“Ein aussagekräftiges Monument”
Alle due di pomeriggio una morsa di caldo sta afferrando Bolzano mentre, trovando un po' di sollievo nella corrente d'aria che filtra tra le colonne littorie, il sindaco Renzo Caramaschi parla con l'assessore Luis Walcher e lo storico Hannes Obermair. Tutti sono in attesa dell'arrivo delle auto che trasporteranno il presidente della Repubblica austriaca Heinz Fischer, reduce dalla prima parte della sua visita e da un pranzo al ristorante Patscheiderhof di Signat. Il corteo presidenziale giunge nello spazio antistante il tempio fascista alle due e mezzo, con un leggero ritardo rispetto all'orario preannunciato. Insieme alla massima carica istituzionale transalpina, ci sono il Landeshauptmann Arno Kompatscher e Luis Durnwalder. Non pervenuti, invece, i rappresentanti del mondo politico italiano. Il sindaco accoglie così la rappresentativa esclusivamente “tedesca” ai piedi del Monumento. Brevi cenni di saluto, strette di mani e si comincia.
Come ha riferito Kompatscher, è stato lo stesso Fischer ad esprimere il desiderio di visitare il centro di documentazione aperto ormai da due anni. Una scelta che assume perciò un notevole significato e che non è azzardato definire “storica”. Si tratta infatti di un sigillo di approvazione, apposto al massimo livello possibile, sull'opera di musealizzazione e contestualizzazione che ha depotenziato uno dei simboli più controversi e urticanti del passato dittatoriale. Dopo aver salito le scale, il presidente austriaco si è disposto accanto al Cristo Redentore di Libero Andreotti per concentrarsi sulle spiegazioni offertegli da Obermair, direttore dell'archivio storico di Bolzano. Il piccolo gruppo ha quindi proseguito la visita negli ambienti sottostanti.
“Il presidente – ha raccontato Obermair – ha colto immediatamente il significato d'insieme del percorso espositivo, ha perfettamente capito cioè che il nostro intento era quello di preservare nella sua integrità il Monumento, cambiandone però radicalmente il senso. Ha inoltre manifestato un particolare apprezzamento per il fatto che si sia trattato di un'opera di mediazione tra i diversi soggetti istituzionali, Stato, Provincia e amministrazione comunale”. Parole rispecchiate dalla breve dichiarazione rilasciata da Fischer a conclusione della sua visita: “Questo è un esempio di come sia possibile rielaborare la storia e trovare soluzioni positive in modo condiviso. Oggi ho visto un Monumento estremamente significativo”.
Prima di uscire e di mettersi nuovamente in marcia alla volta di Bregenz, Fischer ha firmato il libro delle visite scrivendo un messaggio entusiasta: “Das haben Sie sehr gut gemacht! Danke vielmals, Heinz Fischer”. Siparietto finale per Renzo Caramaschi, un po' impacciato e indeciso sul da farsi con un mazzo di fiori davanti alla moglie del presidente, Margit Fischer. Alla fine è stata la stessa consorte di Fischer a togliere dalle mani del sindaco il mazzo di fiori e a porgerlo subito alla moglie di Arno Kompatscher: “E' meglio che li tenga lei, così li può mettere al più presto in un vaso pieno d'acqua, se li portassimo a Vienna appassirebbero”.
Ma come. Non c'erano i
Ma come. Non c'erano i rappresentanti italiani. Non hanno invitato l'ex sindaco Spagnolli. La persona che piu ha voluto la musealizzazione del Monumento e a cui va il grande merito di averlo depotenzializzato?
Giusto così, Carlo Sperzna.
Giusto così, Carlo Sperzna. Il Sindaco ora è Renzo Caramaschi e rappresenta la città, che è ovviamente stata fatta sotto altri Sindaci, visto che lui è appena arrivato. Trovo invece discutibile, anche se foriero di immediate reazioni di pancia ed in tal modo funzionale agli intenti dell'autore, che ha scritto per vedere reazioni anzichenò, la stucchevole sottolineatura della mancanza di rappresentanti italiani. Il Sindaco c'era, e non mi pare tedesco. Quanto ad Assessori e Consiglieri provinciali, se c'è il Landeshauptmann li rappresenta già lui. Così come se c'è il Sindaco non serve che ci sia il Vicesindaco. Gli amministratori eletti hanno da lavorare, non da farsi vedere. Come invece pensano, oltre che taluni mediamaker, molti neofiti della politica.
Antwort auf Giusto così, Carlo Sperzna. von luigi spagnolli
A quanto ne so il
A quanto ne so il vicepresidente della Provincia si trovava (e si trova in vacanza). Il presidente del Consiglio provinciale, invece, dovrebbe essere qui, ma avrà certamente avuto molto da fare il sabato pomeriggio alle due. E del resto simili cariche non sono mai alla ricerca di occasioni per farsi vedere. No, no. Lavorano al chiuso dei loro uffici anche quando accade qualcosa di "storico" lì a due passi. Qualcuno ci crede?
Antwort auf Giusto così, Carlo Sperzna. von luigi spagnolli
grazie signor Spagnolli della
grazie signor Spagnolli della precisazione. Anche qui dimostra lungimiranza e solide radici democratiche contro le sirene della divisione ad oltranza. come se fosse sempre una partita di calcio. capisco che e piu facile pensare in quest' ordine di idee.
Pensavo che sarebbe stato un bel gesto da parte di Kompatscher et al. se ci cosse stato anche lei che piu di tutti ha voluto questo museo molto bello. Ma queto non era forse l' ambito giusto per ringraziarla per aver depontenziato il simbolo piu nefasto
Caro De Luca, è vero, ci
Caro Di Luca, è vero, ci crederanno in pochi, ma finché i media continueranno a sottolineare questo come altri luoghi comuni, sarà sempre difficile credere che Le cose cambiano. Non perché non cambiano (infatti il presenzialismo dei politici è molto più ridotto che in passato), ma perché i media continuano a raccontarla così. Non rendendo giustizia a quei politici che provano a cambiare, e rafforzando nel popolo i luoghi comuni che squalificano la politica oltre i suoi demeriti. Non c'è da stupirsi che poi vinca l'antipolitica, che ben sa cavalcare, grazie alle menti fini alla Casaleggio, queste mediatiche fissazioni...