Politik | Meinung

„Autodeterminazione? Superflua.“

Wie erlebt ein Grüner und Italiener einen Abend, der ganz der Selbstbestimmung gewidmet ist? Riccardo dello Sbarbas Tagebuch* zur Freitags-Session des Konvents der 33.

Scocca l'ora dell'indipendenza. Per dimostrare che nessun tema è tabù, la Convenzione dedica una intera sessione tematica (su 5) alla Selbstbestimmung. La squadra dell'autodecisione è al gran completo, dal Bundesgeschäftsführer degli Schützen Florian von Ach alla Kulturreferentin Margareth Lun. Dunque “Iatz!, es isch Zeit”.

Apre le danze la giovanissima Verena Geier, Bundesmarketenderin: quello all'autodeterminazione è un diritto inalienabile dei popoli, sancito dall'Onu e recepito dall'Italia con la legge 881 del 1977. Nel Risorgimento le regioni italiane entrarono nel nuovo stato coi plebisciti, mentre ai Sudtirolesi la possibilità di decidere è sempre stata negata. Adesso questo diritto va inserito nello Statuto per aprire un percorso che l'avvocato Ewald Rottensteiner descrive così: “Qualcuno propone un referendum, si raccolgono un certo numero di firme e poi si vota”.

La prima risposta è (troppo) semplice: “Siete fuori tema”. Viene da Vezzali (“Metto una pregiudiziale”), da Bizzo (“Non ci si può sposare e allo stesso tempo divorziare”), da Corrarati (“Prospettiva affascinante, parliamone una volta all'osteria”). Però il tema della serata è stato deciso a suo tempo anche col loro consenso. Quindi ciccia.

“Questo diritto ci spetta, o avete paura di far esprimere il popolo?”

Come al solito è Wolfgang Niederhofer, anima dell'agenzia di viaggi ecologici “Vai e via” e della piattaforma “Brennerbasisdemokratie”, a fare il discorso più raffinato. L'autodeterminazione non è solo un voto sì-no, ma un processo sociale che va visto come occasione affinché chi vive in questo territorio, qualunque lingua parli, possa riflettere con gli altri sul proprio futuro, se meglio l'autonomia o l'indipendenza o quale. Un confronto che potrebbe creare un'identità condivisa: “eine win-win Situation”. Insomma, la via interetnica alla Selbstbestimmung. Affascinate, no? Vero, signor Corrarati?

Adesso tocca a me a parlare. Segnalo che per l'Onu autodeterminazione non è sinonimo di secessione, che distingue tra autodeterminazione “interna” ed “esterna” e solo quest'ultima è secessione e viene riconosciuta solo se la prima è impraticabile. L'autodeterminazione interna consiste nella libertà di ogni popolazione di “determinare liberamente il proprio sviluppo economico, sociale e culturale e la propria piena partecipazione politica”. E' evidente che per la minoranza linguistica sudirolese l'autonomia è la forma della propria “autodeterminazione interna”. O qui qualcuno – ho chiesto - pensa che al Sudtirolo sia negato lo sviluppo, o la rappresentanza nelle istituzioni, quando a Roma abbiamo in proporzione più senatori e deputati di tutte le altre regioni? In queste condizioni come giustificare la secessione? E questo è un primo punto. Poi sono passato alle proposte. Ho chiesto: che cosa dovrebbe contenere il nuovo Statuto per consolidare il quadro dell'autonomia? E ho proposto tre punti:

         Primo, l'accordo Degasperi-Gruber. Perché rappresenta l'ancoraggio internazionale dell'autonomia. Se il parlamento dicesse sì a questo punto, la tutela internazionale per Bolzano e Trento sarebbe “costituzionalizzata”.

         Secondo, l'integrazione europea, importante citarla proprio ora che vacilla. L'autonomia ha senso e futuro solo in un'Europa senza frontiere.

         Terzo, la cooperazione transfrontaliera, per dare sostanza a questa Europa dai confini aperti. Questi tre punti dovrebbero stare nel nuovo Statuto e hanno possibilità di essere accolti, non l'autodeterminazione.

“Se è vero che l'autodeterminazione è un processo, ed è così, allora questo è già in corso!”

