Scopo della riunione: capire se si può salvare il termine del 15 febbraio per la firma dell'intesa sull'autonomia. In realtà l'eterno iter è piú complicato. Non di firma si tratta, ma di stesura di un testo definitivo che passerà poi al vaglio delle regioni per le "controdeduzioni" - per poi approdare al finish in consiglio dei ministri. La data possibile della firma è già slittata al 21 marzo. Ma la vera corsa ad ostacoli inizierà ai primi di aprile, quando il testo deve passare a maggioranza assoluta le forche caudine di camera e senato.
I più accaniti e pericolosi avversari sulla lista rossa di Zaia sono tre ministri del movimento 5 stelle: Barbara Lezzi (sud), Giulia Grillo (sanità) e l´ormai famoso Danilo Toninelli (infrastrutture). Grillo sostiene di non essere affatto contraria, ma chiarisce il concetto fondamentale che "chi ha più benzina dovrà soccorrere chi ne ha meno, perchè la solidarietà é nella costituzione". Il motivo per cui il Movimento cerca di frenare il processo sembra chiaro: nell'imminenza del voto europeo cedere al Nord equivale a perdere al sud.
E lì a frenare sono in molti. Un personaggio importante del vasto fronte sudista è l'economista
Gianfranco Viesti dell'università di Bari, autore del testo No alla secessione dei ricchi, scaricabile dal sito dell`editore Laterza. Una petizione sul sito
change.org è stata firmata da 16.300 persone. Un altro attivista è il giornalista pugliese
Pino Aprile, autore del libro
terroni, che descrive gli eventi che avrebbero penalizzato economicamentr il sud dal risorgimento ad oggi. Ma le truppe sono ben distribuite. Sulle pagine de
Il mattino di Napoli si susseguono da settimane interventi di intellettuali contro l'autonomia del Veneto. E' una fronda da non sottovalutare. 20 eletti nei mezzogiorrno hanno partecipato alla riunione convocata dall ex-grillino
Saverio De Bonis contro il regionalismo differenziato.
Il conteggio è semplice - senza di loro non c'è mggioranza al senato.
De Bonis ha aizzato i presenti con linguaggio lugubre: "Dobbiamo contrastare lo strapotere dei nuovi Richelieu della politica italiana che vogliono rafforzare la monarchia padana. Drastico anche il quadro disegnato dalla senatrice grillina Paola Nugnes: "Per non togliere il caviale dalle mense dei bambini del nord non si costruiscono asili nel meridione. E' in atto un vero e proprio sacco del sud."
Il senatore Di Falco, già a rischio espulsione : "L'autonomia chiesta per il nord rischia di spaccare il paese. Il Movimento non può consentire la disgregazione dello stato in cambio del reddito di cittadinanza. E in gioco la sopravivvenza stessa del paese". Non c´é quindi da meravigliarsi se anche sull'altro fronte sta aumenta la tensione. Gianantonio Da Re, caustico segretario della lega veneta, che da sempre non le manda a dire, minaccia la fine della coalizione: "O passa l'autonomia o per noi del carroccio non c'é più motivo di restare in questo governo". Da Re chiarisce di aver già ingoiato un rospo tuttáltro che gradito: Anche noi abbiamo supportato il reddito di cittadinanza al quale siamo ovviamente contrari". Gli assiste Silvia Rizzotto, capogruppo della lista Zaia nel consiglio regionale: "Stanno facendo il doppio gioco."
La Lega a pochi mesi dalle europee si trova in una posizione alquanto scomoda. Se la legge arriva, perde voti al sud. Se non arriva, li perde in Lombardia e nel Veneto.
Ma la strada sembra lunga e tortuosa. Il Quirinale - in attesa del testo - fa sapere che il testo sul "federalismo differenziato" - questa la denominazione ufficiale della legge - dovrà tenere conto della "perequazione tra Nord e Sud." Assicura il governatore lombardo Attilio Fontana "che non ci sarà alcun spostamento di risorse." Zaia minaccia di "non firmare nessun testo annacquato."
E Matteo Salvini, che ancora pochi anni fa dal palco dell'allora Lega Nord di Pontida lanciava volgari anatemi e offese contro i terroni e alle elezioni di marzo si è fatto eleggere in Calabria ?
Il vicepremier sa che ci sono conti aperti. E che la Lega a pochi mesi dalle europee si trova in una posizione alquanto scomoda. Se la legge arriva, perde voti al sud. Se non arriva, li perde in Lombardia e nel Veneto E ovviamente in altre regioni del nord, che nelle loro mense offrono caviale ai bambini.