“È questo il cambiamento leghista?”
Mentre a Roma si scava il solco tra Lega e 5 stelle, alleati di governo, lontano dalla capitale i due partiti sono su fronti opposti, anche nelle dichiarazioni. In Trentino il Carroccio salito agli onori della presidenza della Provincia è bersaglio degli strali dei grillini, secondo cui lo sbandierato “cambiamento” portato dalla Lega non sarebbe altro che la conservazione dell’esistente. In realtà, la giunta a trazione salviniana è partita con sprint, sicuramente per le polemiche: al vespaio sollevato dalla volontà di Maurizio Fugatti di rendere “presepe e crocifisso obbligatori nelle scuole” si aggiunge la dichiarazione dell’assessora Segnana, riportata da l’Adige, sulle divise a scuola per “evitare discriminazioni”.
Pesi e posizioni diverse
I pesi sono diversi, dato che i “verdi” del governo giallo-verde hanno preso in Trentino il 27% da soli, il 47% in coalizione e governano quasi con un monocolore, mentre i “gialli” non sono andati al di là del 7,11%. Visto l’esito, il consigliere pentastellato Filippo Degasperi ha optato per la linea intransigente che aveva tenuto nei cinque anni di opposizione al centrosinistra autonomista, bersagliando il nuovo esecutivo per le decisioni all’insegna della continuità nella macchina amministrativa della Provincia.
Siamo solo all’inizio ma per ora possiamo dire che il “cambio” tanto propagandato è in folle (Filippo Degasperi, M5s)
“Siamo solo all’inizio ma per ora possiamo dire che il “cambio” tanto propagandato è in folle” ha commentato su facebook Degasperi di fronte alla conferma per altri cinque anni del dirigente generale di Piazza Dante, Paolo Nicoletti, chiamato da Ugo Rossi nel 2013.
Le dimissioni mancate
Il consigliere ha poi punto sulle dimissioni “mancate” di Fugatti e degli altri parlamentari-assessori dal ruolo di deputati. La rinuncia del primo, eletto alla Camera in Valsugana, e di Giulia Zanotelli, eletta a Trento-valle di Non, ha l’effetto di riportare i rispettivi collegi al voto. Si tratta quindi di capire quando: la Lega vorrebbe accorpare le urne locali alle europee di maggio.
Nessuno dalla giunta provinciale si è ancora dimesso dal Parlamento e nessuno ha intenzione di farlo fino a maggio 2019. Però rinunciano all'indennità di assessore e presidente tenendo quella deputato che vale il doppio o triplo, circa 15.000 euro (Degasperi)
“Nessuno si è ancora dimesso e, dalla risposta data in consiglio al consigliere Ugo Rossi, pare di capire che nessuno ha intenzione di dimettersi almeno fino a maggio 2019”, ha scritto Degasperi. “Però rinunciano all’indennitá di assessore e presidente avendo optato per quella di parlamentare che vale dal doppio al triplo rispetto a quella provinciale, attorno ai 15mila euro netti mensili (senza contare i contributi previdenziali). Se i trentini non lo avessero capito prima, questo è il cambiamento #leghista”.
I parlamentari si dimetteranno nel momento in cui sarà possibile concorrere nell’election day di maggio. Non vogliamo disturbare gli elettori con un voto a marzo e uno a maggio e abbiamo sottoscritto la rinuncia a uno dei due stipendi (Maurizio Fugatti, presidente della Provincia)
Fin qui l’accusa dell’avversario politico. Lo stesso Fugatti precisa che “i parlamentari si dimetteranno nel momento in cui sarà possibile concorrere nell’election day di maggio” e fa affidamento ad una prossima “norma approvata” che potrà permettere tale abbinamento. “Sarà nell’interesse dei trentini e del risparmio economico - aggiunge - tornare al voto nei due collegi contestualmente alle europee. Non vogliamo disturbare gli elettori con un voto a marzo e uno a maggio e abbiamo sottoscritto la rinuncia a uno dei due stipendi”.
“Crocifissi in tutte le scuole”
Il terreno di scontro si allarga alle altre forze politiche e sociali nel caso della discussione che ha a che fare con i simboli cristiani nei luoghi pubblici. L’avvicinarsi delle festività natalizie ha fatto tornare in auge un evergreen delle polemiche che toccano aspetti religiosi, tradizioni e laicità. Nel suo primo discorso in Aula, il governatore si è augurato che “nelle classi scolastiche come negli uffici pubblici non manchi il crocifisso”, una presenza volta a coltivare “le radici cristiane” della società trentina. Si tratta di una battaglia identitaria per la Lega che abbina tradizione e sicurezza. In Trentino sempre Fugatti aveva sorpreso nei giorni scorsi annunciando l’arrivo di guardie giurate per “proteggere” da presenze indesiderate la chiesa di Santa Maria Maggiore.
Crocefissi nelle scuole e
Crocefissi nelle scuole e teste nella sabbia. L'SVP deve chiudere la porta alla Lega una volta per tutte. Non è nell'interesse dell'Alto Adige di avere questa gente qua nel governo provinciale - a meno che non si voglia tornare nel medioevo. Roba da matti!
I cattolici praticanti sono i
I cattolici praticanti sono i 15% della popolazione, quindi si dovrebbe appendere Il crocifisso in una classe su sette.