Politik | Dal blog di Nadia Mazzardis

50 / 50 Se non è paritaria non è democrazia! #IOCISONO

Ci siamo fotografate con il cartello: 50 / 50 - SE NON È PARITARIA NON È DEMOCRAZIA!! #IOCISONO
Perché?
Hinweis: Dieser Artikel ist ein Beitrag der Community und spiegelt nicht notwendigerweise die Meinung der SALTO-Redaktion wider.

Perché?
Perché è iniziata la discussione in aula sulla nuova legge elettorale e noi vogliamo che siano introdotte norme che garantiscano una presenza paritaria di donne e uomini.
Nelle liste noi  chiediamo che vi sia l’alternanza di candidati 1 a 1, quindi un candidato uomo e poi una donna, oppure una candidata donna e poi un uomo, e avanti così, alternandosi, via via, in tutta la lista. Poi chiediamo che ci siano attenzione e regole, anche per quanto riguarda l’alternanza dei capilista, e che debbano essere il 50% donne e il 50% uomini.

Perché pensiamo che sia giusto?
Perché in un Paese che vogliamo sia veramente democratico le donne devono avere eguali possibilità di accedere alle istituzioni. Questo principio è affermato dall’art. 51 della Costituzione.

Perché serve una campagna?
Perché il testo base della nuova legge elettorale prevedeva l’alternanza di genere 2 a 2 e nessuna regola per i capilista. Il rischio è che con le prossime elezioni il numero delle donne in Parlamento invece di aumentare si riduca ancora.

FATTI UNA FOTO, DA SOLA/O O CON UN AMICO/A, PARENTE, CONOSCENTE, MOGLIE, MARITO, CON DAVANTI IL CARTELLO CHE TI ALLEGHIAMO, OPPURE CON PHOTOSHOP INCOLLA IL CARTELLO SU UNA FOTO CHE HAI GIA'.

SE SEI SU FACEBOOK USALA COME FOTO PROFILO E  POI MANDACELA ALL'INDIRIZZO MAIL:

[email protected] 

le raccoglieremo tutte in vista di una possibile pubblicazione sui siti dei quotidiani nazionali oltre che sul sito nazionale snoq  http://www.senonoraquando.eu/?p=14358

PER UNA DEMOCRAZIA PARITARIA, che garantisca parità di accesso alla politica a donne e uomini #mettiamocilafaccia

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gorgias Sa., 01.02.2014 - 23:55

Questo era un atto coraggioso per la liberta. Cosa volete voi è togliere una parte di questa liberta decidendo chi si possa candidare. Un partito deve avere la libertà di far candidare chi pensa che sia il più dottato. Una legge paritario vincolerebbe i partiti di non poter più decidere liberalmente chi far candidare. Questo è paternalismo contro chi si mette in gioco a far politica.
Questa azione non in verità non è un atto di emancipazione per le donne, ma una dichiarazione di bancarotta che le donne non sono capaci a imporsi come individuo

Sa., 01.02.2014 - 23:55 Permalink
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Harald Knoflach So., 02.02.2014 - 16:58

durch einen solchen proporz perpetuieren wir unterschiede und machen (angeborene) eigenschaften zum unterscheidungsmerkmal. demokratie basiert im wesentlichen jedoch auf der freien willensentscheidung. "se non è paritaria non é democrazia" ist daher schlichtweg falsch. es ist vielmehr das gegenteil der fall.
parteien sind interessensgemeinschaften, die diese "interessen" nach freiem willen gestalten und ausdrücken dürfen. die affinität zu einer partei hat nichts mit dem geschlecht sondern mit den von der partei vertretenen interessen (ideologie) zu tun. es ist legitim, eine partei der senioren zu gründen und festzulegen, dass kandidaten über 60 jahre alt sein müssen. freilich kann man auch eine frauen- oder eine männerpartei (gibt es bereits) gründen. es wäre absurd, wenn 25-jährige für die seniorenpartei oder männer für die frauenpartei kandidieren würden bzw. müssten.

