Politik | Benko 2016

Caro Presidente, fermi il Commissario...

Il fronte del “No a Benko” chiama in causa il Presidente della Repubblica per scongiurare il via libera al progetto da parte del Commissario Penta.

Subito dopo la vittoria dei “sì” nella consultazione popolare sul cosiddetto “Progetto Benko”, il Commissario del Comune di Bolzano Michele Penta l'aveva annunciato: “Lunedì prossimo firmerò assieme al governatore provinciale Arno Kompatscher e allo stesso René Benko l'atto che dà il via libera all'operazione”. Il prossimo Consiglio comunale, poi, avrà il compito di elaborare il bando europeo che – salvo improbabili offerenti dell'ultimo minuto (ma si tratta di mettere sul tavolo qualcosa in più dei 100 milioni offerti dal tycoon austriaco, senza contare poi un suo successivo rilancio) – costituirà l'atto finale, o comunque un suo immediato antesignano, prima che ruspe e operai comincino a trasformare in modo irreversibile la zona interessata.

Nessuna speranza residua, quindi, per i contrari al progetto? Nel tentativo di fermare in extremis la mano del Commissario, scongiurando dunque il passaggio della firma, da più fronti si è deciso di agire rivolgendosi direttamente alla massima istanza che potrebbe ancora avere un'influenza. Ben due missive, composte dal comitato “Città nostra/Unsere Stadt” e dall'esponente dei Verdi bolzanini Marialaura Lorenzini, sono state indirizzate in queste ore a Sergio Mattarella con la “preghiera” di indurre Penta a ripensare tutta la faccenda e a non fare quello che, peraltro, il Commissario ha sempre dimostrato di voler fare.

Le due lettere ricapitolano in sostanza le ragioni del “no”, espongono tutti i dubbi di tipo procedurale che avrebbero viziato la consultazione – come peraltro rilevato dal Presidente del Comitato provinciale per le comunicazioni – e ricordano infine al Presidente della Repubblica che solo mediante l'elezione del nuovo Consiglio comunale la città di Bolzano avrà gli organi rappresentativi in grado di prendere tali decisioni con piena legittimità (aspetto, quest'ultimo, in realtà messo in dubbio proprio dall'entusiasmo con il quale molti esponenti politici cittadini si sono stretti attorno al Re Mida della riqualificazione).

Intanto, anche dal basso non mancano iniziative di protesta volte a ribadire come la vittoria del fronte favorevole al progetto sia stata “frutto di una lunga strumentalizzazione da parte dei politici e media locali che hanno venduto menzogne populiste su sicurezza e degrado parlando alla pancia della gente e scatenandone gli istinti più beceri per poi promettere la cura di ogni male”. Una riappropriazione dello “spazio pubblico” andata in scena nel primo pomeriggio di sabato 9 aprile, nonostante le condizioni atmosferiche e psicologiche non certo ideali.

Besser wäre doch, man würde versuchen, die Angelegenheit auf die Tagesordnung der nächsten Vollversammlung der Vereinten Nationen zu bringen, oder nicht?

Im Ernst: Warum hat man das nicht VOR der Befragung getan, sondern erst danach, als sie verloren ging?

Mo., 11.04.2016 - 13:17 Permalink