Wirtschaft | La crisi come chance

CSR è sostenibilità

Reinventarsi nell'ottica della sostenibilità è una grande chance in questa crisi. Il 7 maggio le aziende raccontano le best practices alla tappa trentina del Salone CSR
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

La CSR (Corporate Social Responsibility), in italiano RSI Responsabilità Sociale d’Impresa, è entrata formalmente nell'agenda dell'Unione Europea a partire dal Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000, dove è stata considerata come uno degli strumenti strategici per realizzare una società più competitiva e socialmente coesa e per modernizzare e rafforzare il modello sociale europeo.

 Nel Libro Verde della Commissione Europea, edito nel 2001, la responsabilità sociale è definita come: "L'integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali e ambientali delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate".

In questi venti anni l’orizzonte si è ampliato. Non è più un’attività tattica o residuale e non può essere considerata uno strumento per risolvere problemi contingenti. È una scelta strategica capace di incidere sui piani dell’organizzazione nel breve, medio e lungo periodo. E’ la capacità di coniugare il profitto con l’attenzione all’ambiente e al sociale. Di più, e questa crisi offre una chance, è l’opportunità di reinventarsi, con un focus sulla visione dell’azienda, lo sviluppo di prodotti e servizi per il bene comune, per creare valore condiviso.

Si è passati dal paradigma della crescita a quello dello sviluppo. Lo sviluppo economico non è il solo fattore indispensabile per il benessere umano. Il concetto di “sviluppo umano” come un insieme di condizioni (salute, relazioni, natura…) che permette ad un soggetto di realizzare il suo potenziale, risale agli anni ’90. Si è fatta strada anche una nuova definizione di successo.

Non più solo il PIL, ma anche HDI –Human Development Index (UNDP), GDH-Gross Domestic Happiness (Buthan), BES –Benessere Equo e Sostenibile (ISTAT). Non più solo bilancio economico, utile e crescita, bensì strumenti di rendicontazione non finanziaria (GRI, UNGC, Integrated Report, ESG, BBC), strumenti per la misurazione della responsabilità sociale o sostenibilità d’impresa/RSI (Piattaforma RSI del MISE, B.Corp, SROI, Bilancio dell’Economia del Bene Comune…).

Le normative sulla rendicontazione non finanziaria sono: D. Lgs. 254/2016, Società benefit, Riforma del terzo settore (2017) e DM 186/2019.

Nel processo verso la sostenibilità è sì interessante misurare e rendicontare, ma ancora più interessante è il processo, il viaggio, perché il cambiamento è continuo: definisco la sostenibilità, la implemento, la misuro e compio un monitoraggio, la comunico, la analizzo e la valuto. E ricomincio. Questo è il processo continuo di miglioramento della sostenibilità d’impresa.

Molti studi lo dimostrano, le aziende che hanno capacità visionaria, pensano e agiscono in un’ottica eco-sistemica, co-progettano servizi o beni con gli stakeholder, puntano allo sviluppo dei collaboratori e dei modelli organizzativi, sono attori economici, sociali, culturali, ambientali e territoriali sono le aziende che si sviluppano e hanno successo a 360°.  

La responsabilità sociale d’impresa sarà il tema della Prima Tappa trentina del Salone CSR di Milano, in programma il 7 maggio, dalle 16.30 alle 18. Per registrarsi gratuitamente: http://www.csreinnovazionesociale.it/tappa/trento2020/

 

Bild
Profil für Benutzer Karl Trojer
Karl Trojer Do., 07.05.2020 - 10:10

Apprezzo molto questo esposto di Monica Margoni. Grazie ! Mi preme aggiungere, che finquando la lobby dell´alta finanza gode globalmente di tutte le libertà, la sua aggressività continuerà a distruggere l´economia concreta ed ad impoverire le economie sociali dei paesi già poveri. La UE deve porre fine a questo caos finanziario, che sfugge alla tassazione e rende, con la odierna trasferibilità di valori finanziari in 1/1000 di secondo, impossibile qualsiasi trasparenza sui marcati finanziari. Vanno debitamente tassati pure tutti gli acquisti fatti attraverso internet, inquanto scavalcano le regole di una concorrenza leale. È la Unione Europea, che almeno per il suo territorio, deve al più presto intervenire in proposito e gli Stati membri, come l´Italia, debbono sollecitarla in merito.

Do., 07.05.2020 - 10:10 Permalink