So., 02.02.2014 - 16:58 Permalink
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David Gruber Mo., 03.02.2014 - 12:42

Antwort auf von Harald Knoflach

Bin damit nicht ganz einverstanden. Der Anspruch von politischen Parteien ist es, die Gesamtheit der Gesellschaft aktiv mitzugestalten. Deshalb müssen (oder sollten) sie diese Gesellschaft angemessen repräsentieren. Quoten sollten auf Grundlage der zu repräsentierenden Grundgesamtheit der Gesellschaft berechnet werden. Entscheidend ist deshalb, wie viele Frauen es in der Gesellschaft gibt (und das sind i.d.R. ~50%). Anders gesagt: Zehn Frauen im Landtag sind keine angemessene Repräsentation.

Mo., 03.02.2014 - 12:42 Permalink
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Nadia Mazzardis So., 02.02.2014 - 19:12

Le suffragette hanno combattuto per dare il diritto di voto alle donne. Le donne di oggi combattono per avere il diritto di essere votate. Il potere si tramanda. Si sa bene. E con una legge che "garantisce" la parità di genere in circoscrizioni piccole, con candidati 2 maschi e poi 2 femmine, si sa già, che le donne finiranno per ridursi al 20%.

Tra il resto ne parliamo in una provincia, che proprio grazie alle quote, etniche, ha dato la possibilità ad una parte della popolazione di arrivare alla governance. Senza la proporz nella nostra terra, i cittadini di lingua tedesca, pur rappresentando il 70% della popolazione, non sarebbero arrivati al governo della stessa.

Lo stesso è per le donne. Costituiamo il 51% della popolazione, ma siamo in politica per il 27% in questo parlamento, ma eravamo il 21% nel precedente.

Il potere si tramanda, per relazioni amicali, professionali di conoscenza. Ed è ovvio, naturale, socialmente rilevabile, che gli uomini tramandano il potere per lo più ad altri uomini.

Non è questione di togliere la libertà. Sempre dobbiamo ad assistere, quando si apre questo argomento all'inno alla libertà, di chi? Dei partiti, ergo degli uomini. Alla libertà delle donne di avere un progetto che vada al di là della famiglia, alla costruzione di una cultura di genere, al pensare ad una politica ed un'economia di servizio, che renda loro possibile non dover essere pressochè le uniche in famiglia ad occuparsi del lavoro di cura, no. Di questa libertà a nessuno sembra giusto occuparsene.

Anzi spesso si motiva dicendo "beh qualcuno se ne deve occupare" oppure "è naturale che sia la mamma che sta a casa con i bambini".

No non è naturale. Non è libertà di scelta. Se sono costretta, anche nella ns provincia a lasciare il lavoro se nasce un figlio.

E queste politiche sociali, perchè non si fanno? perchè si è costruita una società che va benissimo così. Va bene a tanti che noi si stia a casa a fare "il lavoro sporco" che la politica la si lasci agli uomini.

Ma gli uomini, che non hanno mai vissuto (nella maggioranza dei casi) il lavoro di cura approfondito, leggi per risolverlo non ne fanno.

Così come i politici che guadagnano troppo, leggi per migliorare l'economia e ridursi gli stipendi, faticano a farle.

So., 02.02.2014 - 19:12 Permalink
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Profil für Benutzer Mensch Ärgerdichnicht
Mensch Ärgerdi… So., 02.02.2014 - 21:30

Antwort auf von Nadia Mazzardis

"Senza la proporz nella nostra terra, i cittadini di lingua tedesca, pur rappresentando il 70% della popolazione, non sarebbero arrivati al governo della stessa"
Potrebbe speigarmi questa frase? Vuole dire che senza la proporzianale i tedeschi non sarebbero in grado di eleggere una maggioranza etnica in giunta?

