“Un’atmosfera disastrosa”
La crisi, non conclamata, latente, fugata ancora per un po’, resta nell’aria. La votazione ieri sul decreto sicurezza bis, che ha sancito il primo avallo alla Camera della norma voluta da Salvini per dare una stretta alle Ong nel Mediterraneo, non ha fatto dimenticare le difficoltà del governo giallo-verde, anzi le ha rese più evidenti, visto il calo di consensi rispetto al primo decreto e i segnali dalla fronda grillina di Roberto Fico. “L’atmosfera a Roma è disastrosa” racconta Manfred Schullian, deputato Svp che non ha partecipato alla votazione. Nel merito, attacca la norma Emanuela Rossini, eletta nella lista Svp/Patt: “Il decreto è una criminalizzazione di chi fa soccorsi in mare”. Filippo Maturi (Lega) è di segno opposto: “Si tratta di una norma di buon senso che permette di combattere le Ong complici degli scafisti e l’immigrazione clandestina”.
Governo appeso a sette voti
Alla Camera il decreto sicurezza bis ha ricevuto 322 voti favorevoli - la maggioranza è a 315 -, 90 contrari e un’astensione (di Vittorio Sgarbi, che è anche presidente del Mart trentino). Sul provvedimento il governo aveva messo la fiducia, confermata con 325 sì e 248 no. Il decreto passerà al Senato per l’approvazione definitiva: secondo il calendario di Palazzo Madama, riporta l’Ansa, l’esame dovrebbe cominciare entro il primo agosto.
Come nota l’Huffington Post, a novembre a Montecitorio il primo decreto sicurezza conquistò 396 voti favorevoli. Questa svolta sono pesate le assenze, dal segno più o meno politico. Al momento del voto il presidente della Camera Roberto Fico, riferimento della parte dei grillini insofferente all’appiattimento sul Carroccio del Movimento, è uscito mezz’ora prima, lasciando il posto al vicepresidente Fabio Rampelli. Altri 17 grillini non hanno partecipato al voto.
Elezioni anticipate, l’ipotesi resta
Sono tutti segnali che vanno in un’unica direzione, anche se nessuno vuole prendersi la responsabilità di far saltare il banco. “L’aria in Parlamento è disastrosa” spiega Schullian. “Da decine di giorni gli alleati non si parlano o lo fanno con comunicati. La situazione è intollerabile e l’ipotesi delle elezioni anticipate è sempre presente”. Secondo il deputato infatti “la finestra del 20 luglio”, superata la quale non si sarebbe potuto in teoria andare al voto a settembre o comunque in autunno, non avrebbe fondamenti oggettivi. “La finestra non esiste - aggiunge -, è stata usata più per rassicurare. Teoricamente visto che le elezioni sono previste tra i 45 e i 70 giorni dopo lo scioglimento delle Camere si potrebbe anche votare in ottobre”.
La situazione è intollerabile, ma credo che il M5s voglia portare a casa la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari, il cui voto finale è a settembre (Manfred Schullian)
Non c’è però in questo momento una corsa al voto anticipato. “Io credo - conclude Schullian - che il M5s voglia portare a casa la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari, il cui voto finale è a settembre”. Altri mesi di attendismo dunque.
Scontro sulla lotta alle Ong
Resta lo scontro sulla legge bandiera (bis) del ministro dell’interno. “Il cuore del decreto sicurezza bis è una criminalizzazione di chi fa soccorsi in mare, nel rispetto delle convenzioni internazionali e supplendo all’assenza di un piano sistematico di gestione dei flussi migratori in ordine al quale il decreto non propone alcuna soluzione in merito” attacca Rossini. “Non si sta, infatti, procedendo a fare accordi con i paesi d’origine per i rimpatri né si partecipa ai vertici Ue per portare le nostre istanze. Alimentare un clima di ansia e di conflitto nel paese non aiuta a renderlo sicuro”.
Maturi, che ha seguito l’iter del testo anche da commissario, sostiene il dl: “Dopo settimane di lavoro in I e II commissione e una settimana in Aula, la Camera ha licenziato una norma di buonsenso che permetterà all’Italia di difendere i suoi confini marittimi, combattere con mezzi concreti quelle Ong complici degli scafisti e combattere l’immigrazione clandestina. Meno partenze vuol dire meno morti in mare. Un altro passo per ridare dignità e sicurezza al nostro Paese”.
Fragt sich nur mit wem die
Fragt sich nur mit wem die SVP bei den kommenden Parlamentswahlen (ich schätze mal spätestens im Frühjahr) koalieren wird. Kann sie sich erlauben den lokalen Koalitionspartner und sicheren Sieger der kommenden Wahlen die kalte Schulter zu zeigen? Wenn ja, mit wem will man sich ins Boot setzen? Der PD führt weiterhin ein Schattendasein, die 5 Sterne Bewegung wird ordentlich an Stimmen verlieren und ist sowieso autonomiefeindlich, Berlusconi? Das wäre die pure Verzweiflung. Da wird es am Ende doch die Lega werden. Wer weiß, wenn die SVP im Senat wieder zum Zünglein an der Waage wird, könnte sie für die Autonomie weitere Kompetenzen rausholen. Wie es in Italien weitergehen wird... besser nicht darüber nachdenken.
Die Frage über die
Die Frage über die Nichtregierungsorganisationen und ihr Handeln ist von seiten eines Rechtstaates mehr als legitim. Es kann nicht sein, dass sich jeder über jede Grenze/Gesetzesbestimmung hinwegsetzt und keine Lösung des Problems in Sicht ist, da hauptsächlich die Staaten mit (südlicher) Meeresgrenze betroffen sind. Ich stelle mir vor, dies geschehe im Privaten, an der eigenen Wohnungstür und der einzige Kommentar würde lauten: "arrangiati". Es ist also normal, dass es hierüber heftige Diskussionen gibt, denn das Thema ist ideologisch überbesetzt und nicht rational diskutiert.