Wirtschaft | Mobilità ed ecologia

Bus a idrogeno: l'innovazione giustifica i costi

Secondo Joachim Dejaco (STA) gli elevati costi dell'operazione che ha portato oggi (18 novembre) nelle strade del capoluogo cinque autobus alimentati a idrogeno sono pienamente giustificati e definiscono Bolzano come uno dei centri all'avanguardia in Europa.

Da oggi (18 novembre) Bolzano è entrata nel novero di un ristretto gruppo di città europee dotate di autobus alimentati a idrogeno, in grado cioè di garantire un bassissimo – o come viene affermato: nullo – impatto ambientale. Non sono mancate però polemiche riguardanti i costi molto elevati dell'operazione, complessivamente ammontanti a 13 milioni e mezzo di euro. Abbiamo chiesto a Joachim Dejaco, direttore di STA (Strutture Trasporto Alto Adige), di spiegarci nel dettaglio l'articolazione dei veri capitoli di spesa.

Salto.bz: dott. Dejaco, questi nuovi autobus costano troppo?
Joachim Dejaco: I dati sono assolutamente trasparenti. Si tratta di un un progetto complessivo, non riducibile soltanto al fatto che abbiamo acquistato cinque autobus particolari o più puliti di altri.

Quali sono le linee portanti di questo progetto?
Per l'Alto Adige si tratta di un'occasione unica, vale a dire quella di posizionarci come polo tecnologico all'avanguardia nell'ambito della mobilità ecologica. E siccome si parla di progettualità d'avanguardia, concernente tecnologie innovative, è chiaro che anche i costi possono sembrare alti.

Vogliamo definirli meglio, questi costi?
Certamente. L'intero progetto – che, ci tengo a precisarlo, è di respiro europeo – ha previsto un finanziamento di 82 milioni di euro. 26 milioni sono stati messi a disposizione dall'Unione europea. Abbiamo poi il contributo di 26 partner industriali e, infine, bisogna calcolare la somma messa a disposizione dalle varie città partecipanti, che hanno acquistato complessivamente 26 autobus. Come vede, 26 è un po' il numero che fornisce il filo rosso per inquadrare l'intera esperienza.

E per quanto riguarda Bolzano?
La somma spesa da Bolzano è di 13,5 milioni di euro. Circa un terzo finanziati dall'Unione europea, il resto dalla Provincia e segnatamente dagli assessorati alla mobilità e all'innovazione.

E' possibile comprendere l'articolazione dei capitoli di spesa?
Sì. La somma complessiva riguarda l'acquisto, il servizio full service – dato che si tratta di autobus particolari non potevamo affidarci a semplici meccanici, ma dovevamo garantire un'assistenza in grado di gestire la complessità della nuova tecnologia –, i costi dell'idrogeno, le procedure necessarie alla raccolta dei dati e gli adeguamenti alle infrastrutture della SASA. Inoltre è importante non trascurare la tempistica.

In che senso?
Quando parliamo di 13,5 milioni intendiamo un periodo di cinque anni, il che a mio avviso rende più comprensibile la spesa complessiva.

Comprensibile e quindi giustificabile?
Guardi, capisco che ogni volta che vengono spesi dei soldi pubblici subito c'è qualcuno che storce il naso. Ho sentito addirittura lamentele sul fatto che gli autobus sarebbero troppo silenziosi! Io penso che investire in tecnologia e innovazione abbia delle ricadute sul lungo periodo. Come le dicevo, la cosa importante non sono soltanto i cinque autobus che oggi hanno preso a circolare. Ancora più essenziale è l'intero processo formativo che ne ha accompagnato l'introduzione e che verrà consolidato nel periodo futuro.

 

 

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Maximilian Lösch Mo., 18.11.2013 - 17:19

Si sa chi fornisce l'idrogeno e sopratutto come viene prodotto?

La provenienza dell'idrogeno è il punto chiave di tutta la tecnologia a H2

Se si usano quantità industriali di petrolio per produrre l'idrogeno, che si sa essere un processo molto "costoso" in termini energetici, allora tutto il progetto è una bella farsa e spreco di denaro pubblico.

Se i metodi di produzione utilizzano fonti di energia alternative, potrebbe essere interessante, ma sempre da valutare...

Mo., 18.11.2013 - 17:19 Permalink
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Alessandro Cosi Di., 19.11.2013 - 21:56

Dal responsabile del progetto mi attendo un'informazione corretta e completa, infatti non si pò parlare di impatto ambientale nullo. Il bus a idrogeno è un normalissimo mezzo di trasporto ELETTRICO che utilizza l'idrogeno per accumulare l'energia, come se fosse una vera e propria batteria. Quindi l'impatto ambientale è dato dalla produzione dell'energia elettrica che serve per produrre e comprimere l'idorgeno. Sarebbe interessante sapere dal sig. Joachim Dejaco con quale efficenza avvengono i vari cicli di trasformazione dell'energia.

