Wirtschaft | I dati

Alto Adige in vetta

Tasso di occupazione, la Provincia di Bolzano è prima in classifica. Ultima della fila la Calabria. Cgia di Mestre: “I voucher non vanno demonizzati”.
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Foto: upi

In Alto Adige il lavoro non manca, quella di Bolzano, infatti, è la provincia italiana con il tasso di occupazione più alto (71,4%) nella fascia tra i 15 e i 64 anni, mentre il più basso si registra nella provincia di Vibo Valentia (35,8%). Crotone segna il più alto tasso di disoccupazione in generale (32,2%, quasi il triplo della media italiana) e Cosenza il più alto per la disoccupazione giovanile femminile (84,4%). Ad attestarlo il Report della Fondazione studi dei consulenti del lavoro che ha elaborato i dati Istat riferiti al 2015.

Maschi e femmine

Fra Nord e Sud ampia è la forbice tra i tassi di occupazione maschile e femminile. Nella provincia di Firenze la differenza è di circa 9 punti (71,6% gli uomini, 62% le donne), in provincia di Barletta i punti sono oltre 30 (55,9% gli uomini, 24,3% le donne) e a Napoli si superano i 25 punti (50,4% gli uomini, 24,9% le donne). Nel quadro delle grandi città il divario più alto è a Bari (23,6 punti) e quello più basso a Firenze (5 punti), molto inferiore alla media dell'Italia (18,3%) ma anche dell'Ue a 28 (10,4%). In provincia di Bolzano c'è il tasso di occupazione femminile più alto (64,3%), seguita da Bologna (63,5%), mentre Caltanissetta registra il tasso più basso (22,5%).

Occupazione, stranieri, istruzione

Sempre nell’ottica delle grandi città il comune che ha il tasso di occupazione più alto è Bologna con il 70,9%, mentre Napoli è il fanalino di coda con solo il 36,2% delle persone tra i 15 e i 64 anni che ha un lavoro. I consulenti hanno elaborato un indice sintetico di efficienza del mercato del lavoro (affiancando al tasso di occupazione anche il tasso di non Neet, il rapporto tra i tassi di occupazione di uomini e donne, la quota di occupati con alte qualificazioni e la quota dei contratti standard) che vede al top della classifica Milano, seguita da Bologna, Trieste, Monza e Brianza (Bolzano è quinta). In fondo alla classifica c'è Agrigento (solo il 27,9% degli occupati ha alte qualificazioni e la metà degli impieghi totali non è standard), preceduta da Barletta, Andria, Trani e Crotone. Nelle grandi città, poi, il tasso d'occupazione degli stranieri (66,6%) è mediamente superiore di 9 punti percentuali rispetto a quello degli italiani (57,4%), che in numero assoluto restano comunque nettamente maggiori in termini di posti di lavoro. I lavoratori più istruiti sono a Roma e Milano (il 29,9% e il 28,7% degli occupati possiede la laurea) mentre quelli con il titolo più basso sono a Nuoro.

Il nodo dei voucher

In Alto Adige lavorano in media al giorno 1.040 persone con questa forma di contratto precario, che corrisponde allo 0,5% dell’occupazione dipendente. Uno studio della Cgia di Mestre evidenzia che i voucher rappresentano solo lo 0,3% del monte ore complessivo del 2015 e pertanto “non vanno demonizzati”. Gli artigiani spiegano che l'incidenza sul monte ore sale allo 0,47% nel Nordest, si allinea al dato medio nazionale nel Nordovest, scende allo 0,25% nel Centro per attestarsi allo 0,21% nel Mezzogiorno. I dati regionali, inoltre, dicono che l’incidenza delle ore lavorate con i voucher è nettamente inferiore alla media nazionale in Calabria (0,13%), in Sicilia (0,12%), nel Lazio e in Campania (entrambe allo 0,11%).

 

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Massimo Mollica Mo., 09.01.2017 - 11:16

Di questo si dovrebbe parlare e analizzare i dati. E invece si parla di tutt' altro.
Perché da noi c'è meno disoccupazione? In primo luogo io ritengo perché è una provincia autonoma che gestisce i propri beni.

Mo., 09.01.2017 - 11:16 Permalink