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“Con la Lega? Porte aperte”

Ennio Chiodi, capolista di Noi per l’Alto Adige: “Non siamo la Dc, ma gente capace che sa unire. Superiamo la proporzionale. In regione assieme le forze autonomiste”.
Ennio Chiodi
Foto: Ennio Chiodi

salto.bz: Ennio Chiodi, lei è stato giornalista, manager, ex direttore del Tg3, ora è imprenditore nell’albergo di famiglia in val Gardena. Perché ha accettato di fare il capolista con Noi per l’Alto Adige, il progetto di Roberto Bizzo che si misurerà alle provinciali di domenica 21 ottobre?

Ennio Chiodi: ho accettato di fare il capolista pur non venendo da tempo da un’esperienza politica, dato che ero stato candidato alle politiche del 1996 con l’Ulivo contro Franco Frattini. Penso che il mio contributo in termini di competenze e esperienze potesse essere utile. C’è questo spazio politico da riempire, in questo particolare momento storico, per la comunità altoatesina di lingua italiana. Noi per l’Alto Adige è la risposta giusta.

Non siamo una copia del Pd, che ha sostanzialmente fallito a livello nazionale e locale. Si è chiuso in se stesso, discutendo solo di incarichi. Noi siamo la novità politica, colmiamo il vuoto di rappresentanza che si è creato

Non siete una copia del Pd, dal quale sono usciti in diversi fra cui Roberto Bizzo?

Assolutamente no. Anche se qualcuno è uscito dal partito democratico, come Bizzo, non ci consideriamo assolutamente accostabili al Pd, che ha sostanzialmente fallito, sia a livello nazionale che locale. Chiudendosi in se stesso, discutendo di ruoli, incarichi e non di persone e rappresentanza. È vero che non siamo tutti piovuti dal cielo, ma la novità politica c’è.

 

 

E qual è?​

Siamo il partito che si candida a rappresentare il vuoto di rappresentanza che si è creato. Una forza più centrale, che centrista. Non una riedizione in piccolo della Democrazia cristiana ma un’aggregazione valida di persone capaci che vengono dal centrosinistra e dal centrodestra, fra cui ci sono molti amministratori. Il vicesindaco di Brunico Renato Stancher, ad esempio, Luigi Tava che è assessore a Ora, Miriam Canestrini vicepresidente del quartiere Oltrisarco a Bolzano, poi Enrico Lillo che viene dal centrodestra. Tutta gente impegnata sul territorio.

Altra critica è appunto quella di essere una forza di “riciclati”. Un’accusa ingiusta?​

Direi di sì. Se costruire un’aggregazione significa vedere che le persone che vi aderiscono vengono targate come riciclate, o come gli amici di Bizzo, beh non ne usciremo mai. La gente ha capito che noi siamo un’altra cosa, che non garantiamo posti. 

Non siamo dei riciclati e non garantiamo posti. Con noi ci sono amministratori capaci, siamo una forza più centrale che centrista. Non siamo una riedizione in piccolo della Dc ma un'aggregazione che inverte la polverizzazione del gruppo italiano

Siete orientati anche voi al “co-governo” con l’Svp?​

L’intento è quello di andare a governare. Naturalmente dovremo essere abbastanza forti per poterlo fare. Ho paura di una Volkspartei sola al governo o con persone di scarsa o nessuna levatura.

 

 

E con la Lega? Bizzo dalle pagine dell’Alto Adige ha detto che non ci sono pregiudiziali. È così?​

Sì, non ci sono pregiudiziali, ma il problema è capire come andranno le elezioni. In politica le porte devono essere aperte. Non diciamo no subito. E poi non è detto che ci sia quel successo della Lega che tutti si aspettano. Da parte nostra, siamo pronti a dare un contributo di governo. È vero che siamo partiti tardi, che il simbolo è poco noto, però sicuramente il nostro progetto andrà oltre il 21 ottobre. Il movimento si trasformerà in partito. Ci sono le comunali e occorre fare un ragionamento guardando al Paese, a quel vuoto politico che si è creato a livello nazionale. Se si andasse a elezioni anticipate nessuno sa cosa succederebbe.

Siamo pronti a dare il nostro contributo per il governo dell'Alto Adige. Con l'Svp e, se così sarà, con la Lega. Ma non è detto che il Carroccio avrà quel risultato che tutti si aspettano

Pensa a qualche apparentamento sul nazionale?​

No, almeno non con i partiti esistenti. Però ci sono però esperienze analoghe alla nostra, liste legate al territorio, reti di sindaci in Friuli, nel Veneto. Bisogna fare un censimento di queste cose e iniziare a lavorarci.

