Sia lodato il maso chiuso
Altissima, purissima, boschissima. Lunedì sera, il re degli ottomila, il Reinhold più famoso delle Alpi, ha perfezionato il suo endorsement a favore della candidatura di Maria Elena Boschi contrapponendo idealmente la nobile metafora dell'ascensione a quella del paracadute, che ovviamente indica la direzione, anche morale, contraria. Sono le otto, la sala consiliare del Comune di Bolzano è gremita, Uwe Staffler, che modera la serata, si prodiga per far trovare un posto a tutti, poi parte la “canzone popolare” di Ivano Fossati e s'incarta sui numeri: “Ecco, eccoci, sentite questa canzone, proprio come nel 1906, quando vinse l'Ulivo...”.
Polemiche lontanissime
Per dir la verità questo clima di festa e di acclamazione avrebbe potuto essere un po' sciupato se qualcuno avesse diffuso il commento fatto qualche ora prima dallo stesso Messner a proposito della conoscenza del tedesco della Boschi, nel programma radiofonico Un giorno da pecora: “Una ragazzina di terza elementare, se di madrelingua, sa il tedesco meglio di lei”. Ma stasera le polemiche sono lontanissime. La linea della campagna elettorale della renziana di ferro è stata tutta svolta al riparo da qualsiasi possibilità di abbandonare la comfort zone, e dunque nessun vero confronto, nessuna sortita dalla bolla che il Partito democratico locale ha gonfiato e sigillato intorno a lei. Anche delle vicissitudini interne, dovute all'abbandono dei bizziani, stasera non c'è traccia. Tutti compatti, tutti uniti per tirare la volata fino all'appuntamento elettorale imminente. Ci sono i big – Carlo Costa e Christian Tommasini in primis –, i due ex sindaci (Salghetti e Spagnolli) e vari comprimari in ogni ordine di grandezza. Manca solo Gianclaudio Bressa, che avrebbe dovuto condividere il palcoscenico con la Boschi e Messner, ma ha dovuto rinunciare perché malato.
Tra le vette del Chomolungma e il Mulino Bianco
Lo schema disegnato da Staffler è semplice. Si parla di Alto Adige, poi d'Italia, quindi di Europa. Il tedesco viene usato a macchia di leopardo solo da Tommasini, che ormai si è specializzato in una sorta di misch-masch istituzionale privo di remore puriste, eppure ognuno loda il plurilinguismo come se si trattasse di un dato acquisito. Il sindaco Renzo Caramaschi intanto porge i saluti della città omaggiando Messner (“lui è un grande alpinista”) e collocando se stesso al rango di un modesto Wanderer che ammira le cime da sotto. Ovviamente non tralascia di ricordare che lui scrive dei libri e che un altro scrittore, Joseph Zoderer, gli ha espressamente promesso che stavolta voterà per il Pd, per la Boschi, all'occorrenza scendendo a Bolzano per farlo, nonostante il suo seggio di riferimento sia in Pusteria.
Messner – definito da Staffler “un grande filosofo” – prende la parola avendo alle spalle la diapositiva del Chomolungma e si perde un po' nel sottolinearne il valore simbolico. Quindi discende rapidamente a valle, nelle bassure della politica, alla quale – ricorda - “mi sono dedicato pur non essendo un politico di professione”: “Io ho solo il voto e la mia voce. E cerco di usarla. Ripensando alla mia esperienza nel Parlamento europeo posso dire di aver appreso l'arte della mediazione, sempre utile per non andare a sbattere contro i muri”. Più lineare l'esposizione esistenziale di Maria Elena Boschi, che si presenta anche lei commentando una diapositiva proiettata sul grande schermo. L'immagine ce la rivela bambina, il giorno della prima comunione o della cresima. “Ho avuto una vita normalissima, ho frequentato il ginnasio e ho fatto molta attività nella parrocchia di Laterina. Studiavo musica, il clarinetto. Ero concentrata sullo studio e molto presto ho capito che mi sarebbe piaciuto fare l'avvocato. Ho vissuto in campagna, provengo da una famiglia di origini contadine, una grande fortuna...”. Il Mulino Bianco, insomma. Potesse canterebbe lo Jodel.
Difendere l'autonomia dall'invidia
Finalmente affiorano i temi politici. Innanzitutto c'è da affermare il valore intangibile dell'autonomia, e qui Messner mette a fuoco dove sta il vero problema: “L'autonomia è una conquista che dobbiamo difendere soprattutto dall'invidia. Ecco, io sono molto contento della candidatura di Maria Elena Boschi e Gianclaudio Bressa, perché penso che loro siano molto adatti a comunicare il valore della nostra specificità in Parlamento. La nostra autonomia è un bene anche italiano, non solo sudtirolese, e a Roma saremo sicuramente più forti se, oltre ai nostri deputati sudtirolesi, avremo anche due politici di lingua italiana che, pur non venendo da questo territorio, lo difenderanno e gli porteranno benevolenza”.
