Gesellschaft | Caso Forlì

L'opinione del bambino

Il tredicenne bolzanino ospite di una "struttura terapeutica" di Forlì verrà ascoltato dai giudici. Per la madre è un segnale positivo e spera di poterlo riavere presto a casa.

Sembra avviarsi verso una conclusione positiva la vicenda del bambino tredicenne di Bolzano che da mesi vive in una struttura terapeutica di Forlì a seguito di una diagnosi di “disturbo oppositivo-provocatorio di elevata intensità” e di cui Salto si è occupato pochi giorni fa. Questa mattina, la presidente del Tribunale per i Minorenni di Bolzano Brunhilde Platzer ha comunicato che prima di prendere una decisione sul ricorso dei genitori, ha intenzione di sentire l'opinione del bambino.

Una notizia che la madre legge in maniera positiva: "L'avvocato ci ha detto che il giudice vuole sentire il bambino e chiedere la sua opinione e nostro figlio ha sempre detto di voler tornare a casa e quindi siamo ottimisti e speriamo di poterlo riabbracciare dopo dieci mesi di lontananza.

Quando verrà ascoltato il bambino?
A quanto pare alla fine di aprile, non è detto che lo facciano i giudici di Bolzano, potrebbero farlo anche quelli di Forlì. Successivamente, verranno sentiti i servizi sociali per una valutazione.

E i dieci mesi si trasformeranno in oltre un anno...
Sì, ma nella prima decisione del Tribunale si era parlato addirittura di 24 mesi. Ma il bambino non ha fatto male a nessuno, cosa può aver fatto di così sbagliato per subire una punizione così lunga. E noi genitori? Ci siamo sempre dimostrati collaborativi, io sono anche rimasta a casa dal lavoro e ho fatto il possibile per stargli vicino e seguire le indicazioni che mi davano.

Come giudicate la struttura che lo ospita a Forlì?
“E' una struttura recintata, con sbarre alle finestre e il bambino non è mai lasciato solo, viene portato a scuola e lo vanno a prendere. Diciamo che non sembra un luogo di cura”.

A questo riguardo, la cooperativa forlivese che la gestisce ispirandosi “ai principi della dottrina sociale della chiesa" precisa che gli ospiti "mangiano, dormono e svolgono in casa le attività proprie di una normale convivenza. Escono per attività scolastica, le attività previste dal progetto individuale - attività sportive, artistiche, ricreative-, centri estivi, gite, cinema, ristorante, pizzeria. In tutte le occasioni, poiché minorenni, i ragazzi sono accompagnati dagli educatori".

La responsabile del servizio di psichiatria evolutiva del comprensorio sanitario di Bolzano ha, invece, preferito non rilasciare dichiarazioni, invitandoci, eventualmente, a contattare il primario di psichiatria Andreas Conca che Salto ha, però, già sentito a seguito di un'interrogazione riguardante il numero di minori trattati con farmaci psicotropi in Alto Adige nonché in occasione del convegno che ha organizzato "per valutare scientificamente" l'elettroshock.

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Paolo Roat Fr., 31.01.2014 - 17:07

Valuto positivamente la decisione del giudice di ascoltare il bambino. Meno quella di ascoltarlo eventualmente a Forlì in un ambiente che non è il suo e magari senza interprete. Non capisco perché aspettare fino ad aprile, facciamolo venire subito a Bolzano...

Fr., 31.01.2014 - 17:07 Permalink
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Carlo Hauser So., 02.02.2014 - 09:25

Kann mir jemand erklären, wieso Frau Platzer bis April warten will?
Was gibt es für einen Grund, drei Monate verstreichen zu lassen?

So., 02.02.2014 - 09:25 Permalink
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Paolo Roat So., 02.02.2014 - 10:34

Questa struttura ci costa circa 350 euro più IVA al GIORNO. Quindi spendiamo circa 36.000 euro per tenere "rinchiuso" un bambino in un posto dove non vuole stare... Perché non lo riportiamo subito a casa ?

So., 02.02.2014 - 10:34 Permalink
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Roland Albertini So., 02.02.2014 - 23:09

Per uno navigato come me: la classica presa per i fondelli!
Da 2 mesi oramai la domanda era stata presentata e solo ora si decide di sentire il minore? Eventualmente anche quei pseudoscienziati di psichiatri minorili e assistenti sociali?
Ma come? Se 10 giorni fa vi era già una riunione in merito per far avere al giudice minorile una relazione ampiamente informativa!!
Povera mamma! Ma per forza maggiore é obbligata a credere, sperare in un'evoluzione positiva dei fatti ....
Intanto altri tre mesi lontano dai genitori e schiavizzato da quei educatori e responsabili di quella struttura. E quando verrà sentito dal giudice avrá tanta di quella paura a dire quanto desidera lui, che dirá quello che a Forlì gli avranno detto di dire, a mo di lavaggio del cervello! O punito quando tornerà ....
Lavorano così dappertutto in quelle strutture: maltrattamenti psicologi di continuo, schiavizzazione del minore, piegarlo nel carattere per poi spezzarlo psicologicamente ....
Povera creatura come tutti quelli altri presso quelle strutture finalizzate solo ed esclusivamente a monetizzare il loro servizio, in maggior parte delle volte pessimo e spregievole!
Povera creatura; povera mamma, povera tutta famiglia!
E intanto il tempo passa ... e in aprile altra scusa per altro rinvio: dovranno trovare il posto in regione, sempre se lo porteranno a casa!
e altri mesi! alla fine la spuntano sempre loro: arroganti e prepotenti come sono, sempre stati e sempre saranno!
Amen

So., 02.02.2014 - 23:09 Permalink