Pesticidi e intimidazioni
Prima di tutto cosa significa “Slapp”. È l’acronimo di strategic lawsuit against public participation (arriva dall’inglese “slap”, cioè prendere a ceffoni), in pratica è una causa civile volta a bloccare la protesta pubblica colpendo il portafoglio dei cittadini. Uno strumento, utilizzato soprattutto dai poteri forti, per intimorire, attraverso azioni giudiziarie, l’avversario (perlopiù giornalisti, attivisti, difensori dei diritti umani) e mettere a tacere voci critiche. Tradotto: è un modo per evitare che la gente protesti.
Cosa c’entra in tutto questo l’Alto Adige? La menzione arriva dalle alte istituzioni europee. Ieri, 27 ottobre, Dunja Mijatović, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, ha citato come esempio di Slapp il “processo-pesticidi” a carico di Karl Bär dell’Umweltinstitut München e Alexander Schiebel, scrittore e cineasta austriaco, denunciati, come noto, dall’assessore provinciale all’agricoltura Arnold Schuler - al quale si è aggregato un migliaio di contadini altoatesini -, per diffamazione e per violazione del marchio ombrello “Südtirol-Alto Adige” diventato “Pestizidtirol” nei manifesti degli ambientalisti.
Agire, ora
Fra i casi riportati dalla commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, c’è poi quello di Daphne Caruana Galizia, giornalista investigativa maltese assassinata nel 2017, il cui omicidio ha portato due anni dopo alle dimissioni del primo ministro di Malta; quello degli sloveni Primož Cirman, Vesna Vuković e Tomaž Modic che devono difendersi ciascuno da 13 cause per diffamazione per via di una serie di articoli giornalistici che rivelavano come Rok Snežič, consulente fiscale e amico personale del primo ministro Janez Janša, fosse implicato nella gestione di un prestito bosniaco di quasi mezzo milione di euro al partito del premier (SDS); quello della cronista Federica Angeli, nota per le sue inchieste sulla mafia romana.
“L’obiettivo di una Slapp - dice Mijatović - non è quello di vincere la causa, ma di distogliere tempo ed energie come tattica per soffocare critiche legittime. I querelanti sono di solito più interessati al processo in sé che all’esito della causa. L’obiettivo di distrarre o intimidire è spesso raggiunto rendendo il procedimento legale costoso e dispendioso in termini di tempo. E le richieste di risarcimento danni sono spesso esagerate”.
Per contrastare efficacemente le Slapp è necessario elaborare una risposta globale, attraverso un triplice approccio, spiega Mijatović: prevenire l’archiviazione delle Slapp permettendo il rigetto anticipato di tali cause, cosa che dovrebbe andare di pari passo con un esercizio di sensibilizzazione tra giudici e pubblici ministeri e con la corretta applicazione della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla diffamazione; l’introduzione di misure per punire gli abusi; ridurre al minimo le conseguenze delle Slapp fornendo un sostegno pratico a coloro che vengono citati in giudizio.
“È giunto il momento di affrontare una pratica che mette sotto pressione sia i giornalisti che la società civile nel suo complesso e li dissuade dal fare un reportage critico”, conclude la commissaria bosniaca.
Ci sarebbe un metodo molto
Ci sarebbe un metodo molto semplice e rapido per arginare gli abusi. Chi inizia una causa per un certo ammontare di danni se la perde e' obbligato a pagare immediatamente all'accusato il doppio dei danni richiesti, oltre che accollarsi tutte le spese legali. Questo sarebbe materia per le legislazioni nazionali, se poi istituzioni europee spingessero in questo senso, "ce lo chiede l'Europa!", tanto meglio.
Purtroppo, pero', sempre le istituzioni europee preferiscono troppo spesso vie pasticciate e complicate piuttosto che semplificazioni. "Misure per punire gli abusi" presuppongono un ulteriore livello decisionale in aggiunta a quello del giudizio regolare mentre "sostegno pratico a coloro che vengono citati in giudizio" significa prendere implicitamente posizione a favore di una delle parti in causa.
Basterebbe una sanzione agli
Basterebbe una sanzione agli avvocati delle cause perse.