Mi risponde subito  Margareth Lun: “Questo diritto ci spetta, o avete paura di far esprimere il popolo?”.  A questo punto fa il suo esordio in Convenzione il prof. Roberto Toniatti, fresco di nomina. Dice che “quanto detto da Dello Sbarba va attentamente valutato” e poi gioca il suo asso pigliatutto: “Se è vero che l'autodeterminazione è un processo, ed è così, allora questo è già in corso!”. Stupore in sala: come come professore? Spiega Toniatti: se ne discute da anni, ci sono partiti che ce l'hanno al primo punto del programma, partecipano alle elezioni e eleggono propri rappresentanti. E questo non lo considerate un “processo aperto”? - non ha senso chiedere qualcosa che c'è già. Se poi gli indipendentisti non hanno convinto la maggioranza, beh, affari loro (l’ultima frase è mia).

A metà serata finalmente si risveglia la Svp, finora rimasta alla finestra. Parte Andreas Widmann, ala economica, avvocato: “Prima di dire che sono d'accordo totalmente con le proposte di Dello Sbarba, una premessa...”. La premessa è che il confine del Brennero fu ingiusto, ma finché regge l'autonomia non c'è ragione per abbandonarla. Poi torna alla sua “totale condivisione dei 3 punti di Dello Sbarba”: sono proprio quelli giusti per una nuova fase dell'autonomia. Rincara Magdalena Amhof: “L'autodeterminazione è un diritto e nessuno ce lo toglie, non serve una frase nello Statuto”. Ma proponendolo al parlamento italiano – ribatte Niederhofer - si avvierebbe la trattativa per un accordo bilaterale come tra Gran Bretagna e Scozia!   Beatrix Mairhofer, sindaca della val d'Ultimo, lo riporta sulla terra: “Ma che accordo bilaterale. Con l'autonomia di cui godiamo nessuno capirebbe la richiesta di secessione, finiremmo nel totale isolamento internazionale!”.

“Forse sarà necessario convocare un Konvent 2.0, tutto dedicato alla Selbstbestimmung”.

A questo punto la pattuglia autodecisionista si divide: tra chi calca la mano e dipinge un Sudtirolo come una colonia “fremdbestimmt” e chi invece suggerisce che “chiedendo l'autodecisione magari otteniamo più competenze”. Sperano così di riacchiappare la Svp, parlando una lingua che capisce, ma senza Durnwalder (assente per compleanno) che gli tira la volata, restano soli. L'ultimo tentativo lo fa Ewald Rottensteiner, che ai “tre punti che condivido” (l'accordo Degasperi-Gruber? dai, figuriamoci) vorrebbe aggiungere “il quarto”: indovinate quale? Ma la proposta cade nel vuoto.

Siamo agli sgoccioli, l'autodeterminazione ha ancora un paio di colpi di coda. Il primo glielo regala Urzì. Il consigliere provinciale chiede di intervenire – diritto che gli dà la legge – si sdegna che di certe cose solo si parli e minaccia “conseguenze penali”. T'immagini che paura. Regala agli altri la possibilità di fare le vittime: loro paladini della libertà, lui dello Stato - ed entrambi sono contenti così. Il secondo scivolone lo fa il buon Christoph Perathoner, avvocato e Obmann Svp. Riprende gli ormai famosi “tre punti”, ma poi si infila in un discorso complicato su una “demokratische Selbstbestimmung” che forse, riferita a tutti i gruppi linguistici, forse forse potrebbe entrare - furbo anche lui, però... L'ultimo tentativo lo fa Niederhofer: “Forse sarà necessario convocare un Konvent 2.0, tutto dedicato alla Selbstbestimmung”. Un secondo Konvent? Oh mamma mia.

Così la questione è esaurita. Per parlarne se n'è parlato. E si è scoperto che, più che sacrosanta o vietata, affascinante o minacciosa, è semplicemente superflua. Tranquilli: non ci sarà alcuna Selbstbestimmung nel prossimo Statuto di autonomia. 

* Der Text wurde auf dem Blog des Grünen Landtagsabgeordneten Riccardo dello Sbarba veröffentlicht. 

Südtirol ist wahrscheinlich das einzige Land der Welt, in dem bei der Nennung des Begriffspaares "Grün" und "Selbstbestimmung" immer unterschwellig ein Widerspruch mitschwingt.

So., 25.09.2016 - 12:45 Permalink

L'ho fatto già un mucchio di volte. Anche su quel simpatico sito che pratica la censura nei miei confronti. Quindi non ho voglia di ripetermi. Chiunque capisca un po' la realtà locale si rende facilmente conto che in una terra come questa il tema dell'autodeterminazione può servire solo a dare la stura ai nazionalismi contrapposti. Con ciò auguro a bbd altri dieci anni di entusiasmante vaniloquio.

