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Stop agli ispettori nelle aziende altoatesine?

Nel far west della legislazione sul lavoro anche la Provincia dà il proprio discutibile contributo.
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Nel non lontano settembre 2015, Italia Oggi pubblicava un articolo dal titolo: “Stop agli ispettori nelle aziende altoatesine”; era il preoccupato commento alla prima bozza del disegno di legge di riforma dell'attività ispettiva dell'assessora Martha Stocker.

Nonostante le diverse iniziative intraprese dalla Funzione Pubblica Cgil Agb, dai Verdi (ormai rimasti la sola forza politica in Consiglio provinciale a difendere i lavoratori come fossero una specie in via di estinzione), alla fine la riforma è passata senza apprezzabili modifiche ben nascosta nella cosiddetta legge omnibus (disegno di Legge provinciale 71/16) recentemente approvata.

Cosa prevede la riforma?

La giunta provinciale potrebbe decidere, in contrasto con le norme nazionali, come indirizzare l'attività ispettiva e, cosa ancora più grave, si concederebbe la possibilità di rendere prive di efficacia le norme amministrative che sanzionano comportamenti vietati dalla legge, sostituendo la sanzione con una ammonizione (sarebbe bello anche per il divieto di sosta: una pacca sulla spalla e via).

Ulteriori limitazioni alle attività ispettive prevederebbero controlli indiretti attraverso la consultazione di banche dati ecc. In effetti, è antipatico trovare lavoratori in nero in un albergo durante la stagione turistica, davanti ai clienti. Molto meglio fare i controlli fuori stagione, oppure consultare una banca dati .. dove chiaramente i lavoratori in nero non sono iscritti.

L'ispettorato provinciale effettua sia i controlli relativi alla sicurezza nei luoghi di lavoro che quelli amministrativi, relativi cioè alla regolarità contributiva, al contrasto al lavoro nero ecc. Queste funzioni sono esercitate per delega dello Stato, ciò significa che la Provincia in questa materia non ha alcun margine discrezionale e deve necessariamente applicare le norme e le linee guida nazionali.

In uno scenario di generalizzato attacco ai diritti dei lavoratori, questo ulteriore intervento di depotenziamento, dovrebbe preoccupare tutti i lavoratori e in particolare i futuri lavoratori che, già al primo impatto con il mondo del lavoro si troveranno, senza tutele, in un autentico far west.

A destare ulteriori preoccupazioni, stando al comunicato stampa ufficiale del Consiglio provinciale sul dibattito (leggi il comunicato), è lo scarso livello degli interventi dei consiglieri e la poca conoscenza della materia. Tutti gli interventi avrebbero riguardato stranamente solo gli aspetti relativi alla sicurezza sul lavoro, argomento sul quale chiunque, sulla carta, si può preparare un intervento pieno di buone intenzioni.

Ovviamente non sono mancati anche interventi inappropriati quale quello di Pius Leitner, che avrebbe consigliato di reinvestire in misure di sicurezza i proventi dell'attività ispettiva; peccato che è già previsto dalle norme nazionali alle quali la Provincia non risulta essersi uniformata.

Dieter Steger, parafrasando l'articolo 15 (almeno stando al comunicato stampa) ha estratto dal cilindro la poco originale litania secondo la quale: “non è sempre responsabilità dell'imprenditore se ci sono incidenti” - e neanche se ci sono lavoratori in nero, aggiungerei...

Gelida la risposta dell'assessora Stocker che, sempre stando al comunicato stampa ufficiale, non affronta il merito ma sostanzialmente riepiloga tutto ciò che di buono è stato detto, per non rispondere ai mirati questiti di Riccardo Dello Sbarba.

Non è dato sapere quindi, se solo per insipienza o per malcelato calcolo opportunistico, tutti i temi relativi ai controlli cosiddetti amministrativi alle aziende sono stati evitati ed epurati dal dibattito consiliare. Infatti, stando al comma 3 del famigerato articolo 15 della legge omnibus, in un clima di serena collaborazione fra aziende e il riformato ispettorato, potrebbe farsi largo, fra tutti coloro che considerano il lavoro nero come un valido sistema per abbattere il costo del lavoro, la convinzione secondo la quale, poiché l'ispettore, trovando uno o più dipendenti non in regola ammonisce l'azienda a regolarizzare immediatamente la posizione, finché non arriva la visita ispettiva è ammesso tenere un certo numero di collaboratori in nero (cosa che peraltro succede anche in presenza di pesanti sanzioni, figuriamoci senza).

Ma è proprio sui temi della sicurezza, tanto cari a tutti i nostri consiglieri, che la riforma rivela le più grosse lacune. Trattandosi in tal caso per lo più di violazioni di carattere penale, in nessun modo è possibile intervenire da parte del legislatore provinciale, se non impedendo all'ispettorato di effettuare materialmente i controlli, possibilità questa che sarebbe in palese contrasto con la legislazione nazionale in materia e con le prerogative del Ministero competente e in futuro dell'Agenzia Unica per le ispezioni del lavoro come previsto dalla legge 183/2014.

Infine, se dovessero passare queste cosiddette innovazioni, oltre che un diverso trattamento delle imprese altoatesine rispetto a quelle degli altri territori, passerebbe l'idea che il rispetto delle regole è una questione relativa e che farsi furbi cambiando le regole può essere una soluzione percorribile.

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Andrea Beggio Fr., 27.05.2016 - 11:51

Parli con chi da anni fa queste battaglie nell'ispettorato, quindi sfondi una porta aperta. Comunque la forza del sindacato è funzione del numero di lavoratori iscritti che rappresenta.

Fr., 27.05.2016 - 11:51 Permalink