Umwelt | Trasporto pubblico

Bus diesel-ibridi, altro che “affarone”

La scellerata virata diesel-ibrida farlocca provincial-sasina fa storcere il naso e anche nei costi proprio non ci siamo. Si poteva spendere, infatti, assai meno e meglio
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Foto: Michele De Luca

Per la “gioia” di taluni, torno sul tema e questa volta guardo ai costi. Ebbene, Sasa sembra abbia fatto tutt'altro che degli "affaroni" nella gara del 2018 e relativa opzione che avrebbero dovuto garantire un acquisto a costi ribassati, invece...:

  • i 20 autobus ibridi-diesel 12 m della gara 2018 sono stati aggiudicati con uno sconto dello 0,389%, con un solo concorrente, ma allora, attenzione, era un solo costruttore a offrire sul mercato tali diesel-ibridi "leggeri"
  • idem per i 4 bus da 10,5 metri diesel-ibridi: 0,399%
  • idem per gli 8 18m ibridi-diesel: qui siamo al top con un ribasso dello 0,000020%
  • pure sui bus diesel "puri" da 8-9,5 m hanno fatto un affarone: ribasso dello 0,351% (anche qui un solo concorrente)
  • per i 3 bus diesel da 7-8 m sono andati con procedura senza gara in quanto la gara per questo lotto era andata deserta: ribasso 0,13%, tra l'altro con un costo di 38.415 Euro superiore
  • è andata altrettanto, a comparazione, con i 12 bus a idrogeno (un solo concorrente) che sono stati aggiudicati con uno sconto dello 0,452%

Col risultato che, grazie, anche all’ultimo appalto, lanciato in piena pandemia (curioso, eh!) e chiuso un mese fa, fra un po’ avremo la flotta di Sasa con l’86,6% a trazione a gasolio. E nessuno che si ponga qualche domanda. Semplicemente pazzesco! Tutti vogliono evidentemente rimanere “‘gnurant”.

Se guardiamo i prezzi che erano in capitolato, c'è solo da strabuzzare gli occhi per i costi:

Infatti, l’alternativa del metano, bocciata con motivi a dir poco pretestuosi da Provincia e Sasa, era decisamente più economica. Come metro di paragone si può prendere la gara effettuata a fine 2017 da SVT Vicenza per 25+12 bus da 12 metri a metano, un mezzo è arrivato a costare circa 250.000 euro, un altro circa 220.000 euro. Riferendosi invece ai bus acquistati a più riprese da ATV Verona il prezzo è addirittura di "soli" 219.000 euro con un allestimento piuttosto minimale. Certo, ogni gara fa storia a sé, è difficile confrontare i prezzi in appalti con caratteristiche diverse ma le dotazioni da capitolato sono ormai standardizzate e la “personalizzazione” non incide certo per decine di migliaia di Euro sul prezzo. Quindi si facciano i calcoli di quanto sono costati in più tali bus diesel-ibridi!

Insomma, Sasa aveva il problema dell’invecchiamento della flotta, dovuto a clamorosi buchi nella sostituzione periodica della flotta fra il 2008 e il 2012 e fra il 2012 e il 2019, che, evidenzio, nessuno ha mai spiegato negli ultimi dodici anni, perché? Ad esempio, il "fulgido" ex presidente di Sasa, dieci anni a fare cosa? Il notaio di scelte prese altrove ed incassando poco meno di 280mila Euro lordi in dieci anni? A quanto pare...

Scelta pro ibrida-diesel da... superca**ola

La scelta pro-diesel è stata ammantata da variopinte ragioni che, a leggerle anche dopo un paio d’anni, fanno davvero sorridere.

Sembra quasi che siano risposte dirette al sottoscritto. Incapaci di sostenere un dibattito de visu e con i proprietari comunali di Sasa sempre silenti, che non sanno approfondire per nulla tali temi e si bevono tutto, forse anche perché fuorviati, ci si è “scatenati” in considerazione da superca**ola da “Amici miei”.

Ad esempio, nella delibera 257/2019:

Questa tecnologia ibrida rappresenta un ulteriore passo verso la trazione elettrica, indiscutibilmente protagonista della futura mobilità. La concentrazione su tale tecnologia e il suo sviluppo impone per una logica strategica – l’abbandono della tecnologia a metano, in quanto proprio per il veloce avanzamento delle tecnologie a 0 emissioni, il rinnovo del parco mezzo va effettuato in una logica sinergica con le scelte legate all’elettrificazione.