So., 25.09.2016 - 16:25 Permalink

Ma Lei non sa, che nel nascosto, nei masi della Val Sarentino, vengono pianificate le mosse per una prossima indipendenza dei "Sarentini" (razza eletta) dai terroni bolzanini, sia dai "Stadtfacken und Laubenbarone" sia dai "shangaioli maledetti". Stanno approntando progetti per costruire porte scorrevoli sui nuovi tunnel, per poter far entrare solo chi è gradito e paga il pedaggio. Invece di un passaporto ci vorrà una cintura "mit Federkielstickerei", per poter entare. Si sussurra che i Laubenbarone siano già tutti provvisti della stessa. Sembra inoltre che altre vallate stiano cercando di copiare le mosse dei sarentini. I gardenesi ed i badioti, si dice, hanno optato per il portafoglio, come passaporto. Chi vorrà entrare deve mostrare un portafoglio ben fornito, altrimenti se ne vada da un altra parte. Ecco questo sarà, probabilmente, il Sudtirolo indipendente tra qualche anno.

Mo., 26.09.2016 - 22:30 Permalink

E Lei, caro F.T., invece non sa, che nel nascosto, nei palazzoni della Roma sempre efficiente, splendida, avanzata e pulita, vengono pianificate le mosse per una prossima reintroduzione del servizio militare. Ma stavolta i giovani non dovranno più imbracciare il fucile, ma piuttosto il mandolino o l’organetto. Questi giovani – vestiti ovviamente in sgargianti costumi da arlecchino a rombi rigorosamente rossi, verdi e bianchi – andranno poi nelle piazze di tutta Italia a far musica. Non solo renderanno più caratteristiche (e italiane) le città italiane (dando quindi uno stimolo al turismo), ma gli introiti andranno direttamente utilizzati per tirare a lucido tutti i monumenti fascisti.

Insomma, a sparare cavolate ci vuole ben poco, caro F.T.

Di., 27.09.2016 - 09:54 Permalink

Wie schön zu sehen, dass meine Ironie getroffen hat. Vor dieser haben sich alle Nationalisten, Ideologen, Volksverhetzer
u.s.w. immer am meisten gefürchtet, denn sie zeigte sie nackt in ihrer ganzen Wenigkeit. Und noch etwas ins Stammbuch
rechter Mann: Zum Nachäffen braucht es recht wenig Intelligenz. Also in Zukunft besser selbst denken.

Di., 27.09.2016 - 10:28 Permalink

Blöd, wenn Dir jemand den Spiegel vorhält und zeigt, wie erbärmlich Dein Satireversuch war, liebe/r F.T., nicht wahr?

Mit Deiner Ironie ist es halt leider nicht so weit her, liebe/r F.T. So einen Schmäh hat man gleich mal zusammengekritzelt.
Im Übrigen könntest Du mit Deinen persönlichen Pauschalattacken – Du scheinst diese ja dringend nötig zu haben – etwas kreativer werden, liebe/r F.T. Wenn Du Andersdenkenden immer nur mangelnde Intelligenz vorwirfst, wird es schnell langweilig.

Di., 27.09.2016 - 13:56 Permalink

Ei, Ei, getroffen , lieber Tam Tam ! So geht es eben denen die keine Satire und keinen Scherz verstehen können. Sie regen sich masslos auf, weil ihre kleine Welt Risse bekommt. Und dann versuchen sie sich im nachäffen. Ohne den Sinn der Satire
begriffen zu haben, und mit Begriffen wie Militärdienst, italien. Gauklern, faschistischen Monumenten, die in ihrem Hirn eingebläut sind, aber mit Satire über das gegenwärtige Thema nichts zu tun haben.

Di., 27.09.2016 - 14:44 Permalink

Ich und keinen Scherz verstehen? Offensichtlich hast Du meinen obigen Beitrag auf Italienisch nicht gelesen. Nur zu: nochmal lesen! Er entlarvt die Inhaltsarmut Deines ursprünglichen Satireversuches.

Ich mich maßlos aufregen? Wo/wann denn, bitte?