In lode del maso chiuso
Il sospetto tossico di una Boschi anti-autonomista è fugato definitivamente allorché la sottosegretaria segue Messner persino nella lode sperticata che lui fa dell'istituto del maso chiuso (“è grazie al maso chiuso che abbiamo potuto preservare l'economia di montagna e farla poi fruttare con il turismo...”). Boschi annuisce, conferma, aggiunge: “Nel passato sono stati proprio i privati a creare dei servizi poi resi disponibili per tutta la collettività. Ciascuno, oltre a pensare alla propria casa o alla propria attività, ha svolto anche una funzione di presidio per l'ambiente. Visitando questo territorio sono stata davvero colpita dalla capacità quasi naturale di impegnarsi in prima persona, senza che la provincia o il comune lo richiedessero. In ciò risiede una delle ricchezze più straordinarie di questa comunità e di questo territorio, che gli hanno consentito di prosperare negli anni”. Sia lodato il maso chiuso, allora, vero e proprio trait d'union tra la tradizione e il futuro.
Speriamo che Gentiloni sia ancora premier
Già, il futuro. Sul futuro si alternano voci che sollecitano gli ospiti a parlare di bilinguismo e convivenza (Nadia Mazzardis regala alla Boschi il libro “Stare insieme è un arte” di Aldo Mazza e Lucio Giudiceandrea), di ecologia, di Europa. Viene citato Alexander Langer. Poi si torna a volare basso, esprimendo la speranza (lo fa la Boschi) che Paolo Gentiloni continui nella sua esperienza di premiership. Il pubblico segue con attenzione, completamente in silenzio. Difficile decifrare lo stato d'animo (la Stimmung, direbbe Tommasini) prevalente. Potremmo definirlo di raggelato entusiasmo. Staffler tenta di mettere un po' di pepe punzecchiando Karl Zeller, invitato anche lui a prendere la parola: “Senatore, non sarebbe male se anche da parte della Svp si cominciasse ad amare l'Italia”. Ma il Senatore non si fa abbindolare: “Non si può costringere nessuno ad amare qualcun altro...”. Anche da parte sua, però, non mancano gli zuccherini offerti all'ospite di riguardo: “Devo comunque dire che con Maria Elena Boschi abbiamo lavorato benissimo, si è sempre dimostrata affidabilissima, precisa e puntuale. Meglio di una tedesca”.
Alle nove e mezza la serata finisce. La folla sciama lentamente verso l'uscita, ma produce un ingorgo attorno ai protagonisti, che si concedono ai militanti. C'è una pacata voglia di immortalarsi, quindi una pudica pratica dei selfie (qualcuno li chiede, ci mancherebbe, ma niente di paragonabile a quanto accade ad un raduno leghista). Sorrisi, invece, moltissimi. Se diventeranno anche voti lo sapremo presto.
“un grande filosofo” - si
“un grande filosofo” - si tacuisset!
Piuttosto un ottimo controindicatore
immer einen guten Riecher
... immer einen guten Riecher dafür, wo die Post abgeht und was zu holen ist, wie damals bei den Euro-Grünen, dank derer er sich eine Rente fürs Leben sicherte und auf Kosten der EU im Himalaya herumdüsen konnte. Was besonders schwer wiegt: Er liebt die intakte Natur und ist sich ihrer Bedeutung für den Menschen bewusst, benützt aber nicht das Gewicht seiner Stimme, um aufzurütteln für die großen Dinge wie den Klimaschutz
Das verstehe ich beim Messner
Das verstehe ich beim Messner auch nicht. Hat er es wirklich nötig bei solchen Veranstaltungen mitzumischen? Alpinist bleib bei deinen Steigeisen!
Antwort auf Das verstehe ich beim Messner von Mensch Ärgerdi…
Er muss sich doch erkenntlich
Er muss sich doch erkenntlich zeigen. Abgesahnt wurde ja schon.
Antwort auf Er muss sich doch erkenntlich von Oskar Egger
Hat ihm die Boschi sein
Hat ihm die Boschi sein Museum auf dem Kromplatz spendiert?
quando il pensiero critico si
quando il pensiero critico si trasforma in rappresentanza teatrale
Wissen Sie nicht dass die SVP
Wissen Sie nicht dass die SVP mit dem PD verbündet ist ? Warum soll er also nicht die Boschi unterstützen ?
Sie würden anscheinend jedem verbieten in seinem Leben dazuzulernen? Einmal Grüner ewig Grüner ?
...pensiero critico?
...pensiero critico?
Die Frau Boschi hätte auch
Die Frau Boschi hätte auch als Gewählte in einem anderen Wahlkreis Südtirols Autonomie unterstützen können. Wir hätten einen lokalen Vertreter mehr in Rom und eine Unterstützerin zusätzlich