Senza paura
Cosa può accomunare il vicepresidente della provincia Christian Tommasini all'alfiere di qualsivoglia conato securitario e neo-fratello d'Italia Marco Galateo, il consigliere provinciale con la toponomastica nel cuore Alessandro Urzì e il fascista del terzo millennio Andrea Bonazza? Apparentemente nulla (parliamo ovviamente del primo nei confronti degli altri tre), se non che ieri pomeriggio (14 giugno) tutti insieme sono qui, vicino alla fontana delle rane del parco davanti alla Stazione, per ribadire che loro no, loro non hanno paura. Gli organizzatori – in primis l'ex vigile urbano Pasquale Iacobone, che all'indomani del recente attentato di Manchester aveva lanciato su Facebook il flash mob – parlano in realtà di una “iniziativa apartitica e filosofica, del pensiero europeo democratico, su cui si fonda la nostra società, ora assai individualista e impaurita”, ma è evidente che la presenza dei politici fa nascere il dubbio che lo spontaneismo di così larghe vedute sia in cerca di qualcuno o qualcosa pronto a metterci sopra il cappello. Del resto anche Iacobone non è certo un "impolitico", essendo vicino alla Lega (qualcuno mi confida anche che sia un tesserato). Oppure viceversa: politici assetati di linfa civile sono venuti ad annusare l'aria che tira, a mettersi un po' in vetrina e a rilasciare qualche dichiarazione di circostanza.
Il raduno comincia alle sei e un quarto. Alla spicciolata arrivano in quaranta, forse cinquanta. Le forze dell'ordine presidiano con discrezione (mancano insomma le camionette che si sono viste nella recente dimostrazione della sinistra bolzanina). Colpisce la folta presenza dei giornalisti, segno che il tam-tam sui social network ha solleticato le redazioni. Il segno distintivo dell'evento è una maglietta bianca con la scritta “Io non ho paura” in italiano, tedesco e ladino. Indumento prodotto fra l'altro con il sostegno di alcuni esercizi commerciali, mentre il ricavo delle vendite andrà (come spiega Iacobone) ad una associazione per le “vittime del terrorismo”. Minimalista il percorso: dal parco della Stazione il gruppo si è mosso risalendo placidamente via Grappoli, in silenzio, per sbucare poi davanti al Municipio. Breve raccoglimento in memoria delle vittime, serie di annunci al megafono (anche in tedesco) e poi tutti a casa.
Ma dicevamo dei politici. Urzì e Galateo se ne stanno un po' acquattati tra gli alberi e parlottano fra loro. La sensazione che l'ispirazione di questi cittadini contro la fobocrazia sia fondamentalmente di destra potrebbe essere confermata dalla presenza di Bonazza e del piccolo drappello di CasaPound che lo scorta, tenendosi peraltro un po' distante dal resto dei partecipanti e occupando poi la coda del piccolo corteo. Eppure c'è anche Tommasini – che compare, si fa circondare da telecamere, taccuini e microfoni, quindi si dilegua dopo pochi minuti – e ci sono soprattutto le dichiarazioni di Iacobone, il quale si sforza di non scivolare e accenna solo a temi talmente di buon senso, e così evanescenti, che sarebbe difficile strumentalizzarli in un senso o nell'altro (un po' come dire, insomma, che se fa molto caldo bisogna bere tanta acqua).
“Siamo qui – enuncia compito Iacobone – come semplici cittadini. Rifiutiamo l'apparentamento a particolari sigle politiche. La cosa che ci preme dimostrare è che l'individualismo non ci porta da nessuna parte, dobbiamo stare tutti uniti contro chi vuole dissolvere la nostra comunità”. Alla domanda su chi siano questi che vogliono dissolvere la nostra comunità, se si tratta degli immigrati, degli islamici o di qualche altra categoria specifica, la risposta evapora ancora di più nell'universalismo (e davvero, a un certo punto Iacobone cita persino Voltaire): “chi ha deciso di seminare il terrore, chi non si riconosce nei nostri valori, ma noi non facciamo un discorso di etnie o di religioni, chiunque può testimoniare la propria volontà di sostenere la comunità in cui vive, noi abbiamo invitato tutti, anche i cittadini stranieri”. Invito raccolto da un unico pakistano, che adesso si guarda attorno un po' frastornato, ma viene subito verniciato di bianco con la maglietta della manifestazione.
Siccome non bisogna avere paura, alla fine io avvicino Bonazza e gli chiedo: “Ma secondo lei una roba del genere che significato politico può avere, chi se ne avvantaggerà?”. Bonazza, che è uomo di poche parole, ma ovviamente stentoree, fiuta la trappola e rovescia lo slogan che ci ha accompagnato fin sotto la sede in cui esercita il suo ruolo istituzionale: “Il significato è che la paura si combatte solo con il coraggio. Questi cittadini vogliono dimostrare che ci vuole coraggio, e a me pare una gran bella cosa”. Siccome intanto è arrivato anche il leghista Filippo Maturi - in giacca e cravatta d'ordinanza, nonostante il caldo - mi viene l'idea di chiudere la cronaca con un "e voi cosa ne pensate?".
Se scendessi in piazza e mi
Se scendessi in piazza e mi mettessi una maglietta con la scritta "non sono nudo" lo farei per (scegliete voi)
□ esprimermi che vorrei che tutti fossero nudi
□ fare pubblicità per un brand di bassa qualità
□ puntare il dito verso tutti coloro che sono nudi
□ vincere la competizione dove tutti provano a spogliare gli altri
□ semplicemente attirare l'attenzione su un fatto ovvio
□ inviare un messaggio ciffrato che chiama alla rivoluzione
□ far sapere tutti che non ho meglio da fare
□ altro?
paura!
paura!
Antwort auf paura! von Andrea Terrigno
la maglietta rendeva meglio
la maglietta rendeva meglio se di colore giallo.
e la scelta grafica di tre font diversi, mah...
Devo premettere che considero
Devo premettere che considero la manifestazione "io non ho paura" e il linguaggio usato per tentare di convincere della bontà dell'iniziativa, di una pacchianeria nemmeno giovanilistica. Nauseante a tratti. Ho poi una pessima considerazione dello Iacobone sotto tutti i punti di vista: etico, estetico, culturale, intellettuale.
Detto questo, non ho ben capito per quale motivo Lei abbia voluto far riferimento al precedente mestiere del Iacobone.
Lei scrive: "Gli organizzatori – in primis l'ex vigile urbano Pasquale Iacobone, che..." .
Un ex vigile urbano non sarebbe astrattamente idoneo ad organizzare una qualche manifestazione dal contenuto politico, culturale o filosofico? Lei è uomo di sinistra quindi? Uno che esprime disgusto per i Briatore e per i Farinetti, poi se ne esce così? Ma a 50 anni non sarebbe il caso di deporre un cincinin di spocchia?