“Kompatscher interroghi se stesso”
L’ultima sponda golosa in termini di facile polemica l’ha offerta il Landeshauptmann Arno Kompatscher al consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore Alessandro Urzì. Si parla dell’ospedale di Bolzano, uno dei temi toccati, all’interno del capitolo riforma sanitaria, dallo stesso governatore sudtirolese durante l’assemblea dei delegati Svp di una settimana fa che gli ha affidato il ruolo di capolista del partito in vista delle provinciali di ottobre quasi all’unanimità. Il presidente della Provincia di Bolzano rivolgendosi ai suoi ha difeso il principio di “un ospedale, due sedi” perché “non vogliamo un nosocomio centralizzato come succede in altre regioni”.
Non solo, ed è questa la scintilla che ha accesso la polemica: “Wir haben das Krankenhaus Bozen viel zu viele Jahre lang anderen überlassen – volkstumsmäßig, aber auch parteipolitisch. Aber das Krankenhaus Bozen ist letztendlich doch das Landeskrankenhaus, das den zahlenmäßig größten Teil der deutschsprachigen Bevölkerung mit Leistungen versorgt. Auch dort müssen wir das Kommando übernehmen, damit der Laden dann richtig funktioniert”, ha detto Kompatscher lasciando intendere, nemmeno troppo velatamente, che per un tempo oltremodo eccessivo l’ospedale del capoluogo è stato lasciato nelle mani degli “italiani” che l’hanno mal gestito. Affermazioni che hanno fatto subito scattare l’applauso degli astanti.
Al presidente Kompatscher ricordiamo che l’assessore alla sanità è della Svp, che il capo ripartizione è di fiducia del suo partito, che il direttore generale, al centro quasi quotidiano di disastri inenarrabili, se lo sono scelto addirittura in Germania
Dura la reazione di Urzì: “Kompatscher rivendicava di avere conservato gli ospedali delle valli annunciando di voler mettere mano definitivamente anche su quello di Bolzano. Ovviamente le dichiarazioni hanno lasciato del tutto indifferenti i fedelissimi alleati Bizzo e Partito democratico. Al presidente Kompatscher ricordiamo che l’assessore alla sanità è della Svp, che il capo ripartizione è di fiducia del suo partito, che il direttore generale, al centro quasi quotidiano di disastri inenarrabili, se lo sono scelto addirittura in Germania. Se l’ospedale non funziona Kompatscher interroghi se stesso”. Annunciando di aver presentato un’interrogazione al “presidente di tutti” per chiedere chiarezza, Urzì sottolinea un ultimo dettaglio, “ma non indifferente”, ovvero che “all’ospedale hanno addirittura sistematicamente sostituito tutte le targhe e le indicazioni interne spostando la lingua italiana dal primo al secondo posto, invece di far funzionare il pronto soccorso”.
Ospedale di Bolzano: preserviamone l’autonomia, la centralità e l professionalità. Non facciamone una battaglia etnica.
Mi sembra strano che Kompatscher abbia davvero pronunciato quelle frasi. Se lo ha fatto, credo abbia sbagliato bersaglio. Nella recente visita alla costruzione del nuovo ospedale si è espresso infatti in maniera molto diversa e non credo che la campagna elettorale giustifichi toni etnici di questo tipo.
E poi, se vogliamo proprio metterla sul piano per così dire “etnico” a Bolzano Il coordinatore sanitario - apicale medici - e tecnico assistenziale - apicale infermiere e tecnici - sono tedeschi... Di cosa stiamo parlando?
Anche perché è noto a tutti che l’ospedale di Bolzano si fa carico della complessità e le esigenze di tutto il territorio e diciamo che non è di certo avvantaggiato rispetto ai piccoli ospedali di periferia.
Il problema vero è che se una cosa deve fare l’Svp è proprio convincere il proprio elettorato che un buon sistema sanitario si regge su professionalità e specializzazione e non si può avere tutto in tutti gli ospedali.
I piccoli ospedali possono e devono fare un servizio per le valli, ma le energie, i finanziamenti e le sinergie principali vanno concentrate a Bolzano.
Un’altro problema che va affrontato è quello del rafforzamento dell’azienda unica, smontando il potere autoreferenziale eccessivo dei Comprensori, che, come noto, non sono governati da orde di “italiani”, ma in larga maggioranza da “tedeschi”. Quello che deve contare però prima di tutto è la professionalità e la capacità.
Ben venga la critica
Ben venga la critica costruttiva , ma queste sono, a mio modesto parere, parole a vanvera di un inetto per fare polemica preelettorale.