Umwelt | Lo studio

Aeroporto, “impatto ambientale minimo”

Lo screening commissionato da Abd sostiene che il rumore è sotto i livelli di guardia così come le emissioni in atmosfera. La parola passa all’Appa.

La dettagliata relazione ambientale sull’ampliamento dell’aeroporto (consultabile online fino al 10 marzo prossimo) commissionata dalla società di gestione dell’aeroporto (ABD – Airport Bolzano Dolomiti) allo studio Pasquali Rausa Engineering, Tecnovia e Cisma, sembra non lasciare spazio a dubbi: l’impatto sull’ambiente sarà minimo. Ora toccherà all’Appa validare o meno le conclusioni dello screening.

Fra le valutazioni contenute nel rapporto sopracitato quella sul rumore: “le ripercussioni sotto il profilo dell’inquinamento acustico, dovuto anche al fatto che il traffico aereo previsto è solo di giorno e non di notte, non sono determinanti sia come valore in termini assoluti che come dimensioni di aree potenzialmente interessate. La fascia più delicata sotto il profilo acustico, ovvero quella individuata dal colore giallo nelle mappe acustiche, per la quale anche a livello normativo, sono previste limitazioni ed interventi di salvaguardia dalle emissioni rumorose, non interessa mai zone residenziali o case in verde agricolo”. E ancora: “In generale, esistono solo poche case in verde agricolo, per le quali il valore di immissione rispetto alla situazione esistente peggiora, anche se in modo tale per cui non vengono richieste particolare misure antirumore”. Anche dal punto di vista dei movimenti medi aerei il numero complessivo in generale non risulta superiore a quello previsto nel Masterplan 2012.

Altra area di indagine le emissioni in atmosfera: “Il contributo emissivo dell'aeroporto, con riferimento alle sostanze emesse durante i cicli LTO (atterraggio/decollo) sotto i 1000 m risulta poco significativo sia per quanto riguarda gli inquinanti regolamentati che per i gas ad effetto serra (CO2). In termini relativi le emissioni aumentano proporzionalmente al numero di voli ma in termini assoluti esse sono trascurabili rispetto alle rimanenti sorgenti inquinanti che insistono sull'area”. L’incremento - si legge nel documento - non è dovuto all'allungamento di 30m della pista, quanto al previsto incremento dei voli previsto nel business plan (con valori peraltro cautelativi dal punto di vista ambientale), che in realtà prescinde dalla modifica tecnica della pista. Questi incrementi vanno pertanto totalmente imputati a previsioni di tipo economico relativi all'espansione dello scalo bolzanino. Non si ritiene invece che il solo allungamento della pista possa avere una influenza diretta sulle emissioni, che sono calcolate sull'intero ciclo di atterraggio e decollo, includendo quindi sia la parte di emissione a terra che in volo sotto i 1000 m, dunque ben oltre il termine fisico della pista di atterraggio/decollo. Alla voce “componenti ecosistemi” lo studio attesta che “il futuro ampliamento della zona aeroportuale non provoca impatti significativi, andando ad inserirsi in un tessuto già ampiamente antropizzato da secoli, in cui non esistono connessioni che possano essere interrotte e il cui sistema ha subito e subisce sistematicamente impatti sicuramente più gravi. Al contrario, la situazione ‘ambientale’ che l’aeroporto determina sembra avere influenze positive, creando un leggero miglioramento delle condizioni generali dell’area”.

Sul fronte “acque e idrocarburi” dal momento che l’aumento della pista è minimale - prosegue il rapporto - “anche la differenza dell’impatto risulta trascurabile. In ogni caso l'impianto di raccolta e smaltimento delle acque risulta allo stato attuale già adatto a smaltire questo carico”.
Per quanto riguarda la fauna la realizzazione di quanto previsto dal Masterplan risulta complessivamente compatibile con le presenze faunistiche dell’area in esame. “Un leggero possibile aumento del traffico aereo ed un possibile aumento delle dimensioni degli aerei, oltre che, un possibile aumento del traffico veicolare, rappresentano un contenuto aumento degli impatti prevedibili sulla fauna”, sottolinea lo studio. Altro punto analizzato l’agricoltura per cui rimangono degli impatti residuali “legati all’ulteriore impermeabilizzazione del suolo per l’allungamento della pista e l’asfaltatura della resa sud e delle trascurabili interferenze sulle parti eduli (commestibili, ndr) causate dalle emissioni in atmosfera”.