Il referendum sull'indipendenza riaccenderebbe la miccia del conflitto etnico

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Haimo Perkmann-2486 Mo., 13.01.2014 - 22:26

La questione dell'indipendenza non è all'ordine del giorno. Per la maggior parte dei Sudtirolesi, che alle urne hanno deciso di mantenere lo status quo e che non amano e non hanno mai troppo amato i cambiamenti radicali e i tagli netti (si rischia sempre di perdere qualcosa), la questione è fantascientifica, un utopia nera. Pure la Klotz non ci crede più (e che ruolo avrebbe la Klotz in un Sudtirolo „libero“?) Secondo me i furbacchioni dei partiti secessionisti e mezzo-secessionisti vogliono mantenere i loro seggi in giunta. Ci sono riusciti.

Mo., 13.01.2014 - 22:26 Permalink
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Haimo Perkmann-2486 Mo., 13.01.2014 - 22:33

Vorrei aggiungere: In una situazione di crisi la Klotz ha preso poco più di niente. Il 7 %, di cui metà frustrati, e qualche cafone convinto. In una situazione di degrado sociale e dopo 20 anni di Berlusconismo era proprio il minimo ottenibile. Se anche gli Altoatesini, cioè gli italiani, fossero andati a votare, il risultato sarebbe stato ancora più netto. Un fiasco per la Klotz, in realtà.

Mo., 13.01.2014 - 22:33 Permalink
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Alessandro Stenico Di., 14.01.2014 - 07:38

Concordo con Gabriele,
ma quale successo, se si sommano i voti dei partiti di opposizione di lingua tedesca che hanno appoggiato direttamente o non ostacolato questa campagna pubblicitaria non si arriva neppure a tale risultato. Oltretutto per come era stata presentata al pubblico ignaro è stata una operazione fuorviante, sarei curioso di conoscere il numero degli elettori residenti all’estero che ignaramente sono caduti nel tranello e hanno confuso questa iniziativa con il voto per corrispondenza per una consultazione referendaria non autogestita. Tutto ciò ha nuociuto pure ai sostenitori della cosiddetta democrazia diretta. Il concorso a premi abbinato alla campagna pubblicitaria ha evidenziato il loro proposito, legittimo senz’altro ma fuorviante.

Di., 14.01.2014 - 07:38 Permalink
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Harald Knoflach Di., 14.01.2014 - 15:24

Antwort auf von Luca Marcon

die sind aber schon sagenhaft dämlich, oder?
lesen können, wäre für journalisten von vorteil. in der umfrage wurde gefragt, ob man dafür ist, eine abstimmung über den zukünftigen institutionellen rahmen südtirols abzustimmen. von einem etwaigen ziel (unabhängigkeit, angliederung an österreich ...) war nirgends die rede. bei einer solchen abstimmung könnte sich dann ja auch die mehrheit für einen verbleib bei italien aussprechen. 92% haben lediglich betont, dass sie eine direktdemokratische abstimmung wünschen.

Di., 14.01.2014 - 15:24 Permalink
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Valerio Borghesi Di., 14.01.2014 - 13:16

Non entro nel merito di autonomia vs. autodeterminazione, perché non ne ho la necessaria competenza. Vivo qui da pochi mesi. Ma anche a me sembra che sia un tema spinto più dalla politica - per immaginabili convenienze - che non dalla gente. Che intorno a me, ad esempio, trovo sempre civile e accogliente. E poi, 61.000 contro 500.000 non lo direi proprio un plebiscito.
Ma credo che ormai si dovrebbe cambiare prospettiva: vedere il Sudtirolo non più come enclave di una o più minoranze e/o maggioranze, ma come laboratorio plurilinguistico e pluriculturale, che salvaguardi le identità ma sappia aprirsi davvero.
Tra melting pot e difesa della razza, mi pare abbia fatto più strada, per fortuna, il primo.

Di., 14.01.2014 - 13:16 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Di., 14.01.2014 - 17:13

Also, verkürzt und vereinfacht: Wenn ich dich hier richtig verstanden habe, Gabriele, ist ein Referendum die bessere Art der Demokratie, ist aber hier bei uns aber nicht anwendbar, da die Gefahr eines Referendums grösser wäre als deren Nutzen?

Di., 14.01.2014 - 17:13 Permalink