“Fitness, ripartiamo in sicurezza”
“Chiediamo un incontro ai nostri governatori locali per confrontarci e trovare, insieme, delle soluzioni che possano preservare la salute e allo stesso tempo far ripartire le nostre attività. Ricominciando così a far muovere più di 40.000 persone che in Alto Adige praticano sport regolarmente presso una struttura sportiva della nostra provincia”. È la richiesta rivolta alla giunta provinciale dagli operatori del fitness, delle arti marziali e della danza in Sudtirolo, nella lettera aperta firmata il 30 ottobre da 150 persone tra istruttori, personal trainer, gestori degli impianti. Il settore - costretto a fermarsi (di nuovo) già con l’ordinanza provinciale del 25 ottobre, a cui ha fatto seguito la successiva in vigore da sabato 31 ottobre -, chiede di trovare misure concordate per poter ripartire in sicurezza. Difficile però che la richiesta possa trovare ascolto almeno nell’immediato, in queste settimane in cui l’Alto Adige è impegnato ad affrontare la seconda ondata del coronavirus e a scongiurare il rischio concreto di un esaurimento a breve dei posti letto Covid.
“Sport uguale salute”, ma il virus circola
Nelle premesse, gli operatori si ricollegano all’importanza dell’attività motoria e all’impegno per il rafforzamento degli stili di vita salutari, “così come indicato sia nel piano della prevenzione provinciale 2016-2018 sia nel piano sanitario provinciale Salute 2020”. “Praticare attività fisica - scrivono - è una componente fondamentale della promozione della salute. Movimento ed esercizio aiutano a mantenere uno stile di vita sano e contribuiscono a evitare malattie e disturbi”.
Le circostanze emergenziali legate al coronavirus hanno però fatto però passare in secondo piano queste considerazioni. Il dpcm del 24 ottobre del presidente del consiglio Conte ha disposto tra le altre misure la chiusura di piscine e palestre (ritenuti luoghi più a rischio per assembramenti e contatti ravvicinati), stop recepito in Alto Adige dal governatore Kompatscher nell’ordinanza del giorno successivo. L’attività motoria all’aperto, nel rispetto delle distanze di sicurezza, resta invece consentita anche con la nuova normativa varata per rispondere all’impennata di tutti i segnali di rischio.
Gli operatori criticano questo approccio, ricordando sia l’avvicinarsi della stagione fredda che renderà difficile l’allenamento all’aperto, sia gli sforzi fatti dopo il lockdown di primavera per una prima riapertura in sicurezza. “In questo periodo - affermano nella lettera aperta - è stato ampiamente dimostrato che nei centri sportivi l’incidenza del Covid 19 è inferiore all’uno per mille. Noi operatori abbiamo compiuto nei mesi passati degli enormi sforzi per adeguarsi ai protocolli, pur dovendo al contempo gestire mancate entrate. Abbiamo inoltre recepito tutte le misure necessarie al contenimento del virus: dalla sanificazione dei locali e delle attrezzature alla revisione dei programmi di attività; dalle nuove strumentazioni digitali (termoscanner e app per la gestione dei flussi e della tracciabilità degli ingressi) alla formazione ad hoc dello staff”.
L’impegno per la sanificazione e la tracciabilità è confermato dai controlli. I centri sportivi dovrebbero essere considerati alleati del sistema sanitario e non demonizzati come è stato fatto
“Siamo alleati del sistema sanitario”
I controlli delle forze dell’ordine avrebbero evidenziato, secondo i firmatari, la validità degli sforzi. “Quest’enorme impegno - continuano - è stato confortato anche dai risultati registrati nelle scorse settimane in occasione dei controlli sul territorio provinciale da parte degli organi di controllo preposti alle verifiche: Nas, Asl, vigili urbani. Sembrerebbe quindi ovvio - questo il cuore del messaggio - che i centri sportivi debbano essere considerati degli alleati strategici del sistema sanitario nazionale e non certo oggetto di demonizzazione come è stato fatto. Per quanto paradossale infatti, questi vengono paragonati dal legislatore a centri di rischio assembramenti e quindi destinati alla chiusura. D’altronde, era stato ampiamente previsto che una seconda ondata pandemica si sarebbe ripresentata in autunno ed il settore sportivo si è fatto trovare perfettamente in regola, al di là dei protocolli di sicurezza. Forse, altri organi nell’ambito della sanità aventi titolo a muoversi in tal senso non lo hanno fatto in maniera adeguata e ora a pagarne le conseguenze sono, non solamente tutto il settore sportivo, ma soprattutto i cittadini”.
