Politik | La galleria

Tunnel sotto il Sella, si fa sul serio?

Il Veneto preme sul progetto e punta al Recovery Fund. Alto Adige, i Verdi incalzano la Provincia: “Faccia valere la sua posizione, se ne ha una”. Alfreider prende tempo.
Sellapass
Foto: Othmar Seehauser

Il progetto è sontuoso: un tunnel sotto al gruppo del Sella - che unirebbe Trentino, Alto Adige e Veneto - con l’obiettivo dichiarato di risolvere un annoso problema (che rispunta puntualmente con l’avvicinarsi della bella stagione): il traffico sui passi dolomitici. Più precisamente: una galleria sotto il massiccio del Sella che partirebbe ad Arabba, collegando la val Badia, la val Gardena per finire in val di Fassa a Canazei. Se ne parla da tempo ma la proposta potrebbe ora concretizzarsi con i fondi europei del Recovery Fund.

Con un’interrogazione alla giunta provinciale i consiglieri dei Verdi Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa e Hanspeter Staffler riaccendono i riflettori sul tema dopo che sui media veneti, lo scorso dicembre, è uscita la dettagliata descrizione del “PRRR”, “che non è un’onomatopeica pernacchia ma che rischia di diventarlo”, affermano sarcastici gli ambientalisti.
Il PRRR è il Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza della Regione Veneto e cioè sostanzialmente come la regione guidata dal governatore Luca Zaia spenderà i soldi del Recovery Fund. Una lista per 24,9 miliardi, suddivisi in 155 progetti illustrati in 460 pagine, approvati con delibera regionale il 17 novembre 2020. Al corposo capitolo delle “Infrastrutture”, fra i vari interventi, c’è appunto anche la galleria sotto il Sella (100 milioni di euro).

Non è la prima volta - affermano i Verdi - che a qualcuno viene in mente l’idea di ‘spianare’ il Sella bucandolo alla base, anche nella nostra Ladinia era circolata l’idea di una serie di gallerie per mettere in comunicazione le diverse valli, quindi forse è arrivata l’ora di fare chiarezza. Prima che il progetto del Veneto riceva il finanziamento richiesto”.
Come riporta la stampa veneta, del resto, la lista delle opere, pur ufficialmente approvata dalla Regione, “non è stata ancora spedita a Roma perché si vuole raggiungere un’intesa sul complesso del Recovery Fund all’interno della Conferenza delle Regioni e province autonome. Quindi l’Alto Adige può far valere la sua posizione, a patto che una posizione ce l’abbia” provoca la triade ecologista.

 

“La Provincia che ne pensa?”

 

La giunta è a conoscenza del progetto, e se sì in cosa consiste esattamente? E l’esecutivo si metterà in contatto con il presidente del Veneto Zaia o con l’assessore regionale competente “per chiedere un’informazione completa e approfondita in materia e avanzare la richiesta che per un’opera del genere sia obbligatoria l’intesa con la Provincia autonoma di Bolzano (e quella di Trento)?” domandano Dello Sbarba, Foppa e Staffler.

Risponde l’assessore Daniel Alfreider: “Sì, conosciamo i progetti inviati tramite il Recovery Fund dalle Regioni alla Commissione Infrastrutture. Il progetto prevede un miglior collegamento infrastrutturale delle valli intorno al Sella. Siamo in continuo contatto con gli assessori competenti riguardo a soluzioni per una mobilità sostenibile intorno al gruppo montuoso. Tutti i progetti delle Regioni per il Recovery Fund sono per ora solo proposte, che dovranno essere valutate dalle strutture competenti a livello statale”.

In quanto all’eventuale intenzione della giunta di chiedere ufficialmente al Veneto di stralciare quest’opera non concordata e la collegata richiesta di finanziamento, incalzano i Verdi, Alfreider è laconico: “Con il cambio di governo aspettiamo le nuove linee guida per il Recovery Fund”, e taglia corto anche sulla posizione dell’esecutivo provinciale riguardo al progetto: Non ce n’è ancora una, “perché tutto il sistema del Recovery Fund è ancora in evoluzione”.

Non molto è dato sapere ancora sullo stato del confronto all’interno della Conferenza delle regioni: il progetto, riferisce l’assessore Svp, “è stato discusso diverse volte. Attualmente il procedimento si è fermato alla consegna di tutti i progetti da parte delle singole Regioni. Seguiranno nelle prossime settimane i tavoli di lavoro con i dettagli”.

Tutto sospeso inoltre sulle ipotesi che circolano da tempo anche nelle valli ladine in merito alle gallerie per unire le diverse valli: “L’idea di un collegamento è una delle tante idee di ormai lunga data. Attualmente non ci sono novità”, tuttavia, sottolinea Alfreider, ogni idea per ottimizzare la mobilità tra le valli ladine “va considerata”, perché il collegamento in questione, “anche oltre le province, deve essere migliorata. Conoscendo profondamente il valore ambientale e culturale delle Dolomiti del Gruppo del Sella, possiamo dire che il territorio è una delle zone più sensibili dell’arco alpino e quindi ogni proposta che riduce il traffico delle macchine sui passi non va scartata”.

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Christian I Mi., 17.03.2021 - 16:39

Eine rote Ampel in Plan bei Wolkenstein (und weitere 4 in den anderen 4 Ladinischen Täler) würde deutlich weniger kosten und mehr bringen. Südtirols Pässe sind wunderschöne Naturdenkmäler die man zu Fuss, mit dem Fahrrad oder höchstens mit den öffentlichen Verkehrsmitteln geniessen sollte!! Wir brauchen keine Bilder wie die hier am Anfang des Artikels!

Mi., 17.03.2021 - 16:39 Permalink
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Gianguido Piani Mi., 17.03.2021 - 19:09

Citazione dall'articolo “ogni proposta che riduce il traffico delle macchine sui passi non va scartata”.
Occorrerebbe aggiungere: “Non importa se questa proposta aumenta il volume complessivo di traffico, le cui conseguenze ricadono forse un po' meno qui, ma di piu' in altre zone”.
E' lo stesso meccanismo delle quote di emissione CO2, del commercio dell'elettricita'... Piu' sostenibilita' da una parte significa meno sostenibilita' in un'altra. Nessun problema, basta contabilizzare solo la prima.

Mi., 17.03.2021 - 19:09 Permalink
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Massimo Mollica Do., 18.03.2021 - 14:24

Ogniuno, come umano che sia, la guarda dal sul punto di vista. Io, da ciclista ed escursionista, potrei sognare che chiudano tutte le strade possibili. Poi però vorrei capire cosa potrebbero fare quelli che lavorano nel settore turistico. E l' indotto che ne deriva, che permette di pagare con le tasse scuole e servizi, chi lo rimpiazza?

Do., 18.03.2021 - 14:24 Permalink