Referendum del 9 febbraio 2014: guida al voto

I cittadini dell'Alto Adige sono chiamati a decidere il destino della legge sulla democrazia diretta approvata nel giugno 2013 con i soli voti della Svp. Molto ampio il fronte del NO alla legge, definita 'ammazza referendum'.

Ai cittadini dell'Alto Adige dunque è affidato il compito di decidere se le attuali regole sulla democrazia diretta vanno bene così o vanno cambiate. Il voto del 9 febbraio è per confermare o meno la legge del 2013. Dunque chi vota promuove il suo mantenimento e invece chi vota NO sceglie l'annullamento della legge in vigore ed il ritorno alla normativa del 2005

I seggi saranno ufficialmente aperti dalle ore 6 alle 22, anche se sarà possibile votare solo quando sarà conclusa la timbratura delle schede di voto (tempi di attesa previsti variabili tra 1 ore e un ora e mezza, quindi è meglio non presentarsi prima delle ore 7.30). 
Ulteriori informazioni sui requisiti per l'accesso al voto, nonché sull'eventuale voto per corrispondenza, possono essere reperite sul sito apposito realizzato dalla rete civica della provincia di Bolzano. Un'ampia guida al voto è pubblicata anche sul sito del quotidiano Alto Adige

Per la prima volta gli altoatesini sono chiamati al voto in un 'referendum confermativo', il cui quesito è il seguente. 

Approvate il testo della legge concernente Partecipazione civica in Alto Adige, approvata dal Consiglio provinciale il 6 giugno 2013 e pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione n.26 del 25 giugno 2013?

Il referendum del 9 febbraio non prevede alcun quorum e quindi il risultato della consultazione sarà valido a prescindere dal numero degli elettori che si recheranno alle urne. 

La legge provinciale sulla democrazia diretta è sottoposta al voto perché lo ha richiesto un vasto comitato per il NO che ravvisa in essa una serie di difetti
Il comitato è guidato da Iniziativa per più Democrazia, un gruppo che da sempre si batte, a livello provinciale, per la promozione e l'estensione dell'uso dei referendum. Il comitato per il NO è sostenuto da tutti i partiti con l'esclusione della Svp, e ritiene che la legge attuale ostacoli di fatto la democrazia diretta

Tra i punti più criticati vi è il numero delle firme necessarie, secondo l'attuale legge, per poter promuovere le varie tipologie strumenti previsti per la democrazia diretta, denominati 'richiesta popolare', 'iniziativa popolare' e 'referendum consultivo'. In particolare viene ritenuto proibitivo il tetto minimo di 26mila firme necessarie per richiedere un referendum consultivo. 
La legge Svp esclude anche alcune tematiche, che dunque non possono essere sottoposte a consultazione popolare. Si tratta di: imposte e bilancio, regolamentazione delle assegnazioni finanziarie a personale e organi della Provincia, disposizioni che riguardano questioni attinenti ai diritti e alla tutela dei gruppi linguistici nonché i diritti e la tutela delle minoranze anche religiose. Escluse sono anche le leggi di ratifica e di esecuzione di accordi e trattati internazionali con altri Stati, coi loro enti locali e con altre Regioni, nonché i relativi atti di esecuzione

Secondo il comitato per il NO i vincoli sono stati di fatto inseriti dalla Svp per "ridurre al minimo la partecipazione diretta dei cittadini" alle decisioni politiche".  
La Stella Alpina invece invita a votare SÌ, dichiarandosi disponibile a ridiscutere singoli aspetti della legge approvata nel 2013