Oppure nella delibera 1094/2018:

Posto che l’obiettivo di medio/lungo periodo è la conversione della flotta a tecnologia ad emissioni zero, in questa fase di passaggio le risorse vanno gestite evitando effetti di dispersione, e facendo, invece, scelte coerenti con l’obiettivo finale. Il rinnovo della flotta “ordinaria” con una tecnologia coerente con l’elettrificazione, come gli autobus ibridi, permette di incanalare sin da subito le risorse verso questo cambio di paradigma. Perché introducono il motore elettrico in modo graduale, e questo permette anche l’adeguata preparazione del personale (tecnico e di guida) e delle infrastrutture coinvolte alla la nuova tecnologia.

Sono argomentazioni, anzi giravolte verbali, talmente assurde che non commento oltre. A parte l’errore di coniugare elettrificazione con bus a motore, come lo sono gli “ibridi leggeri” acquistati che non fanno un solo cm in modalità solo elettrica, allora qualcuno mi spieghi perché in altre realtà i bus a metano vengono acquistati anche per la circostanza che con l’immissione progressiva di biometano in rete, automaticamente si ha una diminuzione delle emissioni di CO2 della flotta con i bus a metano che già di loro hanno un vantaggio del 10/15% rispetto ai bus diesel. Nessuno lo sapeva e lo sa ai “piani alti” della Provincia e della Sasa nonché dei rispettivi Comuni? Dai…

Solo per essere "i primi"?

Il tutto inquadrabile in una schizofrenica e del tutto disordinata rincorsa alle novità per dire “noi siamo i primi”. Prima i bus a idrogeno, che pare stiano cominciando ad avere problemi pare dovuti a scarsa manutenzione, così almeno ha dichiarato all’interfono un’autista quando si é fermato in mezzo alla strada qualche giorno fa, e già questo dovrebbe aprire un capitolo anche politico di domande, poi i cinque bus elettrici e mi ricordo il sorriso a 32 denti di un certo tal ex direttore di ripartizione, a cui va la responsabilità amministrativa dal 2008 al 2019 per le scriteriate scelte pro diesel, compresi i bus tutti diesel acquistati nel 2012/13. Sempre a rincorrere in modo disordinato e senza una strategia precisa i trend del momento. L’ho scritto tante volte che sarebbe stato prioritario puntare sul rinnovo totale della flotta e poi ci si sarebbe potuti dedicare alle costose sperimentazioni.

Costi, la rivista Autobus smentisce clamorosamente gli "esperti" locali

Ultimo aspetto. Nel numero di luglio-agosto della rivista Autobus, è indicato uno studio sui costi totali di proprietà (TCO) su di una vita media di 13 anni. Non li commento, sono lì che sbugiardano un bel po’ di “responsabili” del settore e fanno capire cosa è costato al bilancio provinciale incentrarsi su “sperimentazioni” pifferaie. Siamo facilmente nell’ordine di svariati milioni di Euro spesi in più a carico delle casse pubbliche. Le responsabilità politiche e amministrative sono evidenti. “Ragionateci sopra” (cit.).

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Peter Gasser Mo., 13.07.2020 - 11:08

Antwort auf von Martin Senoner

Salto ist ein wohl ein offenes Medium, in dem jeder lesen, schreiben und kommentieren kann/darf; für die Moderation ist das SCM zuständig;
Zensurversuche Einzelner anderen gegenüber finde ich als unpassend. Sachliche Information kann sehr oft zu wenig, kaum aber einmal zu viel sein.
In diesem Sinne finde ich den gegenständlichen Beitrag gut und sinnvoll.
In diesem Sinne verletzt Ihr Kommentar die Netiquette.

Mo., 13.07.2020 - 11:08 Permalink
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Michele De Luca Mi., 15.07.2020 - 22:00

Antwort auf von Martin Senoner

@Martin Senoner
Ho analizzato sulla base di quanto è noto come l'acquisto di questi bus siano costato parecchio di più rispetto a bus convenzionali e parliamo di alcuni milioni di Euro, mica di bruscolini. Complessivamente il tema è stato del tutto ignorato dai media e della politica, non una novità in questi ultimi dodici anni. Perché? Non si sa. L'unica impressione che se ne può dedurre è che sembra quasi che non si "dovesse disturbare".
Che nel trasporto pubblico e nella strategia qualcosa non sia andato per il verso giusto è chiaro, solo che non se ne vuol parlare. Non un bell'esempio di trasparenza, né, mi sembra, di competenza. No, questa volta non siamo stati "Die Besten". Tutt'altro, quindi "ragionateci sopra" (cit.)
E non oso pensare a come si svilupperà tutto il discorso del trasporto pubblico interurbano. Ricordo che lì siamo oggi al 100% di mezzi a gasolio e si vaneggia di ben 660 bus a idrogeno entro il 2030 a cui probabilmente non credono nemmeno i membri della "task force Wasserstoff Südtirol".
Insomma, continuerò ad occuparmene. Credo che non avrò motivo di annoiarmi.

Mi., 15.07.2020 - 22:00 Permalink