Andiamo oltre la proporzionale linguistica, per risolvere i problemi, altrimenti avremo solo soluzioni tampone. Abbiamo proposte per i giovani, la sicurezza, l'economia. Le aziende che investono nel welfare vanno premiate

Ulteriore critica al vostro indirizzo, quella di alimentare la polverizzazione del gruppo linguistico italiano.​

Più disgregato di così, il gruppo italiano, sarebbe difficile vederlo, con un solo assessore in giunta provinciale. Noi invertiamo la tendenza, siamo un polo aggregatore e non disgregatore. C’è bisogno di ridare rappresentanza ad una parte della società, anche nell’interesse di un’economia altoatesina più equilibrata. 

 

 

Le vostre proposte nel programma elettorale, che forse sono passate in secondo piano?​

Partiamo da un ragionamento sull’autonomia, per fare sì che si apra con coraggio, tenendo comunque l’impianto della proporzionale e del bilinguismo che hanno la loro legittimità. Ma è giunto il momento di guardare oltre, per risolvere i problemi che ci sono nella sanità, nella scuola, nel riconoscimento del merito. Penso che la nostra popolazione sia matura per un passo avanti nella proporzionale, altrimenti avremo solo soluzioni tampone. Siamo anche per un polo culturale integrato fra italiani e tedeschi. Poi serve sicuramente una sanità territorializzata e il tema della sicurezza non va sottovalutato. Ci sono i giovani che devono avere possibilità piene in questa terra e vanno premiate le aziende che investono nel welfare sociale. In generale, l’autonomia va sfruttata per trovare le soluzioni più adatte ai diversi problemi.

Il nostro progetto va oltre il 21 ottobre, ci sono le comunali e bisogna colmare il vuoto politico a livello nazionale, parlando con le liste di sindaci in Friuli e Veneto e con le esperienze territoriali. Se si andasse a elezioni anticipate nessuno sa cosa succederebbe

In provincia di Trento è nato Noi per il Trentino, alleato con Ugo Rossi e il Patt che si sono separati in modo non consensuale dal centrosinistra. Alcuni dicono che si profila un’alleanza Svp-Patt-Lega a cavallo della Regione. Voi ci state?

Prima bisognerà vedere come andranno le elezioni sia in Trentino che qui da noi. Ma quale che sia lo scenario dovremo cercare di camminare assieme con tutte le forze autonomiste regionali.

Lei ha un ampio curriculum professionale, ha raggiunto posizioni di leadership durante la sua carriera e ora da pensionato gestisce l’albergo di famiglia a Ortisei. Dunque è anche imprenditore del turismo, settore importante in Alto Adige: in virtù di questa sua esperienza, a cui si aggiunge quella politica, si sente di poter fare l’assessore?​

Senza dubbio ho fatto tante cose nella mia carriera, sono stato direttore del Tg3 e dei tg regionali Rai dal 1998 al 2001, una direzione “glocal”, e poi sono stato giornalista, dirigente, tecnocrate, spesso in ruoli apicali. In val Gardena, da dove ho fatto il pendolare per tutta la mia vita, gestisco con mio figlio l’albergo Hell che era di mia moglie, che purtroppo non c’è più. Quindi ragiono anche da piccolo-medio imprenditore. Inoltre, in tempi molto diversi da oggi, nel 1996, quando c’era la legge elettorale definita Mattarellum, sono stato candidato in Parlamento contro l’allora potentissimo Franco Frattini, ministro delle Regioni, perdendo per 700 voti. Ebbene, in virtù di tutto questo dico: perché no?

Sono stato direttore del Tg3 e dei tg regionali Rai, ex candidato alle politiche del 1996 contro Frattini e ora gestisco l'albergo di famiglia a Ortisei. Sono anche un piccolo imprenditore. Con la mia esperienza potrei dare un contributo da assessore, perché no?

È un sì per proporsi come assessore?​

Sì, perché non riprovarci? La politica mi è sempre piaciuta perché vuol dire rispondere ai problemi e trovare soluzioni, che è quello che ho sempre fatto. Sono sempre stato un mediatore, e i mediatori servono in politica che è l’arte di cercare soluzioni, talvolta in modo ostinato, talvolta con il buon senso.

 

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luigi spagnolli Mo., 08.10.2018 - 11:11

Sempre grande stima per Ennio. Ma perché l'articolista non gli ha chiesto nulla relativamente ai suoi trascorsi politici nella Margherita, che pure fu una componente fondamentale nella nascita del PD? Guai al popolo che dimentica, ma qualcuno dovrebbe rinfrescare la memoria, al popolo...

Mo., 08.10.2018 - 11:11 Permalink