“L’Italia non può permetterselo”
“Ogni 5 anni questa notizia sale alla ribalta delle cronache nazionali”, dice l’ex senatore della Svp Karl Zeller. E ogni volta riesce a suscitare un certo clamore. Si tratta del disegno di legge presentato già una quindicina di anni fa dalla compagine sudtirolese a Roma per reintrodurre alcune festività soppresse, ddl che, per non smentire le aspettative, è stato riproposto in questi giorni al Senato dalla triade Dieter Steger, Julia Unterberger e Meinhard Durnwalder. L’iniziativa, ripresa ieri (17 aprile) dal Corriere della Sera online, prevede 5 giorni di festa: il 19 marzo (San Giuseppe), l’Ascensione, la Pentecoste, il Corpus Domini e il giorno dei santi apostoli Pietro e Paolo che oggi viene celebrato esclusivamente nella Capitale. Ricorrenze che in Italia (oggi fanalino di coda in Europa con 11 giorni festivi) sono state onorate fino al 1977. Virando poi verso una maggiore austerità.
“Gli anni ’70, infatti, sono gli anni in cui si inizia a parlare di crisi petrolifera (ricordiamo le domeniche senza auto e quelle in cui si poteva circolare solo con i veicoli con targhe pari o solo con quelli con targhe dispari), la disoccupazione inizia a far sentire i suoi effetti e l’inflazione corrode gli stipendi”, si legge nel testo del documento. “Il presente disegno di legge prevede il ripristino degli effetti civili di talune festività molto importanti per la tradizione e la storia stessa del nostro Paese. Si tratta di feste religiose, espressione della tradizione di fede e di cultura della comunità, tuttora festeggiate in molti Paesi europei. È un omaggio alle persone credenti che possono così celebrare nuovamente le ricorrenze religiose, e un giusto riconoscimento dei valori cristiani. È però anche un omaggio per i non credenti che possono dedicare le giornate alle attività di tempo libero”.
La carta dell’Autonomia
“Quella di reintrodurre alcune festività è in realtà una richiesta fatta illo tempore al consiglio provinciale - spiega a salto.bz Zeller che insieme al collega Hans Berger presentò originariamente il ddl -, dopo varie ricerche mi sono infatti accorto che per ottenere successo bastava provare a far passare la proposta a livello provinciale. Si potrebbe sopprimere la festività del Lunedì di Pentecoste, che nel resto del Paese è ufficialmente giorno lavorativo, e introdurre quella di San Giuseppe, era stata la mia idea, ma ho trovato l’opposizione degli operatori turistici”.
Certamente è bello avere più giorni di festa ma ciò ha un costo e avrebbe una ricaduta sul Pil non indifferente, finché l’Italia non fa i compiti a casa - e a quanto pare nessuno pare voglia farli - vedo difficile che una proposta del genere possa concretizzarsi
Poche speranze dunque che venga in futuro approvato il disegno di legge? “Con un debito così alto se l’Italia dovesse aumentare le vacanze non manderebbe un bel messaggio ai mercati o ai partner europei, certamente è bello avere più giorni di festa ma ciò ha un costo e avrebbe una ricaduta sul Pil non indifferente, finché l’Italia non fa i compiti a casa - e a quanto pare nessuno pare voglia farli - vedo difficile che una proposta del genere possa concretizzarsi”.
Altra storia sul livello locale. “Preferisco sempre risolvere le cose autonomamente, ove possibile, ritengo che si potrebbero addirittura mantenere tutte e due le festività, quella di Pentecoste e quella di San Giuseppe pensando a contratti collettivi per i dipendenti comunali e provinciali, il problema è che quando non si riesce a ottenere qualcosa qui si tenta con Roma, è una vecchia storia”.
Das Land ist dafür nicht
Das Land ist dafür nicht zuständig, leider mal wieder. Es kann »nur« die Verträge der öffentlichen Angestellten gestalten und somit versuchen, die Gewohnheiten der anderen zu beeinflussen. Einen richtigen Feiertag kann man derzeit nur in Rom durchsetzen.
Es ist gut, wenn diese
Es ist gut, wenn diese abgeschafften Feiertage wieder zurückgeholt werden. Die Abschaffung hat der italienischen Wirtschaft sowieso nie etwas gebracht. Sie verschwinden dadurch aus dem öffentlichen Bewusstsein. Immer wieder höre ich schon seit Jahren, dass sich Italien das nicht leisten kann. In vielen europäischen Ländern sind sie aber erhalten geblieben und die Wirtschaft läuft dort dadurch auch nicht schlechter. Alle abgeschafften Feiertage werden ja in Italien allen als zusätzlich bezahlte Urlaubstage gutgeschrieben. Diese Regelung gilt bis heute immer noch. Wenn, dann sollten auch diese sofort gestrichen werden. Aber diese zusätzlichen Urlaubstage gibt niemand her! Man darf die negative Wirtschaftlichkeit von Feiertagen nicht immer nur zum einzigen und entscheidenden Kriterium machen. Die Feiertage sind gesellschaftlich und religiös sehr bedeutende Tage des Innehaltens, der Entschleunigung und der Tradition zwischen all dem Stress, den wir alle tagein und tagaus erleben. Feiertage sind Weltkulturerbe.