La richiesta: regole condivise per riaprire
Il mondo delle palestre e dell’attività indoor chiede dunque ai vertici della Provincia di Bolzano “una revisione della normativa tramite un’ordinanza (o legge) provinciale alla luce della non pericolosità del virus - naturalmente secondo gli autori della proposta - all’interno dei centri sportivi”. “Lotteremo - proseguono - per aprire al più presto, perché i centri sportivi sono presidi della salute e non focolai Covid. Ne va di mezzo, infatti la vita dei 150 e più tra centri sportivi, operatori del settore, laureati in scienze motorie e personal trainer che consentono alla nostra cittadinanza di praticare una regolare attività sportiva, ma anche il lavoro di centinaia di addetti. Un duro colpo infine lo riceverebbe anche il sistema sanitario, che proprio da quei centri sportivi oggetto di chiusura, potrebbe invece ricevere un aiuto determinante per la lotta al Covid 19”.
Si cita infine “un documento redatto dalla stessa Provincia insieme all’azienda sanitaria dell'Alto Adige riguardante l’attività fisica su prescrizione che a nostro avviso rafforza la nostra convinzione che sport uguale benessere e prevenzione”.
Dass gerade Fitnessstudios,
Dass gerade Fitnessstudios, wo Menschen sich fit halten, schließen müssen, ist für mich unverständlich. Gerade junge Leute besuchen diese Zentren und es hat keine Auffälligkeiten an Infizierten dort gegeben. Zudem mussten gerade diese Studios viel Geld investieren und jetzt ... alles umsonst. Es muss doch im Sinne einer jeden vernünftigen Regierung sein, dass Menschen Sport betreiben und somit ihr Immunsystem stärken. Kein Verständnis habe ich für all jene, die aufgrund einer ungesunden Lebensweise an Zivilisationskrankheiten erkranken, somit zur Risikogruppe zählen und dann von der jungen Generation erwarten, sich daheim einzuschließen.
Antwort auf Dass gerade Fitnessstudios, von evelin tschenett
Es soll ja auch die
Es soll ja auch die Möglichkeit geben, im Freien Sport zu machen, wenn junge Leute fit bleiben wollen.
Antwort auf Es soll ja auch die von Manfred Gasser
Ja, stimmt, das können wir ja
Ja, stimmt, das können wir ja gerne von oben diktatorisch anordnen. In der Vergangenheit konnten die jungen Leute dies aber noch selbst entscheiden, wo sie am Abend nach der Arbeit (ab 18:00 Uhr) gerne Sport betreiben. Im Park (für junge Mädchen schon allein aus Sicherheitsgründen nicht gerade ideal) oder im Fitnessstudio. Zudem können Sie ja einmal kurz probieren, sich in die Betreiber dieser Studios zu versetzen.
Antwort auf Ja, stimmt, das können wir ja von evelin tschenett
Ja genau, und am besten
Ja genau, und am besten nehmen wir alle mit, für die Sie kein Verständnis haben. Würde denen gut tun, und die jungen Mädchen wären im Park nicht so allein und auf jeden Fall sicherer.
Aber jetzt mal im Ernst, es ist sicher nicht leicht das eigene Geschäft zuzusperren, auf Einnahmen zu verzichten, vielleicht auch Angestellte entlassen zu müssen. Aber fast jeder muss seit Monaten, und sicher noch einige Monate, Opfer bringen, leider.
Ansonsten gilt für mich wie schon geschrieben, wer wirklich will, kann Sport machen, auch ohne Studios.
