Cento e non più cento
Un blogger scrive un post attorno a un blogger che scrive due post attorno a due blogger, uno dei quali scrive perché ama la verità ed un altro perché ad essa è indifferente. Da questi due blogger vengono scritti, complessivamente, ventidue post, nei quali si parla di ventidue blogger, alcuni dei quali mentono ma non sanno di mentire, altri mentono sapendolo, altri cercano la verità sapendo di non poterla trovare, altri credono d'averla trovata, altri ancora credevano d'averla trovata, ma cominciano a dubitarne. I ventidue blogger producono, complessivamente, trecentoquarantaquattro post, nei quali si parla di cinquecentonove blogger, giacché in più di un post un blogger sposa una blogger, e hanno tra tre e sei figli, tutti blogger, meno uno che lavora in una lavanderia industriale ma viene risucchiato in una centrifuga, e poi si scopre che sul suo tablet stava scrivendo un bellissimo post su un blogger che entra in una lavanderia industriale ma viene risucchiato in una centrifuga. L'operaio che faveva il turno di lavoro con lui, in realtà, è figlio del blogger protagonista di un altro post, e ha cambiato piattaforma (lui scrive ormai solo su facebook) perché gli era intollerabile continuare a condividere la stessa piattaforma col padre, autore di post di forte denuncia della connivenza tra politici conservatori e cosiddetti troll, in particolare di una serie di post nei quali viene citato anche il giovane figlio di un blogger che tiene un blog sulla connivenza tra politici conservatori e troll, il quale figlio fugge di casa portandosi via il laptop del padre e s'impiega in una lavanderia industriale, e un giorno, per una sua disattenzione, una centrifuga risucchia il collega di turno, che era in realtà un blogger, ma anche un suo fratello che aveva sbagliato piattaforma, e cercava con raccomandazioni di farsi cambiare piattaforma. I cinquecentonove blogger scrivono ottomiladue post, nei quali figurano dodicimila blogger, in cifra tonda, i quali scrivono ottantaseimila post, nei quali si trova un unico blogger, un balbuziente maniacale e depresso, che scrive un unico post attorno a un blogger che scrive un post attorno a un blogger, ma decide di non finirlo, e gli fissa un appuntamento, e lo uccide, determinando una reazione per cui muoiono i dodicimila, i cinquecentonove, i ventidue, i due, e l'unico blogger iniziale, che ha così raggiunto l'obiettivo di scoprire, grazie ai suoi intermediari, l'unico blogger necessario, la cui fine è la fine di tutti i blogger, compreso lui stesso, il blogger autore di tutti i blogger.
[Quello che sta sopra non è altro che una zoppicante parodia di Cento, che è un racconto che si trova in Centuria di Giorgio Manganelli, 1979]
Il romanzo? Quaranta righe più due metri cubi d'aria
Notevole, come tutto quello che stai scrivendo in questi giorni. Manganelli definì "i raccontini di Centuria un po' come romanzi cui sia stata tolta tutta l'aria". I tuoi post mi sembrano il contrario: micronarrazioni nelle quali vengano pompati due metri cubi d'ossigeno. Insomma, se i racconti di Centuria sono la parte conclusiva di una contrazione, i tuoi post sono il principio esuberante di una dilatazione.