Gesellschaft | I dati

Biotestamento questo sconosciuto

Meno dell’uno per cento degli italiani ha pianificato il proprio fine vita, il 28% non ha mai sentito parlare delle Dat. Bolzano in controtendenza.
Paziente
Foto: upi

Sono trascorsi due anni da quando è stata approvata la legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento (le cosiddette Dat), eppure appena lo 0,7% della popolazione italiana le ha redatte e il 28% non ne ha mai sentito parlare. Solo 3 persone su 10 hanno preso in considerazione il problema di pianificare il fine vita fornendo indicazioni sulle cure a cui vogliono o non vogliono essere sottoposte nel caso non fossero in grado di esprimere - attraverso il diritto al consenso informato - le proprie scelte in futuro. È quanto emerge dalla prima ricerca nazionale sulla percezione della popolazione in merito al testamento biologico promossa dall’associazione Vidas che evidenzia come le più sensibili alla questione siano le donne, non credenti, di età compresa fra i 26 e i 40 anni.

 

Bolzano nella top ten

 

La fotografia è quella di un Paese diviso. Secondo un’altra ricerca, stavolta condotta dall’Associazione Luca Coscioni in 106 comuni italiani con più di 60mila abitanti, sono state depositate circa 170mila dichiarazioni, ovvero una ogni 355 abitanti, compresi i minorenni (nel computo non ci sono quelle lasciate dai notai e alle Asl). Tra i migliori dieci comuni in rapporto alla popolazione c’è Pesaro con 1 cittadino ogni 140 abitanti che ha espresso le sue volontà sottoscrivendo le Dat; Matera 1 ogni 150 abitanti, Varese 1 ogni 155 abitanti, Imola 1 ogni 165 abitanti, Fano 1 ogni 175 abitanti, Bolzano 1 ogni 200 abitanti così come Cesena e Busto Arsizio. A seguire Vicenza, 1 ogni 205 abitanti, ultima Pescara, 1 ogni 210 abitanti. Fra le peggiori (sempre in rapporto alla popolazione) Trapani, 1 ogni 1.300 abitanti e L’Aquila 1 ogni 1.250 abitanti. Terzultima la capitale con 1 ogni 850 abitanti.

Intanto lo scorso 10 dicembre è stato approvato - con due anni di ritardo (la legge sul testamento biologico è infatti entrata in vigore il 31 gennaio del 2018) - il registro nazionale, una maxi banca dati destinata alla registrazione delle Dat, immediatamente consultabili dai medici in caso di necessità, in qualsiasi struttura sanitaria d’Italia.