Politik | Bolzano 2016

Il coraggio di cambiare pagina

Domenica 22 maggio il ballottaggio: a Bolzano si vota con il commissario alla porta.

Bolzano non è forse la città che nelle classifiche sulla qualità della vita si colloca da anni ai primi posti? Che detiene il record di abitanti che si spostano in bicicletta? Tutto vero. Ma se le statistiche misurassero anche la qualità della politica, il capoluogo altoatesino con i suoi centomila abitanti calerebbe notevolmente nelle graduatorie.

Il 22 maggio i cittadini sono chiamati alle urne per la quarta volta in un anno (referendum esclusi). A 12 mesi di distanza torna un nuovo ballottaggio per un altro sindaco. Quello uscente, Luigi Spagnolli, dopo mesi di trattative inutili è stato sfiduciato, perché in consiglio comunale le astensioni sono conteggiate come voti contrari.

Da novembre Bolzano è amministrata dal commissario napoletano Michele Penta. Una città litigiosa con 17 partiti e 13 candidati sindaco che si sono sfidati al primo turno. Partiti italiani, tedeschi e interetnici. Con logiche politiche spesso astruse e risultati sorprendenti. Anche se tre quarti degli abitanti sono di madrelingua italiana, la Südtiroler Volkspartei (Svp) è risultata primo partito con il 17 per cento delle preferenze, ma senza portare il suo candidato al ballottaggio. Sfida nella quale domenica si affronteranno – senza suscitare troppe emozioni – l’ex city manager Renzo Caramaschi per il Partito democratico e il dentista Mario Tagnin per il centrodestra.

Per capire la politica di Bolzano è utile sapere che è la città di Michaela Biancofiore (”Sono una fondamentalista berlusconiana”). In dieci anni l’amazzone azzurra è riuscita letteralmente a demolire Forza Italia (Fi), provocando liti a cascata. Alle ultime elezioni provinciali Forza Italia insieme alla Lega e a una lista civica è arrivata al 2,5 per cento: un disastro. Questa volta Silvio Berlusconi ha mandato a Bolzano la commissaria regionale del partito, Elisabetta Gardini, che ha imposto il candidato sindaco Tagnin (e Biancofiore l’ha presa come uno sgarbo personale).

Entrambi i candidati del ballottaggio partono con un notevole handicap: nessuno dei due può disporre di una maggioranza omogenea in consiglio comunale. Anche a Bolzano si sono infatti rafforzati i partiti antisistema: il 6,2 per cento all’ultradestra di Casapound (”Bolzano ai bolzanini”), l’11,6 per cento al Movimento 5 stelle, che rifiuta sdegnosamente di stringere alleanze con i rappresentanti della “vecchia politica”. La Svp sostiene il candidato Pd, chiedendo un’improbabile “Grosse Koalition” con l’avversario Tagnin perché non vuole più coalizzarsi con i Verdi (6,1 per cento), bollati come eterni bastian contrari. E senza il partito fondato da Alex Langer negli anni ottanta, Caramaschi non dispone di una maggioranza.

Mentre i partiti si azzuffano, il commissario si occupa delle cose concrete. In pochi mesi ha sbloccato molti progetti fermi per veti incrociati e proteste e i cittadini hanno dimostrato di gradire. Ha indetto un referendum sul discusso progetto del magnate austriaco René Benko per un centro commerciale con albergo, uffici e appartamenti vicino al duomo, che da due anni aveva provocato polemiche interminabili. Progetto approvato dal 65 per cento degli elettori.
 

La complicazione del voto etnico

A Bolzano municipio e palazzo della provincia sono vicinissimi, ma la distanza politica è notevole. Perché su tutte le infrastrutture importanti l’onnipotente provincia ha voce in capitolo. Lì il rapporto etnico di Bolzano si capovolge: tre quarti di lingua tedesca, un quarto di italiani. E mentre la giunta provinciale è percepita come decisionista, quella comunale è criticata per la sua tendenza al rinvio.

