Dopo aver appreso la notizia, Alessandro Urzì risponde innanzitutto con una lunga risata. Ma poi, ripresosi, comincia ad argomentare. 
“Credo che la politica sia una cosa seria” dice il leader di Alto Adige nel Cuore, iniziando a inanellare i motivi che, a suo avviso, rendono inopportuna la candidatura dell’ex Landeshauptmann a sindaco del capoluogo. 

“Per prima cosa è curioso che si ritenga che Bolzano possa abdicare anche al diritto di esprimere un sindaco italiano. Secondariamente è altrettanto curioso che Bolzano debba avere un sindaco di Falzes. Poi è strano che si ritenga così normale - ma forse per l’Artioli lo è - che chi si è rifiutato di celebrare l’Unità d’Italia perché ritiene l’Alto Adige una corpo estraneo rispetto al resto del territorio nazionale, possa essere candidato come sindaco del capoluogo della provincia di Bolzano dove risiede la maggior parte della popolazione di lingua italiana.”

Quella di Urzì è una condanna senza appello della proposta di Artioli e Bertoldi: “credo che alle alle volte si perda i senso della misura con proposte pittoresche avanzate solo per richiamare l’attenzione su di sé e provocare effetti mediatici”. Anche se lo sfidante di Luigi Spagnolli al ballottaggio dello scorso maggio riconosce in Durnwalder “indubbie doti di amministratore”.

In merito all’eventuale candidatura di Durbwalder a primo cittadino del capoluogo esprime la sua posizione, critica, anche l’ex consigliere comunale e coordinate regionale di Forza Italia Enrico Lillo. 

“Solo le solite boutade della Artioli, accompagnate da quelle un po’ più sentimentali di Bertoldi. Durnwalder è stato per 25 anni presidente della Provincia. Chiedergli di venire a fare il sindaco sarebbe riduttivo per lui anche se con la riforma dello stato potrebbe anche diventare poi senatore. Ritengono inoltre una leggenda metropolitana il fatto che gli italiani sarebbero innamorati di Durnwalder. Inoltre se Durnwalder fosse davvero innamorato della città di Bolzano come si dice allora  da presidente della Provincia non l’avrebbe trattata in quel modo, impedendole di ottenere le strutture di cui ha ancora bisogno.”