Politik | L'intervista

“Vi spiego perché ha vinto Bonaccini”

Il giornalista bolognese Massimiliano Boschi, trapiantato a Bolzano, sul voto in Emilia-Romagna, i sovranisti e le metropoli, il fattore Mihajlovic e l’incognita-Bolzano.
Massimiliano Boschi
Foto: Massimiliano Boschi

salto.bz: Boschi, qual è la sua personale lettura del voto delle regionali in Emilia-Romagna?

Massimiliano Boschi: Iniziamo col dire che l’“Emilia rossa” non esiste più da qualche anno. Ricordiamoci che la Lega è stato il primo partito alle europee e il Movimento 5 stelle il primo alle politiche. Resta, in una fetta di popolazione, una sorta di identificazione, di orgoglio, nell’essere di sinistra, ma di contro ci sono località, tradizionalmente “rosse” dell’Emilia-Romagna, soprattutto in provincia, che registrano a favore della Lega percentuali di voti superiori al 40%. Sono dati come questi che confermano una precisa tendenza globale, ovvero la netta distinzione tra le città, soprattutto quelle grandi, e la provincia in relazione al consenso sui partiti sovranisti e identitari. Nelle metropoli queste forze politiche soffrono mentre “fuori” prosperano.

Il motivo di questa tendenza?

Ci sono diversi fattori da prendere in considerazione. I dati dimostrano, dal voto sulla Brexit, al voto delle presidenziali in Francia o negli Stati Uniti, fino a quello dell’Emilia Romagna, che nelle metropoli si concentra un elettorato molto più “aperto”. Un elettorato che di norma non decide di dare il proprio voto sulla base di temi come sicurezza, degrado o immigrazione. Al di là delle opinioni questo è un dato di fatto con cui non si può non fare i conti. Il Fronte Nazionale francese di Le Pen, per esempio, alle ultime presidenziali è rimasto sotto al 5% mentre a livello nazionale ha preso il 21%, a Londra la Brexit non passa, le prime 10 città italiane più popolose non sono in mano alla Lega. 
Davanti a questo scenario si cerca una collocazione individuale, piuttosto che politica, nei luoghi in cui ci sono condizioni più vantaggiose, “vado dove posso vivere meglio” è l’idea di fondo, e si rinuncia a tentare di cambiare il posto in cui si vive. 

E quindi?

Ci si sposta in massa verso le grandi città che continuano a modificarsi, a evolversi, e ad attirare sempre nuove persone. Chi rimane nello stesso posto, per incapacità o mancanza di coraggio nel trasferirsi altrove, si racconta spesso che la propria città è il luogo più bello del mondo. Mi vengono in mente quelle cittadine polacche sperdute che si dicono fiere di non avere fra i propri abitanti membri della comunità LGBT, quando a spiccare è piuttosto l’intelligenza di chi ha deciso di lasciare un luogo del genere. 

I dati dimostrano, dal voto sulla Brexit, al voto delle presidenziali in Francia o negli Stati Uniti, fino a quello dell’Emilia Romagna, che nelle metropoli si concentra un elettorato molto più “aperto”. Un elettorato che di norma non decide di dare il proprio voto sulla base di temi come sicurezza, degrado o immigrazione

In Emilia-Romagna la vittoria del centrosinistra è stata tutta merito di Bonaccini o le sardine hanno fatto la loro parte, anche portando tanti elettori alle urne?

Sono convinto che sia stata soprattutto una vittoria di Bonaccini, in quanto alle sardine è difficile valutare empiricamente il loro contributo, ma sicuramente la loro presenza ha cambiato letteralmente l’atmosfera in regione e ha dato una grande forza alla sinistra, manifestando la ferma volontà di non arrendersi alla Lega. È anche vero che le sardine mostrano tutti i limiti della politica di oggi, riescono a unire così tante persone perché non dicono nulla, se cominciassero a entrare concretamente nel dibattito politico si dividerebbero, come fa la sinistra, in una miriade di fazioni, e allora cantano, perché almeno sulle canzoni provano a non dividersi. In sostanza: Bologna è stata fondamentale per la vittoria di Bonaccini, e Bologna è la città delle sardine. Quale sia la causa e quale la conseguenza non è facile da definire. 