Un rapporto sofferto, dove s’intrecciano anche pregiudizi e insofferenze etniche. La recente proposta di Matteo Salvini, favorevole ad un referendum sull’autodeterminazione del Sudtirolo, ha disorientato la maggioranza degli abitanti di lingua italiana. Alle elezioni l’appartenenza etnica si esprime in logiche spesso sottili: mentre Verdi e M5s prendono da entrambi i gruppi etnici, quelli di Casapound, Svp e Forza Italia sono partiti monolingui.

In molti si chiedono perché in una città così profondamente ferita dal fascismo, con benessere diffuso e qualità di vita elevata, Casapound abbia potuto cogliere un risultato così significativo. Il motivo? Un non meglio definito disagio sociale, mancanza di sicurezza, troppi immigrati, disattenzione del comune - le solite questioni.

Alla stazione della città si è esaurito il fiume di migranti diretti verso il Brennero. I pochi che ci provano vengono intercettati dalle pattuglie di polizia. Nell’hotel Alpi, situato a ridosso della stazione e acquistato dall’immobiliarista Benko, ora vive un centinaio di immigrati africani. Tra poco sarà abbattuto per far posto al discusso centro commerciale. E saranno nuove liti nell’inquieto capoluogo. Che si ripeteranno anche tra tre settimane al referendum per l’allargamento dell’aeroporto, sul quale favorevoli e contrari stanno dandosi battaglia da settimane.

Ai bolzanini non mancano certo i motivi per lamentarsi. Ma manca il coraggio di cambiare pagina. Così al ballottaggio l’astensione toccherà quasi sicuramente il 50 per cento (o forse ancora di più, come 12 mesi fa). Intanto, il prossimo commissario è già dietro alla porta.

 

Questo articolo è apparso oggi, 20 maggio, su Internazionale.

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luigi spagnolli Fr., 20.05.2016 - 22:17

Lieber Gerhard,
ognuno ha la sua opinione, e va rispettata. Le cose non vere però vanno smentite.
Io non sono mai stato sfiduciato: se il riferimento è al voto di luglio sul PRU, rammento che, essendo allora la maggioranza in Comune divisa sul tema, avevo ufficialmente lasciato libertà di voto. Il 24 settembre, invece, ho rassegnato le dimissioni, mandando di fatto a casa tutti (lo dico con un certo orgoglio, perché sono convinto che aver mandato a casa quell'insieme di personaggi, seppure eletti dal popolo, sia stato un bene per la città. Di cui rivendico il merito, e di cui ho pagato il prezzo in prima persona).
Ciò, dopo aver preparato, durante l'estate, una serie di pratiche per l'avvento del Commissario. Quindi: sfiduciato sarà lei, direbbe Totò.
Quanto al Commissario Penta, segnalo per l'appunto che la gran parte dei procedimenti amministrativi che ha portato a termine non erano affatto "progetti fermi per veti incrociati e proteste": erano invece, in buona parte - Grieserhof, Campofranco, Regolamento Piazza Erbe, eccetera - procedimenti avviati dal sottoscritto e dalla mia Giunta e lasciati volutamente in uno stato di avanzamento che gli consentisse di portarli a termine. Anche la consultazione popolare per il PRU di Via Alto Adige era stata preparata da noi (chiedere ai funzionari, per conferma): non l'avevamo portata a compimento perché in Consiglio Comunale non sarebbe passata. Rammento che i Commissari non avviano nulla: chiudono ciò che è già avviato, se l'avvio è stato buono.
Aperta parentesi: Sindaco e Giunta lavorano, ma poi il Consiglio deve approvare il loro lavoro. Se non lo fa, la città si blocca. Molti al mio posto avrebbero tenuto duro sperando che si sbloccasse: io ho preferito farla sbloccare dal Commissario e mandarla dopo otto mesi a nuove elezioni, sperando che andassero meglio delle ultime mie. Col Commissario è andata abbastanza bene, con le elezioni mah, vedremo nei prossimi 32 giorni. Chiusa parentesi.
In conclusione: rispetto per le opinioni. Ma attenzione a non dire cose non vere, sulle quali poi l'immaginario collettivo costruisce fantasie sbagliate.

