Chronik | La decisione della Corte

Berlusconi: confermata la condanna a 4 anni

Confermate le condanne per frode fiscale dell'ex premier. Sconterà un anno ai domiciliari o nei servizi sociali. La Corte rinvia invece per la rideterminazione degli anni di interdizione dai pubblici uffici, che saranno ribassati rispetto ai cinque della condanna in appello.
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Foto: Privat

Il giudizio che tutti attendevano è arrivato. Condanna confermata a 4 anni e riformulazione della durata dell'interdizione dai pubblici uffici. Così la Cassazione – riunita oggi dalle 12.30 sotto la presidenza del giudice Antonio Esposito – ha deciso il destino di Silvio Berlusconi pronunciandosi sul processo Mediaset che aveva già stabilito, in sede di appello, una condanna dell'ex premier a 4 anni di reclusione per frode fiscale e a 5 di interdizione dai pubblici uffici. Concretamente, la sentenza definitiva prevede che l'ex premier sconti adesso un anno ai domiciliari o nei servizi sociali. Mentre l'interdizione dai pubblici uffici sarà calcolata al ribasso.

I legali di Berlusconi, il professor Franco Coppi e l'avvocato e deputato Niccolò Ghedini, avevano chiesto l'assoluzione del loro cliente contestando l'esistenza stessa del reato. Il procuratore Antonio Mura, al contrario, dopo aver definito l'ex premier «l'ideatore del meccanismo delle frodi fiscali», aveva chiesto che venissero confermate le condanne, pur aprendo uno spiraglio sul diverso calcolo dell'interdizione dai pubblici uffici.

Adesso si tratta di vedere quali ripercussioni avrà la sentenza sul mondo della politica, in questi giorni mai così divisa tra ipotesi catastrofiste o minimaliste. Le possibilità sono tutte aperte: da una crisi più o meno immediata dell'esecutivo, fino a una sua sopravvivenza, ancorché incerta, comunque ancora sotto l'influenza legata alla figura del Cavaliere. In quest'ultimo caso si avvererebbe però una sentenza, stavolta non più giudiziaria, ma letteraria, espressa dallo scrittore Salvatore Satta nel suo libro guarda caso intitolato proprio “Il giorno del giudizio”: “In fondo la caratteristica dei nostri tempi è quella di aver reso le cose senza importanza”.

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