La liberalizzazione dell’apertura dei negozi è una vera iattura
La corte costituzionale ha stabilito che in tutto il territorio nazionale viene completamente deregolamentata l’apertura dei negozi. Chiunque dunque oggi può aprire 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Si tratta di una tegola tremenda per la nostra provincia che dove esiste una lunga storia di regolamentazione degli orari.
Per Paolo Pavan, direttore provinciale di Confesercenti, la nuova situazione è un disastro non solo per i commercianti ma per la società in generale. «In modo particolare pensare di poter aprire in tutte le domeniche e in tutte le festività, compresi Natale e Pasqua, è una cosa sconvolgente» aggiunge Pavan, pensando alla situazione della maggior parte degli associati a Confesercenti, che possono contare su forze lavoro davvero limitate.
Insieme alle altre associazioni di categoria e alla provincia Confesercenti ha già avviato un tavolo che ha lo scopo di autoregolamentare gli orari, almeno differenziando per aree, zone e situazioni. «Vogliamo cercare di dare al consumatore anche una chiarezza su come si muoverà non il singolo negozio, ma il “sistema dei negozi”» aggiunge Pavan, ricordando che «l’azione individuale è una strada che ha un respiro molto corto». «Il commercio vive in quanto somma di attività, non singola attività. Pertanto il consumatore si trova disorientato di fronte al fatto che in una stessa strada un negozio sia aperto ed un altro sia chiuso».
Nel discorso generale si inserisce naturalmente anche il vecchio dibattito sulle aperture domenicali, in merito alle quali anche i consumatori si dividono. La posizione di Confesercenti anche in questo caso è netta: «non è una questione di chi lo vuole e chi no: una certa regolamentazione nelle aperture la devono avere anche i negozi, così come le hanno le banche e gli enti pubblici».
In questi giorni la questione si sta ponendo anche a livello nazionale dove Confesercenti sta preparando una campagna per modificare la norma, anche se la difficile situazione politica non dà grandi speranze di poter intervenire efficacemente in tempi brevi.
Pavan in ogni caso non ha dubbi: «la grande distribuzione in provincia di Bolzano alla fine accetterà anche lei una certa regolamentazione; 7 giorni su 7, 24 ore su 24 non aprirà nessuno».
Dal sabato e ritorno
Vi ricordate? Ci fu il tempo in AA dei negozi chiusi il sabato pomeriggio, nessuno sì disperò: ma qualche disagio e qualche sbuffo. Ora si costringono i lavoratori a lavorare di festa e di domenica. E loro non ne sono felici. Credo si ora di sensibilizzare i cittadini a non andare a fare la spesa di domenica, a star lontano dai centri commerciali, dalla grande distribuzione, dalle multinazionali. Questo consiglio dovrebbe però venire dai Comuni, dagli assessori al commercio. " Cari cittadini andate nella natura, una gita in famiglia, una scampagnata e, perché no, un salto al ristorante qualche volta, magari solo un primo." Il mea culpa lo devono fare i politici: c'è qualche contraddizione tra il costruire e pianificare mega centri commerciali e dall'altra strapparsi le vesti per le liberalizzazioni del Monti e la chiusura del commercio di vicinato! Se chiudono i piccoli, e la città è piena di negozi vuoti, poi arriverà il turno dei grandi nelle loro colate di cemento che tanto piacciono agli irresponsabili urbanisti di oggi! America docet.
Tutela e rispetto della domenica
Spero tanto che la nostra domenica possa rimanere libera e che anche in Italia i negozi restino chiusi la domenica e nei giorni festivi.
La domenica e i giorni festivi fanno parte del patrimonio culturale mondiale. Un tempo la domenica aveva molta importanza e veniva rispettata. Anche solo per motivi religiosi si cercava di evitare tutto quello che recava disturbo o provocava rumore e si riusciva in tale intento. Oggi, invece, quello che era un giorno di riposo ormai da secoli nella nostra società è davvero in serio pericolo. L'uomo, però, non è una macchina!
Proprio la domenica come giorno festivo per tutti è un segno che l'uomo è più di una forza lavoro e di un consumatore.
Nella nostra società la domenica è il giorno libero per tutti che si ripete abitualmente, un giorno dedicato all'ozio e al riposo, il giorno degli incontri, della famiglia, della comunità, un giorno di riflessione e una dovuta pausa dalla settimana lavorativa, il giorno del Signore, dell'eucarestia e della festa, un giorno dedicato agli interessi che vanno oltre il lavoro e il consumo. Proprio per questo l'interruzione della settimana lavorativa è urgente, irrinunciabile e più importante che mai!
Il settimo giorno della settimana, nel quale i lavoratori si riposano, si permettono una pausa anche da un punto di vista religioso, rischia di venire cancellato totalmente dall'economia. Una società che si piega al mercato rischia di andare in frantumi nel tempo e portare con sé tutto il resto! Se la domenica come giorno di riposo, della famiglia, del riunirsi, della fede viene meno, si perde anche un pezzo di umanità e il senso della nostra esistenza. L'uomo non vive solo per lavorare, ma lavora per vivere. Sei giorni a settimana dovrebbero bastare. Ne è una prova il fatto che non tutto quello che produciamo e poi compriamo e in gran parte gettiamo via è necessario a ottenere il benessere. Anche il numero degli incidenti sul lavoro la domenica è notevolmente aumentato. Molti lavoratori sono esausti e in crisi. La sindrome di burn-out ne è una conseguenza! Il benessere non è l'avere sempre di più, ma, al di là della materialità, è il tempo che si ha a disposizione per gli altri, la cura dei propri interessi e desideri. Se buttiamo via questa importante "isola" che è la domenica, misuriamo il valore della nostra società soltanto in base ai profitti, invece delle relazioni sociali che ci rendono forti nell'animo e ci fanno continuare a vivere.
La domenica libera per tutti è fondamentale e rinunciarci provocherebbe gravi danni! La domenica e i giorni festivi devono restare distinti dai restanti giorni della settimana! Dovremmo imparare tutti a rispettarli e apprezzarli e fare di tutto per salvarli e mantenerne il loro valore.
Siamo tutti convinti che lavorare 6 giorni a settimana sia sufficiente per potere fare acquisti. In Germania, Svizzera e Austria i negozi e le catene commerciali hanno giorni di chiusura uguali che valgono tutto l'anno e anche nell'Avvento e tutte le domeniche e i giorni festivi restano chiusi e ci sono abbastanza turisti a riempire le aree pedonali! Qui in Italia non sarebbe possibile fare lo stesso? O stiamo già morendo tutti di fame?