La Lega, con la sua campagna elettorale portata avanti a colpi di provocazioni (dalla propaganda su Bibbiano, al video del vicesindaco di Ferrara in cui minaccia la sinistra con un “vi faremo un culo così”, alla “citofonata” del leader del Carroccio), rimane comunque al record storico dei suoi consensi, pur subendo una flessione rispetto a un anno fa.

Sì, la Lega passa dal 33,8% delle europee al 32%, la propaganda salviniana non è stata però sufficiente in Emilia-Romagna di fronte a una campagna elettorale intelligente di Stefano Bonaccini, che da un anno gira in lungo e in largo la regione mostrando i risultati della sua amministrazione. Salvini doveva “liberare” l’Emilia-Romagna ed è stato sconfitto, c’è poco da fare. Inoltre va considerato che nelle elezioni regionali, e in queste in particolare, il tema “sicurezza” non conta come in quelle nazionali, anche perché nessuno imputa al presidente della Regione il controllo della sicurezza nelle proprie città. Incisivo invece, ad esempio, è stato il capitolo relativo alla sanità dove del resto finisce gran parte del bilancio regionale e l’Emilia-Romagna possiede un sistema sanitario, agli occhi di molti italiani, perfetto, anche se non è propriamente così. L’esempio dell’allenatore del Bologna Mihajlovic, curato all’Ospedale di Sant’Orsola, è significativo: l’uscita dell’ex calciatore della Samp e della Lazio si è rivelato uno “spot” a favore di Bonaccini nonostante l’endorsement alla candidata della Lega Borgonzoni. Un altro aspetto da sottolineare è il depotenziamento del “prima gli emiliani”, slogan leghista che stavolta non poteva funzionare dato che Bonaccini si è dimostrato il “vero emiliano”, contrapposto a una candidata che di fatto è stata solo uno “strumento” nelle mani di Salvini.

La questione dell’immigrazione da vent’anni è nelle mani della Lega. E il migrante non viene raccontato come il ragazzo che ci consegna il pacco a casa, o che accudisce la persona anziana, ma come quello che sbarca in Italia e si mette a rubare. E non basta dire che questo “non è vero”, come fa la sinistra

Il grande sconfitto di queste elezioni è il Movimento 5 Stelle, nato proprio in Emilia-Romagna.

Degno di nota in questo senso è il dato di Imola, dove un forte sistema di potere della sinistra era stato sconfitto dopo 60 anni grazie alla vittoria dei 5 stelle alle comunali. Ebbene, dopo poco più di un anno di governo la sindaca pentastellata si è dimessa, e alla prossima tornata elettorale potrebbe presentarsi con la Lega. Pizzarotti, sindaco di Parma, era un bravo amministratore grillino ed è stato cacciato dal Movimento, stessa sorte è capitata a Favia, il primo consigliere regionale 5 stelle in Emilia-Romagna. Il punto è che la selezione del M5s non è mai stata fatta in base alle capacità dei candidati ma alla sudditanza nei confronti del capo, Grillo o Casaleggio che fosse. E questo alla lunga ha pesato. 

Tornando alla Lega, invece, il tentativo di Salvini di trasformare il voto delle regionali del 26 gennaio in un referendum sull’esecutivo nazionale è fallito. L’Emilia del resto non è l’Italia, ma Borgonzoni ha praticamente delegato la sua campagna elettorale al leader della Lega, crede che a Bolzano, con le comunali, succederà lo stesso?

Premetto che Salvini è un’incredibile macchina da guerra in fatto di propaganda, e molte persone sui social rilanciano le sue “sparate”, quindi in fatto di visibilità il segretario della Lega non ha di che preoccuparsi. E poi ci sono i contendenti. Prendiamo la questione dell’immigrazione, da vent’anni è nelle mani della Lega. E il migrante non viene raccontato come il ragazzo che ci consegna il pacco a casa, o che accudisce la persona anziana, ma come quello che sbarca in Italia e si mette a rubare. E non basta dire che questo “non è vero”, come fa la sinistra. Nei fatti, politiche in favore degli immigrati regolari non sono state fatte. Per quel che riguarda Bolzano non sappiamo ancora chi correrà per la Lega alla poltrona di sindaco ma c’è un convitato di pietra (Svp, ndr) che mette bocca anche sui candidati altrui ed è anche per questo che il nome fa ancora fatica a uscire. 

