“Se devo morire, muoio nel PD”
Sandro Repetto è in difficoltà nel PD? Niente paura, a venirgli incontro è la Lista Artioli sindaca, disposta a mettergli a disposizione la testa di lista, proprio quello che Repetto non riesce ad ottenere dal suo partito, nonostante il minimo scarto con cui è stato sopravanzato alle primarie dal vincitore Caramaschi.
La storia è sempre la stessa: il PD invischiato nelle due dinamiche e alle prese con gli eterni contrasti interni. Ultima tappa dell’epopea l’assemblea di ieri, alla quale hanno partecipato solo 8 iscritti su 35. E in cui non è stato possibile prendere la decisione su come dovrà essere composta la testa di lista per le elezioni comunali dell’8 maggio. Ancora una volta la decisione verrà presa attraverso una votazione online, che si concluderà entro venerdì prossimo. Nodo del contendere è il primo posto in lista chiesto da Sandro Repetto, alla luce del risultato più che lusinghiero ottenuto alle primarie. Nel partito però - ancora una volta - il partito si è diviso più o meno in parti uguali tra favorevoli e contrari.
La proposta formale della Lista Artioli di accogliere Repetto come capolista è firmata da Claudio Degasperi, che usa toni molto forti nel sue argomentazioni.
“Gli otto membri della segreteria provinciale hanno deciso di non decidere su chi dovrà essere il capolista del PD. Non c’è dubbio che debba essere l’ex assessore Sandro Repetto.
Il Partito Democratico ha sbagliato prima con l’esclusione della candidatura di Elena Artioli alla competizione democratica delle primarie e ora con Sandro Repetto che ha dimostrato di correre con onestà per il suo partito e che viene trattato a pesci in faccia da un PD che non sa valorizzare i propri iscritti.”
Per cercare di chiarirci le idee abbiamo pensato di contattare quindi il diretto interessato, Sandro Repetto, per sentire un po’ che aria tira.
saltobz: Repetto, che fa? Accetta la proposta di Artioli diventare il capolista della sua Civica?
Sandro Repetto - Da un lato ringrazio per le proposte che mi vengono fatte, che riconoscono il ruolo che ho svolto e che svolgo nell’ambito della città di Bolzano. Ma da un altro lato io sono un tesserato del PD e non ho intenzione di candidarmi in liste diverse. Se devo morire muoio nel PD. Non posso rinascere in altre situazioni. Desidero essere coerente.
L’ipotesi che Repetto possa “prendere decisioni drastiche” nel caso non dovesse venire valorizzata la sua candidatura oggi però trova spazio anche sul Corriere dell’Alto Adige. Qual è la reale situazione?
Altri percorsi non ne vedo al di fuori del PD. Devo dire che però trovo sbagliata l’etichetta che mi viene attribuita di essere il rappresentante di un’area politica all’interno del Partito Democratico. La mia valorizzazione come capolista dovrebbe essere valutata dopo le primarie per quello che ho cercato di rappresentare in quel contesto. E cioè un profilo diverso rispetto a quello del candidato Caramaschi che ricopriva invece il compito di ripristinare lo schema classico del centrosinistra. Si tratta di questioni di carattere politico. Io mi sono espresso subito a favore dei tre sì legati ai tre importanti progetti. Ora in questa coalizione Caramaschi è il candidato sindaco ed io ho sempre dichiarato che l’avrei appoggiato se vinceva. Valorizzare la mia figura nel ruolo di capolista rappresenterebbe a mio avviso un arricchimento per il PD e la coalizione. ma questo non viene compreso.
In sostanza la corrente che fa capo a Randi e Bizzo ha già vinto le primarie, anche se on uno scarto di soli 36 voti e con il fondamentale supporto di forze politiche esterne al PD. Non è un po’ troppo ora, con queste premesse, mettersi di traverso rispetto alla proposta di valorizzare l’esponente del partito giunto secondo delle primarie?
All’interno del partito si era detto che ogni candidato alle primarie doveva partire alla pari. Poi una parte del partito invece ha pubblicamente appoggiato Caramaschi. Non c’è stato quindi uno scontro di aree, nonostante tutto quello che si è detto e scritto.
Cittadini, elettori e militanti restano però sconcertati davanti alla vostra incapacità di far funzionare gli organi del partito. In particolare l’assemblea che praticamente non riesce mai a raggiungere il numero legale. Quali sono i motivi di queste assenze?
Io ieri non sono andato perché si parlava di me e quindi non era il caso che io ci fossi. D’altro canto all’interno del Partito Democratico è in atto un’evoluzione. Dopo le elezioni comunali sarà necessario fare finalmente chiarezza all’interno del partito per dare un significato agli organi che lo compongono. Questo è evidente e forse un ciclo si è esaurito. La segretaria Di Fede con i tavoli e le primarie ha dato dei segnali di vivacità e di presenza del partito nel territorio, però è innegabile che esiste un problema e che questo vada risolto. E’ evidente che il confronto nel partito comunque non manca, anche se non si svolge nell’ambito dell’assemblea.
Dire che il confronto non manca sembra oggi quasi un eufemismo. Ma che fine ha fatto la cosiddetta maggioranza del partito che fino all’anno scorso non perdeva l’occasione per segnalare la sua presenza?
Dove sia non lo so, ma senz’altro questa maggioranza c’è. Anche l’occasione della formazione della testa di lista sarà un’occasione per individuarla, in un modo o nell’altro.
Come vive il partito la contraddizione evidente tra l’essere a favore di Benko ed avere invece un candidato sindaco contro?
In realtà non tutto il partito è a favore. L’area che fa capo a Randi si è sempre espressa in modo critico nei confronti del progetto, tant’è vero che hanno appoggiato Caramaschi. Nel partito comunque c’è una grande maggioranza che a favore del progetto che - non dobbiamo dimenticarlo - è nato all’interno del PD. Il partito non ha spinto al massimo della velocità, ma il progetto a suo tempo ha trovato gli ambiti per andare avanti proprio attraverso Spagnolli e la sua giunta .
Cosa ne pensa dell’esclusione di Elena Artioli dalle primarie?
Secondo me lei non avrebbe dovuto presentarsi. Io lo considero un suo errore politico e gliel’ho anche detto. Non entro nell’ottica delle valutazioni espresse dal comitato di garanzia per escluderla. Lei dice che è stata spinta da Roma eccetera. Prendiamo atto, però io penso che la sua mossa sia stata vista come una specie di provocazione in quel momento. Personalmente poi io sono portato a interpretare la politica nell’ambito di una sobrietà di atteggiamenti e di movimenti. Forse sono fuori dai tempi. Essere più forti e aizzare oggi forse paga di più.
Il riferimento è ad Elena Artioli a cavallo con la spada sguainata che chiede l’esercito per la sicurezza?
Sì. Io ho una visione molto più sobria. Bisogna cercare di capire le ragioni di tutti. Spesso la verità sta nel mezzo. La mia formazione politica è questa. In parte è anche un difetto che molti mi attribuiscono. Ma questo non vuol dire che io non sia un combattente, attenzione. Sono uno che quando parte non molla.
Wenn es das nächste Mal darum
Wenn es das nächste Mal darum geht, Posten zu verteilen, dann kommen sicher wieder alle 35!
45, Joe!
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