Di., 19.11.2013 - 21:56 Permalink
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Maximilian Lösch Di., 19.11.2013 - 22:58

Antwort auf von Alessandro Cosi

Come si vede questi bus vanno ad energia elettrica (passando dall'idrogeno). Cosa molto più intelligente utlizzare allora l'energia elettrica direttamente.
Probabilmente con lo stesso investimento si sarebbe potuto coprire tutto il territorio della città o quasi con filobus elettrici, che costano molto meno, non inquinano e sono silenziosi allo stesso modo.

Di., 19.11.2013 - 22:58 Permalink
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Joachim Mair Mi., 20.11.2013 - 12:30

Antwort auf von Alessandro Cosi

Attenzione, i filobus elettrici potrebbero essere una'idea per la città di Bolzano, ma resta il problema del territorio extraurbano - mica possiamo tappezzare tutta la provincia o meglio, tutta l'Europa di fili elettrici per bus. Soprattutto non risolvono il problema di come abbattere le emissioni del trasporto in futuro.
Da quanto ho capito l'obiettivo del progetto europeo sarebbe quello di spingere lo sviluppo dell'alimentazione ad idrogeno, perché sembra essere una soluzione più praticabile rispetto all'alimentazione elettrica a batteria: Il rifornimento con idrogeno avviene in pochi minuti, mentre la ricarica di un mezzo elettrico dura svariate ore. E soprattutto, l'autonomia dei mezzi e nettamente superiore: 350 km per un BUS a idrogeno, 150 (la butto lì) per un AUTO elettrica (non so quanta autonomia possa avere un bus elettrico) ... c'è una gran bella differenza. Sull'efficienza energetica è vero che serve energia per produrre e comprimere l'idrogeno, ma vogliamo ricordare quanta energia richiede l'estrazione, la raffinazione ma soprattutto il trasporto del petrolio o del gas, con tutti gli anelli della catena che ci devono guadagnarci qualcosa?
Su questo va poi considerato inoltre che i motori elettrici hanno un grado di rendimento nettamente superiore rispetto ai motori convenzionali termici (ca. 90% rispetto a ca. 30%), quindi c'è un'alta efficienza energetica durante l'esercizio.
Insomma... spero che la cosa si sviluppi velocemente. A me proprio non interessa quanti soldi spendono; se finalmente si riuscisse a fare un passo avanti in termini di riduzione significativa delle emissioni ne guadagniamo tutto in salute del pianeta.

Mi., 20.11.2013 - 12:30 Permalink
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Alessandro Cosi Mi., 20.11.2013 - 13:15

Cerchiamo di sfatare falsi miti.
"Idrogeno" non è sinonimo di energia pulita! L'idrogeno è solo un vettore di energia. Il 90% dell'energia elettrica prodotta è di origine fossile quindi se si somma a questo dato di fatto l'inefficienza energetica (almeno il 70% dell'energia viene sprecato nelle varie conversioni necessarie) è facile intuire che abbiamo bisogno di molto più combustibile fossile per far andare i bus a idrogeno che per quelli tradizionali. L'unico vantaggio è che si inquina da un'altra parte. ......a meno che non si costruisca una bella centrale idroelettrica o solare per produrre l'idrogeno necessario non dimenticando l'impatto ambiente e sociale che questi sistemi hanno.
Trovo invece la proposta del filobus molto sensata e la critica che non si può riempire l'europa di fili lascia il tempo che trova visto che praticamente è già così, basta guardare la rete ferroviaria.

Mi., 20.11.2013 - 13:15 Permalink
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Alessandro Cosi Mi., 20.11.2013 - 13:46

Antwort auf von Alessandro Cosi

Leggo ora la pubblicazione sul sito dell'A22 http://www.autobrennero.it/documenti/Press/2012/idrogeno.pdf
Si tenta di giustificare il progetto asserendo che l'idrogeno viene prodotto con l'energia "pulita" della centrale di Cardano facendo risparmiare x tonnellate di CO2.
Facciamo un piccolo ragionamento; se una parte dell'energia di Cardano viene sottratta per i bus da un'altra parte del mondo una centrale nucleare o fossile deve reintegrare questa energia che è venuta meno. Se a questo dato di fatto aggiungiamo anche l'inefficienza del sistema ne consegue che ci vorrà molto più combustibile fossile per far funzionare i bus di quanto non sarebbe stato necessario se i bus avessero bruciato direttamente lo stesso combustibile.
La cifra indicato sul sito A22 della CO2 risparmiata è quindi da rivedere e alla luce del ragionamento fatto sarà da indicare come CO2 emessa in più nell'atmosfera.

Mi., 20.11.2013 - 13:46 Permalink