Un nome controverso
Cambiare il nome di Piazza della Vittoria, e probabilmente anche dell’Arco di Piacentini, in piazza e Monumento della Pace, questa l’idea lanciata dal sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi ieri, 27 luglio, in occasione della presentazione del volume dedicato a BZ ’18-’45: un monumento, una città, due dittature, il percorso espositivo allestito sotto il Monumento alla Vittoria. Un auspicio - del tutto personale, da cittadino, come ha tenuto a precisare Caramaschi - che non ha mancato di sollevare, tuttavia, alcune polemiche. “Francamente la cosa ci ha stupiti moltissimo - afferma il consigliere comunale di Alleanza per Bolzano Giorgio Holzmann -, poiché un analogo tentativo fu compiuto dal sindaco Salghetti, non certo per sua volontà ma a causa di alcune posizioni estremiste emerse nella Giunta di allora. La vicenda, com’è noto, culminò con un referendum che ebbe un risultato incontrovertibile: il 62% disse di no! Da allora sono passati quasi 15 anni. Il cosiddetto “depotenziamento! Ha fatto il suo corso anche in modo strisciante, certamente non si è cercata la condivisione con la parti politiche che più di tutte le altre avevano a cuore il significato del Monumento e della piazza”.
Holzmann si rivolge quindi al primo cittadino: “Ora che la situazione è sotto controllo e da parte di nessuno si sollevano questioni, Lei vorrebbe trascinare la città in un altro referendum, dividerla, avvelenare il clima di convivenza, rinfocolare vecchie rivendicazioni, portare il confronto politico allo scontro? Che senso ha tutto questo in un momento in cui finalmente la convivenza funziona in questa città? Ritiene che il suo compito come Sindaco sia quello di distruggere questo risultato faticosamente raggiunto, cambiando nuovamente nome alla piazza?”. Si accoda anche Enrico Lillo, coordinatore provinciale a Bolzano di Conservatori e Riformisti e consigliere del quartiere Don Bosco: “Con gli ultimi atti, si è riusciti nell’ardua impresa di trovare il giusto equilibrio, per un monumento fonte di notevoli scontri politico-culturali, che si sono protratti per molti anni. Fomentare nuovi scontri sul tema, proponendo un possibile cambio del nome, lo trovo irresponsabilmente scorretto”.
Contraria al cambio di nome anche Cornelia Brugger, consigliera comunale di Brunico: “Piazza della Vittoria in piazza della Pace? Non sono d'accordo sindaco Renzo Caramaschi. Bene la storicizzazione del Museo, che serve a spiegare un periodo che non ci piace e che non dobbiamo far tornare. Ma il problema etnico che è ancora presente nella nostra terra, grazie anche alla politica (Svp compresa), non si risolve con il cambio di un nome, ma con comportamenti e azioni quotidiane, a partire e soprattutto dalle istituzioni. Spesso, però, non assistiamo a spettacoli edificanti: vedi eliminazione in Consiglio provinciale del termine altoatesino. Investiamo energie in questioni più prioritarie rispetto a battaglie già combattute e prive di importanza”.
Più conciliante, al contrario, la consigliera provinciale dei Verdi Brigitte Foppa che reputa l’idea del sindaco interessante sottolineando però che “si tratta di un campo delicatissimo, e bisogna prima di tutto pensare a cosa si è imparato da quel tentativo fallito - dichiara Foppa al Corriere dell’Alto Adige -. Penso che la questione del nome di piazza della Vittoria rappresenti una ferita molto profonda. L’obbiettivo è giusto ma per realizzarlo bisogna prima di tutto intraprendere la strada della condivisione”. Il dibattito sul nome non è nuovo alle cronache; nel 2015, infatti, durante la campagna elettorale per le amministrative, si propose anche piazza dell’Antifascismo (mozione di Luis Walcher, Svp) e piazza Langer, iniziativa, quest'ultima, avanzata da Nadia Mazzardis del Pd. Tagliò corto l’allora sindaco Luigi Spagnolli: “Un referendum c’è stato e Bolzano ha deciso che deve rimanere piazza Vittoria”.
Da bin ich aber froh, dass
Da bin ich aber froh, dass sich diesbezüglich auch eine Brunecker Gemeinderätin zum Thema zu Wort meldet....
Il relitto fascista dovrebbe
Il relitto fascista dovrebbe essere smantellato. Passeggiando con un amico tedesco per la piazza e l'annesso piccolo parco, ci siamo sentiti a disagio: io per un paese che non si è, in fondo, confrontato con il suo passato, e questa città che identifica "italianità" con tali monumenti. Lui, perché da anni che viene passare le vacanze in Alto Adige, non si è mai reso conto della conflittualità.
Wie man sieht wurde das
Wie man sieht wurde das südtiroler Medien-Sommerloch eröffnet.
Mein heuriger Vorschlag zum Thema: Schandmal abbauen, Marmor verkaufen und ein schönes Flüchtlingsheim mit den Namen "Casaproud" hinbauen.