Gennaccaro, mediano al centro dell'ignoto
Scavando un po’ nella biografia di Angelo Gennaccaro, il giovane leader (32 anni) della lista “Io sto con Bolzano”, si trova una piccola sorpresa: a 18 anni voleva diventare attore cinematografico. Fu solo per il sovrapporsi dell’esame di maturità, ricorda, che perse l’occasione di recitare in un film di Pupi Avati (“dovevo fare otto pose in Il cuore altrove, ma per motivi scolastici non potei rispettare il contratto”). Dopo il diploma, quelle ambizioni lo portarono comunque per tre anni a Roma, prima di intraprendere gli studi universitari (Scienze della comunicazione) a Verona. E forse una lieve memoria di tale esperienza gli è utile anche nei suoi interessi attuali, ricomposta per così dire sulla scena minuta della politica locale. L’intervista avviene il giorno dopo l’esclusione di Elena Artioli dalle primarie del Pd, e questo è anche il primo argomento del quale abbiamo discusso.
Una vita da mediano
“Beh, il colpo dell’Artioli è stato geniale, no? Innanzitutto mi chiedo: ma perché adesso hanno escluso l’Artioli se in passato invece l’avevano sdoganata accettando che gestisse addirittura la composizione della lista personale del sindaco? Non è che un giorno l’Artioli possa andare bene e quello successivo no. Intanto, sono riusciti a fare di lei una martire. Ecco le piccolezze della politica”. Il rapporto che Gennaccaro intrattiene con il concetto di “politica” lo si percepisce anche da commenti come questo, perché tende sempre a evitare la polarizzazione: da un lato sembra condividere il discredito che la categoria ha subito negli ultimi anni, dall’altro in lui si manifesta comunque una visibile nostalgia per il restauro di una funzione progettuale che non procede da suggestioni meramente partecipative (anche se certo non le esclude). La sua collocazione al “centro”, insomma, non è solo di natura ideale, ma addirittura esistenziale. Sarà per questo che, mentre parla, mi viene in mente la canzone di Ligabue, quella dedicata al calciatore Gabriele Oriali. E in effetti, anche solo misurando il ritmo battente con il quale espone il suo pensiero, non c’è dubbio che Gennaccaro sia provvisto del fiato necessario per percorrere – qualche telecronista iperbolico direbbe “arare” – tutto il centrocampo (secondo lui notevolmente estendibile) della politica bolzanina.
In attesa che gli altri facciano il loro gioco
Nonostante questa vocazione alla corsa, la strategia resta comunque attendista. “Adesso non ce la sentiamo di apparentarci a qualcuno, preferiamo stare da soli: la linea è questa. Ovviamente non nego l’importanza di aggregarsi, ma lo faremo solo quando potremo contare su un candidato sindaco garante di una coalizione credibile”. Sollecitato ad esempio sui nomi che hanno cominciato a girare – a partire dai quattro candidati alle primarie del Pd, ma gettando uno sguardo anche all’altra sponda, dove un Centrodestra in preda alle tradizionali smanie unitarie non è riuscito a produrre altro che due fazioni divise lungo la vecchia linea di frattura – il suo giudizio è pacatamente sferzante: “Nel Pd c’è ancora tutto e il contrario di tutto. Se alle primarie la spuntasse Caramaschi, faccio per dire, in quei paraggi potrebbero tornare a farsi vivi i Verdi e saremmo punto e a capo. Con Repetto ho un buon rapporto, abbiamo fatto anche un percorso insieme, ha esperienza di assessore e forse, chissà, come sindaco potrebbe funzionare. Io però parlo con tutti, sia chiaro. Anche con Holzmann, certo. Mi ha contattato, gli ho fatto solo presente che sarebbe meglio dare almeno un segnale di discontinuità. Lui è passato attraverso troppe stagioni, producendo arroccamenti e problemi personali con troppe persone. A mio avviso bisognerebbe fare tabula rasa, per poter costruire qualcosa di nuovo”. Per quanto riguarda la variabile costituita dagli effetti della nuova legge elettorale, giudicata comunque “insufficiente e addirittura rischiosa, perché potrebbe produrre all’interno delle coalizioni tanti piccoli aghi della bilancia incontrollabili”, non manca la fiducia di fare (pur nell’attesa di una svolta “altrui”) un buon risultato contando solo sulle proprie forze: “Alle scorse elezioni abbiamo prodotto un 3,4 che possiamo senz’altro ripetere, e che potrebbe addirittura crescere se anche nella nostra area emergesse una figura in grado di sollecitare un elettorato refrattario a dare il proprio consenso alle ali estreme” (qui, per un istante, spunta il nome di Claudio Corrarati, ma senza avere il tempo di stagliarsi in modo deciso sul fondale di soggetti ignoti che danzano all’orizzonte).
