprachige Schule geht und ob den Zuwanderer-Kindern auch Unterricht in ihrer Muttersprache angeboten ist?

So., 12.05.2013 - 19:06 Permalink
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Martin Geier So., 12.05.2013 - 19:30

Danke für diesen Artikel. Es ist auch die Schule die meine Tochter besucht. Finde positiv daß die Schule angesichts der Lage die Flucht nach vorne angetreten ist und mal etwas neues versucht. Es ist normal daß sich dann der Eine oder Andere etwas übergangen oder auf den Schlips getreten fühlt. Finde es ebenfalls gut und richtig daß der Regierungskomissär, der Bozner Bürgermeister und die Assessorin der deutschen Schule die Projekte der Schule begutachten und als das zu schätzen lernen was sie sind: Neue Wege die beschritten werden um die Integration der Kinder mit Migrationshintergrund zu verbessern, sie in Südtirols bunte Welt zu integrieren und sie sprachlich darauf vorzubereiten. Die Klasse der mein Kind angehört, gehört nicht zu dem im Artikel beschriebenen Projekt; dennoch hat auch sie einen ziemlich hohen Anteil an Kindern mit Migrationshintergrund. Das Klima in der Klasse ist aber entgegen oft landläufigen Meinungen hervorragend. Es werden viele Projekte und Aktionen durchgeführt um Sprache, Kultur und Zusammenleben zu fördern um besonders auch die Kinder aus anderen Teilen der Erde besser zu integrieren. Finde interessant daß das endlich auch eine breitere Öffentlichkeit erreicht; es ist ja bisher wenig bekannt was Schulen in dieser Hinsicht alles leisten können und ich denke mal es wird auch nicht von allen geschätzt. Das 'Qualitätssiegel' hat sie sich redlich verdient. Eine solche Volksschule hat es viel schwerer als bsw. eine Schule in einem sagen wir mal Südtiroler Tal.

So., 12.05.2013 - 19:30 Permalink