Alto Adige, le regole del nuovo lockdown
Come annunciato a ridosso del fine settimana, il presidente Arno Kompatscher ha firmato la nuova ordinanza, numero 68, per contenere il diffondersi del coronavirus in Alto Adige. Il testo estende la zona rossa a tutti i 116 Comuni altoatesini, quindi all’intero territorio provinciale, con una serie di misure che costituiscono in pratica il secondo lockdown per Covid-19 (finora senza colpire le attività produttive) dopo quello di marzo-aprile. “Facilitiamo una maggiore chiarezza fra la popolazione sulle regole da seguire” ha detto il Landeshauptmann spiegando le ragioni dell’intervento drastico e tempestivo: “Non possiamo permetterci di attendere ancora, dobbiamo salvaguardare l’integrità del nostro sistema sanitario, che è sempre più sotto pressione con numeri che già superano di gran lunga quelli della scorsa primavera. Si tratta di una decisione che agli occhi di molti potrà sembrare impopolare, ma dobbiamo agire con responsabilità nell’interesse di tutta la collettività”.
Le misure
L’ordinanza entra in vigore dalla mezzanotte tra domenica 8 e lunedì 9 novembre, fino al 22 novembre. Ecco cosa prevede punto per punto.
Non possiamo aspettare, dobbiamo salvare il nostro sistema sanitario che è sempre più sotto pressione con numeri che già superano di gran lunga quelli della scorsa primavera (Arno Kompatscher)
Chiusi bar, ristoranti e molti negozi
Confermata la chiusura di bar, ristoranti e di gran parte degli esercizi commerciali. Restano aperti solo i negozi che vendono prodotti alimentari o beni di prima necessità (l’elenco completo delle aperture consentite è allegato all’ordinanza). Vengono inoltre chiusi i servizi alla persona ad eccezione di lavanderie e pompe funebri. Apertura sempre consentita, anche la domenica, per farmacie, parafarmacie, edicole e tabaccherie, mentre i negozi di generi alimentari possono aprire dal lunedì al sabato con obbligo di chiusura la domenica. Il divieto di spostamento dal proprio domicilio è valido dalle 20 alle 5, con eccezione dei movimenti necessari per motivi di lavoro, salute o esigenze di necessità.
Limiti agli spostamenti e alle attività motorie
Gli spostamenti, all’interno del territorio provinciale e all’interno dei singoli comuni, sono consentiti solo per motivi di lavoro, di studio, di salute e per altre documentabili esigenze di necessità. Fra queste vi sono gli acquisti presso negozi non presenti sul territorio del proprio comune di residenza, la cura di parenti bisognosi di assistenza, e la visita al proprio partner o alla propria partner non convivente. Il tutto sempre e comunque documentato dall’apposita autocertificazione. Oltre a ciò, la nuova ordinanza provinciale consente di svolgere attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale (fanno eccezione atleti e squadre che partecipano a manifestazioni di livello nazionale e internazionale), mentre l’attività motoria sarà consentita in prossimità della propria abitazione nel rispetto della distanza di almeno un metro fra le persone e con obbligo di indossare la mascherina.
Scuola in presenza fino alla prima media
Lunedì 9 novembre riprendono le scuole in tutto l’Alto Adige dopo la settimana di vacanza per le festività di Ognissanti. Con una differenza. Le lezioni in presenza sono garantite per assistenza alla prima infanzia, scuola dell’infanzia, scuole primarie (scuole elementari) e per la prima classe delle scuole secondarie di primo grado (scuole medie). Dai 6 anni in poi diventa obbligatorio indossare la mascherina di protezione naso-bocca anche durante le ore di lezione. Per seconda e terza media, nonché per tutte le scuole secondarie di secondo grado (scuole superiori), per la formazione professionale e per l’università, la didattica a distanza copre il 100% delle ore di lezione.
Fanno eccezione a questa regola le ragazze e i ragazzi con bisogni educativi speciali o che fanno parte di particolari progetti socio-educativi, nonché alcune attività pratiche e di laboratorio che non possono essere eseguite a distanza. I mezzi del trasporto pubblico, la cui capacità sarà limitata al 50% dei posti a disposizione, possono essere utilizzati esclusivamente per chi deve muoversi per motivi di lavoro, di studio o per esigenze di necessità.
Ottimo! Andiamo a rifare gli
Ottimo! Andiamo a rifare gli stessi errori di prima! Bravi!
Purtroppo non c'è alternativa
Purtroppo non c'è alternativa. O fermiamo questo treno in corsa o fra pochi giorni nessuno e sottolineo nessuno avrà più l" assistenza sanitaria. Questo significa che tutti rischiano la morte per incidenti anche teoricamente banali. Ma penso anche ai malati non Covid che stanno passando un periodo terribile. A chi invece non considerare tutto questo e giustamente pone il problema economico vorrei chiedergli come si sentirebbe se la propria figlia o figlio stesse male e non può più contrae sui medici e l' intervento della croce bianca perché è tutto intasato? L' economia bisognava salvarla ma prima! E lo si poteva fare solo con il nostro comportamento, facendo il vaccino antinfluenzale, scaricando immuni, limitando gli aperitivi,le cene, svolgendo una vita di rinunce , di contatti fisici, di feste e incontri.Bisogna farlo per tutta la comunità. Ma siamo diventati una società individuale che pensa solo a se stessa! Voglio tutto ,sempre e comunque. Concludo che questo stesso problema lo hanno anche i primi della classe, la Germania. Tradotto puoi essere organizzato quanto vuoi ma contro le leggi naturali non puoi farci nulla! Questo è un problema che riguarda tutto il mondo.
Antwort auf Purtroppo non c'è alternativa von Massimo Mollica
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Diese Ansicht teile ich von A bis Z @ M. Mollica
Suggerisco la lettura di
Suggerisco la lettura di questo contributo, sperando che non finisca dietro un Paywall
https://www.zeit.de/politik/2020-11/corona-massnahmen-asien-china-vietn…
Von Asien lernen - In Europa werden erfolgreiche Pandemie-Bekämpfer wie Südkorea oder China ignoriert. Dabei gibt es dort Strategien, die funktionieren – auch in einer Demokratie.
Antwort auf Suggerisco la lettura di von Gianguido Piani
Von Asien möchte niemand
Von Asien möchte niemand lernen, der bei Verstand ist. Andererseits kann man nur mit Totalitarismus dieser Pandemie Herr werden. Die Leute sind schlichtweg zu dumm, man muß sie zwingen. - Ein Dilemma ohnegleichen.
Antwort auf Von Asien möchte niemand von Arne Saknussemm
naja, Südkorea z.B. hat das
naja, Südkorea z.B. hat das Seuchengeschehen voll im Griff und ist eine gute Demokratie... die Menschen dort haben wohl mehr Gemeinsinn und schützen sich damit gegenseitig besser.