I temi della prossima campagna elettorale
Driblato in velocità il tema Benko (recupero online un suo vecchio e inequivocabile tweet dell’agosto 2015: “Il piano era far passare Benko come mafioso e male assoluto. La certezza è che a #Bolzano esistono gruppi di potere più forti e spregiudicati”) il discorso si attesta su temi lodevolmente più originali di quelli che si sentono di solito in giro: “Il Comune dovrebbe tornare ad essere il principale luogo di avvicinamento dei cittadini alla politica. Bisogna sburocratizzare, snellire, agevolare. In ambito edilizio ci sono per esempio pratiche che non vengono smaltite in tempi ragionevoli, il ristoratore che vuole mettere più tavolini fuori deve essere aiutato, non obbligato a digerire una montagna di carte…”. La predilezione per l’azione fluidificante è ribadita con costanza: “Non è possibile che su una delibera in Consiglio si discuta per ore. Dobbiamo ridurre i tempi degli interventi, altrimenti la gente pensa che stiamo là solo per perdere tempo”. Rivendica di aver già dato un notevole impulso sui temi della sicurezza (“Quando in maggioranza parlavo di telecamere mi davano del fascista…”) ma disdegna l’atteggiamento dei partiti più oltranzisti, come la Lega, con la quale ha brevemente condiviso i banchi dell’opposizione prima che il terzo mandato di Spagnolli scoppiasse come una bolla di sapone: “Non è che puoi pensare di star facendo sul serio politica se posti su Facebook le foto degli immigrati che usano il Wi-FI. A un certo punto ho avuto persino nostalgia di Margheri…”. Un altro punto decisivo riguarda poi il ruolo dell’università: “Non possiamo continuare a piangerci addosso. L’università dev’essere integrata maggiormente nella città e la città deve poter sfruttare meglio questo tipo di eccellenze (penso anche all’Eurac) che potrebbero attirare anche più giovani da fuori”. Gli chiedo infine se questo tipo di tematiche abbiano la possibilità di coinvolgere la maggioranza degli elettori, generalmente sollecitati dai toni gridati e dalle polemiche più appariscenti. “Francamente sono un po’ pessimista. I nostri comunicati sono recepiti con maggiore difficoltà dagli organi d’informazione proprio perché non gridati. Invertire la tendenza sarà arduo”.
Pronostico dell’ultimo turista
Gennaccaro finisce di bere la sua spremuta d’arancia e rimette nella borsa il tablet grazie al quale ha appena finito di ripassare i risultati elettorali del 2015. “Se la Svp individua un buon candidato – non scordiamoci che la volta scorsa superò il 15% - potrebbe addirittura diventare il primo partito in città. In quel caso si aprirebbe uno scenario molto interessante, perché se magari al ballottaggio ci andasse il M5S…”. Scenario “molto interessante”, par di capire, perché in quel caso il ruolo dei mediani tornerebbe ad essere decisivo, trattandosi di cucire i frammenti di una politica, almeno per quanto concerne il campo “italiano”, definitivamente esplosa e priva di punte in grado di incidere. Occasione buona agli occhi di un giovane “post-ideologico”, pragmatico e con in mano – suona così lo slogan da lui adottato imparentandosi alla filosofia del blog “ultimoturista” – “una valigia di sogni e un trolley sempre pronto”.
Sì, non so quanti si sono
Sì, non so quanti si sono accorti, che Gennaccaro nelle fasi convulse della ultima leggislatura non si è mai fatto ammaliare dalla sirena (un po' grassotella) Spagnolli e ha mantenuto una linea molto chiara. Vedremo se questo gli darà più credibilità.
Hahahaha! Anche questa volta
Hahahaha! Anche questa volta il CENTRO sarà molto affollato a quanto vedo. In quello spazio virtuale sgomiteranno Artioli, Gennaccaro, Bonvicini e De Lorenzo. Ma anche Holzmann che smania di fare grossecoaliziòn. Poi Berloffa P e Berloffa M e molti altri mini aghi della bilancia. E' davvero difficile ora capire se chi non si sarà sporcato le mani (?) alla fine poi avrà chances in più. Ma di fare cosa? Ahhhhh, le elezioni a Bolzano diventano sempre più divertenti... Evviva!
Va bene tutto, ma questo non
Va bene tutto, ma questo non è il calcio! Questa è la vita di noi cittadini. E allora che significa stare al centro? Che significa essere moderati? Nulla, non significa nulla!
E allora domani mi faccio un partito e nel mio programma propagando il BLU, il VERDE e il GIALLO. E chiaramente lo posiziono al centro.