La vita e così. C'è chi lotta
La vita e così. C'è chi lotta con la vita, chi muore lentamente per difficoltà respiratorie. Chi fa gli straordinari per permettere l' assistenza sanitaria a tutti, e chi per rispetto e amore verso gi altri fa rinunce e si comporta in modo tale che il virus non circoli, che gli ospedali non vengano intasati e gli esercizi commerciali non debbano chiudere. E poi c'è chi si lamenta perché non può andare in palestra. La vita è questa.
Antwort auf La vita e così. C'è chi lotta von Massimo Mollica
Infatti...
Infatti.
Antwort auf La vita e così. C'è chi lotta von Massimo Mollica
Questa non è la vita ma sono
Questa non è la vita ma sono le persone egoiste che ritengino dispensabile tutto ciò che a loro personalmente non tange.
Il propretario di una palestra paga tasse e contribuisce cosi, oltre alla sopravvivenza economica dei suoi dipendenti, anche al mio stipendio, come a quello di tutti i dipendenti provinciali o statali o delle varie società in possesso o in altro modi finanziate dalla provincia.
Antwort auf Questa non è la vita ma sono von Martin Koellen…
Ja man kann es natürlich auch
Ja man kann es natürlich auch so sehen. @M. Koellensperger Niemand hindert Sie daran. Gottseidank leben wir in einer Demokratie mit freier Meinungsäußerung!
Falls Fitnesstudios in
Falls Fitnesstudios in Südkorea offen bleiben dürfen und hier nicht, dann ist die Schliessung nicht der Tätigkeit selbst zuzuschreiben, sondern dem besonderen Umgang unserer Verwaltung mit der Pandemie.
Was wird denn hier noch über
Was wird denn hier noch über Fitnessstudios herum diskutiert? In den nächsten Tagen sind es nicht mehr nur die Gewichtedrücker die zu haben werden. WIR haben es "verschissen"! Die Verbreitung ist nicht mehr aufzuhalten. Die Anzahl der Infizierten hat den Schwellenwert der Kontrollierbarkeit in den letzten Tagen definitiv überschritten. Da hilft kein Plexiglas und kein Pseudo-Desinfektionsmittel mehr. Dem Conte in Rom und dem Kompatscher in Südtirol bleibt jetzt keine Wahl mehr. Stellen wir uns also auf einen November im Lockdown ein. Offen bleiben wird nur Industrie, Handwerk, Lebensmittelhandel und essenzielle Dienste. Und vielleicht die Krankenhäuser, sofern drinnen noch einige leere Betten (mit Personal) übrig sind.
Antwort auf Was wird denn hier noch über von Klemens Riegler
Ok, wir haben es verschissen.
Ok, wir haben es verschissen. Aber unser Verhalten war völlig im Einklang mit dem Verhalten unserer Verwalter und der zur Einhaltung durchgeführten Kontrollen.
Und ich bin froh endlich mal auch andere Wortmeldungen zu hören und nicht immer nur dieselben von SBB, HGV, HDS...
Seit Beginn der Covid-Krise
Seit Beginn der Covid-Krise habe ich von keinem einzigen Politiker die Empfehlung gehört: Stärkt euer Immunsystem!! Dass ist es was hilft!! Lieber sperrt man die Leute ein, beraubt sie der Sonne und verweist auf einen Impfstoff der dann das Immunsystem auf Trapp bringen soll. Übrigens die Tests zum neuen Vorreiter Oxfam-Impfstoff haben ergeben: man kann sich weiter anstecken und steckt auch andere weiter an, schwere Verläufe bleiben aber aus, 70% der Testpersonen wurden krank (Fieber usw.), 46% weisen vorübergehend eine Verminderung der weißer Blutkörperchen auf (also Schwächung Immunsystem). Der bisher schnellste Impfstoff weltweit brauchte 5 Jahre.
Aus diesem Grund liest man
Aus diesem Grund liest man auch vermehrt Berichte wonach Pharmahersteller die Kosten für eventuelle Impfschäden auf die Staaten abwälzen wollen.