[A proposito delle comunali di Bolzano] Non sono sicuro che Caramaschi ce la faccia per il secondo mandato. Non tira aria di grande consenso intorno alle sue politiche

A Caramaschi riuscirà il bis?

Non ne sono sicuro, non tira aria di grande consenso intorno alle politiche di Caramaschi. L’attuale sindaco non mostra interesse verso i giovani, Bolzano dà di sé un’immagine vecchia, di una città che non gestisce i problemi, penso per esempio al fenomeno turistico, ai centinaia di Airbnb, che il Comune non sembra essere in grado di coordinare. Vedo poca prospettiva, i cantieri che partono (certo non solo per colpa di Caramaschi) sono legati perlopiù alla realizzazione dei centri commerciali, e allora mi chiedo: ma che idea ha questa amministrazione del futuro della città?

Trovo molto interessante l'analisi dell'intervistato. Soprattutto la prima parte.
Poi di certo bisognerebbe andare oltre l'aspetto elettorale. E non fermarsi alle regioni conquistate dal centro destra, ma come queste sono governate. E magari si scopre che quasi tutte sono in esercizio provvisorio, e scandali vari. Nella stessa Emilia abbiamo il comune di Ferrara con un mega scandalo. La coalizione di centro destra presenta le stesse differenze presenti nel PDL e nella maggioranza che appoggiava Berlusconi. Oltre a un Salvini che sa fare solo quello che sa fare ma non conquista i moderati (e se lo facesse perderebbe gli estremisti). Se poi vogliamo guardare il pelo allora vederemo che neppure in Lombardia sono rose e fiori (invito a prendere un treno di Trenord) e alcuni servizi (non tutti) presenti in Veneto sono davvero scadenti rispetto ai nostri.
In parole povere sarebbe ora di fare un'onesta analisi politica e non limitarci sempre alle campagne elettorali. Non esistono più cotradditori, nessuno che rende più conto di nulla.
Sulle considerazioni legate al sindaco Caramaschi onestamente cado un po' dalle nuvole. Rispetto le considerazioni del giornalista ma io da bolzanino nato a Bolzano non sento proprio il problema degli Airbnb. Non mi tange! (anzi meglio quelli che bordelli clandestini in centro!) Qui ci sono sostanzialmente due macro problemi: uno storico e sono i prezzi alti in primis degli immobili e il traffico.
Per il primo punto ci sono diversi fattori, certo è che la città è in mano a pochi magnati che hanno investito sugli immobili e la cosa gli conviene tanto che ci sono interi palazzi vuoti. Se pagassero 10.000€ a vano sfitto al mese di tasse forse i prezzi scenderebbero e pure gli affitti. Per il traffico aveva fatto una proposta ed è stata bocciata. Ma non è che vi sono alternative, ci sono solo chiacchere (e distintivo) da parte dell'opposizione.
Concludo dicendo che tra le righe con vocaboli tipo "centri commerciali" ci vedo quella visione di eterosinistra/grillina con la quale tanto mi sono scontrato nel periodo referendario su Benko. E la trovo scorretto perché il progetto di Benko non è solo centro commerciale, per non parlare dell'areale, che dovrebbe far convergere ogni cittadino che ha a cuore questa città.
Comunque se questi sono i giudizi chiedo a Caramaschi di iniziare a camminare da adesso, di spiegare,di ascoltare. Gli altri sanno fare solo slogan lui deve dimostrare i fatti.

Di., 28.01.2020 - 09:45 Permalink

Una lettura un po’ diversa la dà Alessandro Calvi sull’Internazionale. Non dobbiamo dimenticare che le elezioni in Emilia-Romagna erano anche un referendum su Salvini (proclamato da lui stesso). Adesso la cosiddetta Sinistra però farebbe bene a chiedersi quale modello culturale scegliere. E che si sbrighi. Non basta la buona amministrazione per fare una buona politica. Quello che la gente chiede è un’alternativa. Un’alternativa politica, culturale, economica e sociale. Un’alternativa al capitalismo.
https://www.internazionale.it/opinione/alessandro-calvi/2020/01/27/pd-e…

Di., 28.01.2020 - 09:46 Permalink