Fr., 20.05.2016 - 22:17 Permalink
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luigi spagnolli Sa., 21.05.2016 - 10:58

Antwort auf von luigi spagnolli

Caro Alfred,
non c'è mai stato alcun accordo tra me e Hager: fa piacere pensarlo ai detrattori del PRU di Via Alto Adige, perché così possono sfogarsi, spargendo guano ovvero alimentando sospetti su di me, della delusione di essere stati sconfitti nella consultazione popolare dello scorso aprile. No, caro Alfred: non ho mai fatto accordi "strani", semplicemente perché sono una persona onesta. Ho invece sempre portato avanti le idee ed i progetti in cui credo, e credo che il PRU di Via Alto Adige (che è molto più di un Kaufhaus) sia un bel progetto utile per la città. Mentre ritengo estremamente deleterio e dannoso il progetto di una enorme struttura commerciale ASPIAG in Via Einstein, sulla quale i diversi Neinsager professionisti di Bolzano tacciono in modo assordante. Sorge il sospetto che siano, come Rudi Rieder dimostra, tutti amici dei Laubenkönige (che peraltro hanno molto più da perdere se si fa il megaASPIAG che se si fa il PRU)...

Sa., 21.05.2016 - 10:58 Permalink
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Gerhard Mumelter Sa., 21.05.2016 - 07:10

Ich gebe gerne zu, dass die denkwürdige Abstimmung im Gemeinderat nicht offiziell als Misstrauensvotum deklariert war. De facto aber hatte sie dieselbe
Wirkung. Denn jeder wusste um die Bedeutung dieser Abstimmung Bescheid. Wenn ein Mitglied der Mehrheit wie Anna Pittarelli trotz Koalitionszusage dem Bürgermeister eine Niederlage zufügt, wird ihm damit das Vertrauen entzogen.
Die Videoaufnahmen bezeugen das eindrücklich.

https://www.stol.it/Artikel/Politik-im-Ueberblick/Lokal/Spagnolli-Wenn-…

Sa., 21.05.2016 - 07:10 Permalink
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luigi spagnolli Sa., 21.05.2016 - 10:01

Lieber Herr Mumelter,
Sie reden jetzt von der mißgangenen Genehmigung des Stadtrates Ende Juni. Aber Sie vergessen wieder, dass am Tag darauf der Stadtrat doch genehmigt worden ist, ohne Pitarelli und mit den Grünen.
Also wieder: reden Sie nicht vom Vertrauen. Das Vertrauen des Gemeinderates habe ich nie verloren, sondern ungekehrt: der GR hat mein Vertrauen verloren. Und ich habe ihn heimgeschickt. Das ist Geschichte.
Wiederhole: sfiduciato sarà lei, non io.

Sa., 21.05.2016 - 10:01 Permalink
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carlo sperzna So., 22.05.2016 - 08:55

signor Mumelter
ammetta ha preso un granchio.
mi pare chiara la posizione del ex sindaco spagnoli. lui ha sfiduciato il consiglio. si figuri che questi volevano tornarsene a casa... e rinunciare a la poltrona anche se piccola di consigliere. comunale.

So., 22.05.2016 - 08:55 Permalink
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Gerhard Mumelter Mo., 23.05.2016 - 05:01

Il granchio l'hanno preso i cittadini di Bolzano che speravano nella formazione di una giunta e che invece ad una distanza di 12 mesi si sono visti costretti a recarsi nuovamente al ballottaggio. Con un astensionismo del quasi 60 per cento, espressione tangibile della siderale distanza tra cittadini e politica.

Mo., 23.05.2016 - 05:01 Permalink