In classe c'è un ragazzo che ha sempre caldo. È secco come un tronco di betulla. Ciononostante si toglie la felpa e rimane in t-shirt. E, come se non bastasse, spesso apre anche la finestra. È il terrore dei compagni. Soprattutto in questi giorni gelidi di metà dicembre. Ma venerdì scorso gli è andata male.
Appena aperta la finestra di sotto si è levato il frastuono infernale del bazooka sparafoglie. In aula non si sentiva una parola e abbiamo dovuto richiudere subito. Da dietro le finestre, tra un asilo e un condominio, due operai-giardinieri manovravano il terrificante attrezzo. Ci davano dentro forte e in ritardo, per via di un autunno durato fino a dicembre. In aria si alzava un turbine di foglie, polvere, fumo, sabbia, cartacce. L'80% ricadeva poi quasi esattamente nello stesso posto e i due poveracci riprendevano pressoché da capo.
A finestra chiusa il tanfo di benzina bruciata non raggiungeva i nostri nasi. Il rumore, pur attutito, invece sì. Una litania di motore in accelerazione/decelerazione, accelerazione/decelerazione.
A Bolzano tutti quanti messi insieme, i bazooka, inquinano come la flotta metrobus della mitica 131. Ecco perché la prima cosa che la nuova giunta Caramaschi dovrà fare sarà vietarli su tutto il territorio comunale. E la seconda sarà organizzare un viaggio studio allargato a tutti i trombati del referendum.
Il bazooka tecnicamente si chiama soffiatore. Uno degli strumenti più assurdi nella storia della tecnologia ce l'ha fatta: è dappertutto (quasi). Deve averlo inventato una perversa mente geniale, in grado di fare soldi con l'inutile e il dannoso. Un tubone serio costa più di 600 euro. Eppure impazza. A Bolzano tutti quanti messi insieme, i bazooka, inquinano come la flotta metrobus della mitica 131.
Ecco perché la prima cosa che la nuova giunta Caramaschi dovrà fare sarà vietarli su tutto il territorio comunale. E la seconda sarà organizzare un viaggio studio allargato a tutti i trombati del referendum. Quelli almeno sulla carta più ecologici, insomma. Dal Pd al team K, dai Verdi ai giovani transetnici. Dove? A Odessa.
Perché? Perché lì il bazooka è sconosciuto. La città sul mar Nero vanta i marciapiedi più larghi del mondo, talvolta 15 metri (non è uno scherzo, google immagini per credere). E, di sicuro, tra i più puliti. Grazie a meravigliose netturbine armate di ramazza (chissà perché sono tutte donne...forse in ricordo della lavoratrice sovietica, in grado di svolgere qualsiasi lavoro...). Iniziano attorno alle cinque di mattina. Sono tutte nerborute e decise. Manovrano con sapienza enormi scope di saggina. Disegnano ampi movimenti come di falce, apriechiudi/apriechiudi. Un primo corridoio di selciato pulito al centro, un secondo sul lato destro e un terzo su quello sinistro: fatto! Da dietro arriva la collega col bidone. Ramazza di misura normale, paletta di ghisa, due colpi, coperchio: foglie via.
Silenzio, aria pulita e la gioia di un lavoro fatto bene.