Gesellschaft | Scuola e lingua

Istruzione e integrazione

In giunta provinciale si è parlato di nuovo di scuola e immigrati: sul piatto questioni scottanti come l'integrazione e la necessità di raggiungere gli obiettivi scolastici per tutti. La Consulta degli Immigrati esprime la sua perplessità.
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Foto: Privat

Luis Durnwalder non è del tutto soddisfatto: la scuola altoatesina non riesce ancora a inserire pienamente i bambini che vengono da altri paesi. Il gap linguistico, già radicato nel resto d'Italia, è accentuato nella Provincia di Bolzano, dove le lingue che i ragazzi devono imparare sono due. Una soluzione potrebbe essere quella di immergere i ragazzini appena arrivati in scuole di lingua intensive, dove potrebbero dedicarsi all'apprendimento di Italiano e Tedesco. Secondo la Consulta Immigrati del Comune di Bolzano, una soluzione di questo genere creerebbe più problemi che soluzioni: è solo crescendo immersi in una realtà linguistica sociale che si può imparare appieno una lingua.

Il problema
Fino ad ora il sistema vedeva l'integrazione della componente linguistica ad opera delle scuole di lingua o degli istituti che, a livello locale, si occupano dell'insegnamento di Italiano e Tedesco. Ma i risultati non si vedono: i bambini che entrano nella scuola dell'obbligo fanno difficoltà, e, come lamentano alcuni gruppi di genitori, rallentano il percorso scolastico dei madrelingua. Come risolvere questa situazione, offrendo anche a chi si trasferisce in Alto Adige uno strumento per inserirsi meglio nel territorio?

La proposta
Questo sarà il tema caldo che le varie realtà - istituzioni, scuole e istituti linguistici - dovranno affrontare nelle prossime settimane, magari trovando una soluzione entro l'inizio del prossimo anno scolastico. Lui, il Presidente, una proposta la avrebbe: per i nuovi immigrati, l'obbligo di frequentare per un anno una scuola che insegni loro entrambe le lingue. Solo successivamente i bambini entrerebbero nelle classi della scuola dell'obbligo, ma con un bagaglio linguistico sufficiente. Questo percorso, inoltre, permetterebbe ai bambini di imparare entrambe le lingue, e scegliere quindi istituti tanto in lingua tedesca quanto italiana. Questa proposta fa levare gli scudi di chi vede in proposte come queste il rischio di ghettizzare ulteriormente i bambini stranieri.

La risposta della Consulta Immigrati di Bolzano
Abbiamo chiesto a Paola Carbajal cosa ne pensa del problema posto dalla giunta provinciale: "Non me la sento di parlare di un problema: secondo noi è una sfida. Una sfida all'inserimento e alla partecipazione che l'Alto Adige non può non cogliere. Una società multietnica e multilinguistica è il futuro, e bisogna sviluppare gli strumenti per affrontarla". Solo collaborando tra di loro le varie parti in gioco possono trovare quell'equilibrio necessario a far crescere la società tutta. Il "no" all'anno di studio della lingua arriva secco. "Separare i ragazzini stranieri dagli altri accentuerebbe solo le differenze. Si cresce solo se si cresce insieme" continua la presidente. Quale soluzione adottare, allora? "Esistono dei progetti di insegnamento della lingua durante i pomeriggi. È lì che si deve puntare, rafforzando le sinergie già esistenti, non rompendo equilibri che sono già fragili".

 

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pérvasion Mo., 01.07.2013 - 21:30

«Secondo la Consulta Immigrati del Comune di Bolzano, una soluzione di questo genere creerebbe più problemi che soluzioni: è solo crescendo immersi in una realtà linguistica sociale che si può imparare appieno una lingua.»

Quindi anche l'immersione di tedesco praticata nelle scuole italiane su alunni di lingua italiana crea più problemi che soluzioni?

Mo., 01.07.2013 - 21:30 Permalink
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Sybille Tezzele Di., 02.07.2013 - 08:07

Ci tengo a sottolineare che questa frase non é corretta: "(...) i bambini che entrano nella scuola dell'obbligo fanno difficoltà (...)".

La scuola non é obbligatoria; lo é l'istruzione.

Di., 02.07.2013 - 08:07 Permalink