Schluss mit Heidi
Ebenfalls auf der Titelseite zeigt der Alto Adige Bilder von neun modernen Schutzhüttenprojekten. Anlass ist eine Ausstellungseröffnung und eine Tagung zu den neuen Schutzhütten in Trient. Gelungene Beispiele für moderne Architektur in den Berge gäbe es bereits andernorts, trotzdem sei hierzulande ein regelrechter Orkan der Entrüstung losgebrochen, bei der Vorstellung der Projekte zur Erneuerung der Edelraut-, Schwarzenstein- und Weißkugelhütte. Die Landesregierung müsse nun den Mut haben, die Projekte der Wettbewerbssieger auch umzusetzen, sonst wären nicht nur tausende Euro in den Sand gesetzt. Der Versuch, so zu bauen, wie man es aus den Heidi-Filmen kennt sei absurd und absolut nicht zeitgemäß, so der Tenor der Veranstaltung in Tient und des Artikels gleichermaßen.
Sbadiglio preventivo
Pur non avendo ancora avuto modo di visionare l’articolo, non posso non chiedermi quale sia il senso - se non quello di “épater la bourgeoisie sud-tyrolienne” con architetture futuristiche - di sbattere in bell’evidenza in prima pagina immagini di progetti che (con l’eccezione di quello di Malga Fosse a Passo Rolle, che non è un rifugio) non saranno mai portati ad esecuzione, perché non hanno vinto nessun bando.
Siamo forse di fronte all’ennesima riproposizione di un cavallo di battaglia del Corriere delle Alpi, le polemiche sui “cubi” (termine con cui l’Alto Adige da sempre bolla ogni costruzione senza tetto spiovente)? Al tentativo di rianimare una polemica di rara inconsistenza, da tempo sulla strada del tramonto?