Di., 27.09.2016 - 15:01 Permalink

Doch, ich musste mich biegen vor Lachen. Es gibt sogar Leute die in der Sprache des Erzfeinds schreiben. Das muss doch
ein schlimmes Gefühl sein, auch wenn man nur nachäfft, und mangels Hirn einfach Begriffe verwendet die keinen Bezug zum Thema haben. Aber was will man machen. wo es nicht reicht, wird eben überall abgekupfert.
Fröhliche Grüße an die strammen rechten Kameraden, und in Zukunft, wenn irgendwie möglich selbst denken und dann schreiben.

Di., 27.09.2016 - 16:59 Permalink

Lieber Pervasion, der gute F.T. (F. Tessadri?) scheint persönliche Pauschalattacken nötig zu haben, schlägt aber immer in die selbe Kerbe und wird dadurch schnell langweilig.
Da er mit „Sprache des Erzfeinds“ wohl Italienisch meint, muss ich ihn leider enttäuschen: mit dem Großteil meiner Verwandtschaft spreche ich Italienisch. Auch mit meinem Vater sprach ich Italienisch.

Di., 27.09.2016 - 17:30 Permalink

Questo è il risultato di una terra dove la politica la dovrebbero fare politici veri e non contadini con velleità da Gauleiters. Si discute del nulla, tra malmostosi revanchisti. Viel Glueck!

Mo., 26.09.2016 - 11:56 Permalink
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gorgias

Zum Thema Globalisierung, Regionalisierung und Separatismus möchte ich hier folgendes Interview von Parag Khanna empfehlen. Der geborene Inder mit fast perfekten Deutsch und Berater von Obama erklärt uns die Welt aus der Sichtweise einer Person die sowohl über den Westen als auch über Asien den Überblick hat.
Dabei geht er auf die Herausforderungen der Zukunft, den Regionalismus und die europäische Integration ein.

http://m.srf.ch/sendungen/sternstunde-philosophie/parag-khanna-eine-wel…

Mo., 26.09.2016 - 11:57 Permalink

Ich finde kulturellen Regionalismus sehr positiv und eine Stärke Europas.
Warum dies politisch abgebildet werden muss mit nationalen Grenzen und dem ganzen rhetorischen Überbau von Teilung, Exklusion und Fragmentierung erscheint mir ein Rezept aus der Epoche des Nationalismus.
Einer Epoche die uns in Europa innerhalb von 30 Jahren 100 Millionen Tote beschert hat. Zur Verhinderung eines solchen Gemetzels wurde übrigens die EU gegründet als Europa der Versöhnung ohne Grenzen.
Aber möglicherweise ist es für viele hier schlicht nicht möglich einen historischen Radius von auch nur 100 Jahren zu überblicken.

Mo., 26.09.2016 - 14:27 Permalink

Selbstbestimmung bedeutet nur, über die staatliche Zugehörigkeit frei zu entscheiden; sie kann daher gar nicht automatisch neue Grenzen implizieren, da das Ergebnis der Selbstbestimmung auch die Beibehaltung des Status Quo sein kann. Sollte sich die Bevölkerung für die Loslösung entscheiden, so würde auch das keine neuen Grenzen bedeuten, denn diese Grenzen existieren bereits. Es ändert sich höchstens der »Rang« dieser Grenzen, und das ist eine nicht so banale Feststellung, wie dies auf den ersten Blick erscheinen könnte. Dies schon nur deshalb, weil es »keine Grenzen« (wenigstens auf absehbare Zeit) nicht gibt und du demnach bei Ablehnung von Selbstbestimmung nichts anderes tust, als a priori die nach nationalen Kriterien etablierten Grenzen anderen Verwaltungsgrenzen vorziehst (ihnen eine höhere Legitimation anerkennst). Nicht zuletzt würde mich interessieren, wie du dir ein »Europa der Versöhnung OHNE GRENZEN« vorstellst.

Mo., 26.09.2016 - 18:42 Permalink

Liebe BBDler - wiewohl einige von euch durchau gekonnt die intellektuelle Attitüde beherrschen und ich mit eurem Cheffe schon seltene Stunden des Glücks und der Einigkeit hier auf salto verbringen durfte - trotz alledem kann ich mich des Eindrucks nicht erwehren dass eure Gruppe einfach nur ein gut gemachtes Trojanisches Pferd des Thalers seiner Werbeagentur ist.

Mo., 26.09.2016 - 22:46 Permalink

Argumente einfach nachzuäffen oder kläffen hatte ich jetzt nicht mit "Intellektueller Attitüde" gemeint ...
Im Ernst, was unterscheidet Air-BBD nun groß von UT24? Die kaum belegbare Behauptung dass ihr Sozialdemokraten seid? Soziale Heimatpartei gibts woanders auch. Ich bin gespannt auf Fakten und Argumente.

