Il M5S e l'autodeterminazione
Il MoVimento 5 Stelle pone domande, più che dare risposte. E d'altronde l'obiettivo dell'incontro tenuto al Kolping di Bolzano era chiaro già dal suo titolo: “Freistaat/autodeterminazione: una discussione aperta e senza preconcetti” è stato uno scambio di punti vista tra i relatori – lo storico Giorgio Delle Donne e due rappresentanti di Brenner Basis Demokratie Simon Constantini e Wolfgang Niederkofler – e il pubblico presente.
A fare gli onori di casa ci ha pensato la “pentastellata” Maria Teresa Fortini che ha dato anche un punto di vista di massima sul tema: “Il MoVimento 5 Stelle a livello nazionale non ha un punto di vista su questo tema, ma in generale siamo sempre favorevoli agli strumenti di democrazia diretta e abbiamo un'impostazione federalista, ma certo non per aumentare ulteriormente il centralismo della Provincia”. Una presa di posizione minimalista quindi, che ha subito lasciato spazio al dibattito.
Tra rimandi storici e repentini ritorni all'attualità, Giorgio Delle Donne ha affrontato il tema. “Spesso si fa confusione: Selbstbestimmung e Freistaat non sono certo sinonimi, come non lo sono cittadinanza e nazionalità. Ottenendo la prima non è detto che si arrivi al secondo. L'autodeterminazione riguarda il diritto di un popolo di scegliere il proprio futuro, ma su questo territorio ne convivono diversi: circoscrivere un territorio è relativamente semplice, più complesso è invece definire un popolo” spiega lo storico. Ma il principio di autodeterminazione non dovrebbe essere nel Dna della sinistra? “Nell'Ottocento è stato promosso dalla sinistra per portare avanti un principio democratico – continua –. Al senatore comunista Mascagni chiesi: perché nel '45/'46 non vi batteste per l'autodeterminazione dell'Alto Adige? Mi rispose che ormai vi vivevano tantissimi italiani, quindi era meglio battersi per migliorare l'autonomia: il principio generale era giusto insomma, ma da applicare nel giusto contesto storico”.
I due rappresentanti di Bbd hanno invece cercato di spiegare le posizioni per cui si impegna il movimento d'opinione creato attorno all'omonimo blog. Simon Constantini: “La nostra proposta è arrivare a uno Stato indipendente che sia un progetto comune per tutte le genti di questa terra: italiani, tedeschi, ladini, nuovi arrivati. Rinunciando a un concetto nazionale non ci sarebbero più minoranze, come in Svizzera dove francesi e italiani non si sentono certo tali. Va però sottolineato che l'autodeterminazione è un processo che sfocia in un referendum, ma nelle urne potrebbe anche prevalere lo status quo”. Wolfgang Niederkofler: “Portiamo avanti un concetto inclusivo, in cui ogni cittadino si deve sentire partecipe. Siamo contrari al ritorno all'Austria, cambierebbe poco. Il modello è piuttosto quello del plurilinguismo svizzero dove nessuno si sente minoranza. Si arriverebbe finalmente alla normalizzazione della politica locale: i liberali con i liberali, i socialdemocratici con i socialdemocratici, ecc. Ora viviamo in una situazione anomala per il fatto di vivere in uno Stato nazionale”.
Tra i molti interventi provenienti dal pubblico, anche quello appassionato di Eva Klotz che ha perorato la sua causa, chiarendo però che “se dopo un referendum la maggioranza decidesse di rimanere legata all'Italia naturalmente rispetterei questa decisione” e poi, un po' a sorpresa, di trovare “il modello svizzero molto interessante”. Tra gli esponenti del M5S, è intervenuto anche il consigliere comunale Claudio Vedovelli: “In linea di principio sono favorevole a un'autonomia integrale e lo sono per tutte le regioni italiane. Sono anche favorevole all'autodeterminazione in quanto principio democratico, ma parliamo sempre di trasferire potere dallo Stato alla Provincia, e i cittadini? Dobbiamo darci degli strumenti per intervenire concretamente nella gestione della cosa pubblica, perché in realtà oggi come oggi anche i cittadini tedeschi non contano molto”.
ottimo
Ottimo articolo, molto preciso e puntuale!
Gut!
Unvoreingenommener und sachlicher Artikel!
Non saprei citare a memoria,
Non saprei citare a memoria, ma ricordo che Grillo ai tempi dello tsunami e prima AVEVA un punto di vista sulla faccenda, coadiuvato peraltro dalla teorica politica refendaria del M5S. Quel che mi chiedo è il senso di 'in generale siamo sempre favorevoli agli strumenti di democrazia diretta e abbiamo un'impostazione federalista, ma certo non per aumentare ulteriormente il centralismo della Provincia'. Com'è possibile un'Italia federale senza aumentare la responsabilità territoriale? Altra storia poi se quel 'provincia' aveva degli obiettivi da colpire ben precisi, come dire, 'provincia' per non far nomi. E allora aumentiamo la centralità dei comuni? Lo dice che uno che, in parte pentito, ha votato M5S, e uno che crede fermamente nell'autodeterminazione, e non solo delle regioni, ma delle comunità di valle, per esempio. Detto questo, penso che di questo si potrà parlare fra un paio di generazioni, quando Bolzano avrà finalmente, forse, un tessuto sociale (ora osteggiato pacificamente dalle direzioni date nell'ambito della cultura) che avrà un'identità propria, e non quella ereditata dal vecchio - ma ancora attuale perché riattualizzato di continuo e per mancanza di alternative - odio.