Mo., 26.09.2016 - 23:08 Permalink

juhu. wieder etwas gemein. jetzt musst du mir nur noch erklären, was die bbd-idee mit einem nationalstaat zu tun hat, wo sie doch das genaue gegenteil davon ist. genau darum geht es ja, dass wir eben nicht mehr nach "angeborenen" kritierien die menschen unterscheiden, sondern dass wir uns zu demokratischen willensgemeinschaften zusammenschließen, deren zugehörigkeit eben eine entscheidung und kein unveränderliches merkmal ist.

Di., 27.09.2016 - 14:37 Permalink

Was wollen Sie ? Der Radius dieser Leute reicht doch nur bis zum nächsten Kirchturm. Im nächsten Dorf sitzt doch schon der Feind. Und wenn er eine andere Sprache spricht, dann "libera nos Domine". Leute die nie die Welt, in ihrer Vielseitigkeit, in ihrer schönen Seite, und in ihrer furchtbaren Seite erlebt haben, spielen sich als Retter des Vaterlands auf. Igoranz pur.
Ihr Ziel ist das Erreichen des vaterländischen Futtertrogs, mit Hilfe der Dummelen, die ihren Märchen glauben.
Alles schon dagewesen. Die Geschichte der Option ist voll von solchen Märchen, und solchen Ploderern. Was dann in Wahrheit passiert ist, habe ich mir von Zeitzeugen erzählen lassen.
Prof. Toniatti hat es erfassst. Seit jahrezehnten leben manche dieser Ploderer von diesen Träumen.Wenn Sie bis jetzt
nichts erreicht haben, sondern nur dabei gut gelebt, was wollen sie denn immer noch ?

Mo., 26.09.2016 - 22:08 Permalink
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F. T.

Vollkommen einverstanden mit den 3 Thesen des Herrn Dello Sbarba.
Auch Prof. Toniatti hat mein Anerkennung. Er hat die ganzen Ploderer der
rechten Szene entlarvt. Inzwischen hat die Jugend leider die Verbrechen der Nationalstaaten im letzten Jahrhundert vergessen. Die nazifaschistische
etnische Säuberung Südtirols durch Option. Die Verbrechen des SOD (Südtiroler Ordnungsdienst) und der Südtiroler Nazis an den Juden und allen Andersdenkenden, nach der"Befreiung" Südtirols durch die Nationalsozialisten. Es wäre notwendig an den Schulen diese Verbrechen aufzuarbeiten, dann hätten diese Gruppen weniger Zulauf von Dummelen, die wieder glauben, den der eine andere Sprache spricht, oder einem anderen Volk angehört "eliminieren" zu müssen.

Mo., 26.09.2016 - 21:54 Permalink

Mit Ihrer klassischen Taktik vom Thema abzulenken und zu versuchen es ins Lächerliche zu ziehen, kommen Sie bei mir nicht weit. Das können Sie im BBD Plodererclub betreiben. Und wenn Sie meine Beiträge ohne rechte Brille und genauer lesen werden Sie vielleicht sogar draufkommen.

Di., 27.09.2016 - 10:56 Permalink
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pérvasion

Antwort auf von F. T.

Beileibe nicht. Aber ein demokratisches Recht, das die Nazis niemandem gewährt haben und hätten, mit dem Nationalsozialismus in Verbindung zu bringen, ist (hoffentlich) Satire. Oder aber eine Bestätigung für Einsteins Theorie.

Di., 27.09.2016 - 13:41 Permalink

Gut dass sie Liechtenstein erwähnen. Aber was ist eigentlich mit Andorra? Und sind diese Fragen nicht auch für San Marino relevant? Und Gibraltar. Oder Guernsey. Fennberg. Entiklar. Tagusens?
Es ist vernünftig die Welt so lange zu zerteilen bis man sie verstehen kann.

Mo., 26.09.2016 - 23:32 Permalink
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F. T.

Wie nett. "Viribus unitis" Der Abkupferer und der BBD.
Über was soll ich denn mit einem TAM diskutieren ?
Und die Ideen der BBD. Na ja, manche träumen halt gerne.
Dann braucht man sich nicht mit Wichtigerem beschäftigen.

Fr. Ta.

Mi., 28.09.2016 - 16:58 Permalink