So., 02.02.2014 - 21:30 Permalink
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Harald Knoflach Mo., 03.02.2014 - 07:41

Antwort auf von Nadia Mazzardis

du gibst angeborenen bzw. unveränderlichen merkmalen mehr wichtigkeit als anderen. du stellst diese merkmale über die freie willensentscheidung. das ist antidemokratisch. das ist genau das gegenteil, was demokratie auszeichnet. monarchie und nationalismus basieren auf der erhebung unveränderlicher bzw. angeborener merkmale.
was du vorschlägst ist symptombekämpfung für ein problem, das seine ursache ganz woanders hat. du folgst der logik des proporzes, der eine gute antwort auf ein schlechtes system ist. es wäre jedoch besser, das schlechte system zu verändern, anstatt die antwort darauf zu verbessern.
auch jugendliche sind in der politik unterrepräsentiert. und normale arbeiter/-innen und angestellte auch. wie's mit linkshänder aussieht, weiß ich nicht. juristen sind überrepräsentiert. wollen wir jetzt alles proportionieren? nur noch so viele juristen, nur noch so viele männer, nur noch so viele rechtshänder? dann können wir uns das wählen sparen. und was passiert, wenn auf einmal eine menge deutschsprachiger frauen einen italienischsprachigen kandidaten wählen, weil sie ihn für den besten halten? darf der dann evtl. nicht gewählt werden, weil er mann und italienischer muttersprache ist?

Mo., 03.02.2014 - 07:41 Permalink
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David Gruber Mo., 03.02.2014 - 12:48

Antwort auf von Nadia Mazzardis

@Harald:
Zum Thema "Linkshänder" (oder andere ähnliche Kategorien, z.B. Brillenträger, etc. die immer wieder im Zusammenhang mit einer Quote erwähnt werden): Diese Kategorie an Menschen ist zwar unterrepräsentiert, sind aber keine, die in gesellschaftlichen Strukturen und Prozessen als Gruppe wahrgenommen werden und auf Grund ihres Merkmals bevorzugt oder benachteiligt werden.

Selbst wenn Frauen nicht die einzige Gruppe an Menschen darstellen, die unterrepräsentiert sind, so folgt daraus nicht automatisch, dass es keine (Diskussion über eine) Frauenquote geben sollte. Was daraus folgen sollte ist eine Diskussion über eine Quotenregelung dieser anderen unterrepräsentierten Gruppen. Wie bereits im anderen Kommentar erwähnt über die Ermittlung des Anteils dieser Gruppe in der Bevölkerung anhand dessen man eine entsprechende Quote einführen könnte.

Mo., 03.02.2014 - 12:48 Permalink
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Harald Knoflach Mo., 03.02.2014 - 14:56

Antwort auf von Nadia Mazzardis

und warum werden geschlechtliche, "hautfarbliche" usw. merkmale bzw. unterschiede stärker wahrgenommen? genau das wollte ich doch mit meinem beispiel andeuten. dass eben diese unterscheidung nach angeborenen merkmalen das grundproblem ist, welches ich nicht durch eine neuerliche betonung dieses unterschiedes lösen kann.

Mo., 03.02.2014 - 14:56 Permalink
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gorgias Mo., 03.02.2014 - 00:13

Dubito con grandissima sincerità che questa che azione sarebbe nello spirito delle suffragette. Adesso che le donne hanno gli stessi diritti dipende da loro a mettersi in gioco nell'ambito politico e di adoperarsi per la causa politica.
E il diritto di essere votati lo è già stato dato alle donne. Non capisco come mai non è capace di argomentare in modo conciso e di esternalizzare certe castronerie.
Lei si lamenta che le donne vengono ridotte alla tematica della famiglia, però almeno da Lei fino ad adesso ho sentito quasi solamente parlare di tematiche come famiglia e pari opportunità. Per Lei la quota è un valore a se stesso, ma in verità è quasi l'unico progetto politico di cui parla. Delle povere donne che non riescono a entrare sulla scena politica, perché non sono in grado di emanciparsi di un certo ruolo sociale imposta da chi. E queste donne nello stesso tempo dovrebbero avere le facoltà a consistere nel modo politico? Donne che si sentono costrette a stare a casa quando nasce un figlio invece di far star a casa il marito o essere basta in gamba a trovare qualche soluzione? Bé io conosco almeno due casi dalla nostra provincia che ce la fanno: l'onorevole Renate Gebhard e la consigliera comunale Reinhild Campidell. È un po' un ironia che proprio le donne dei partiti conservativi non appaiono di essere ostacolate dal ruolo di madre di assumere e mantenere anche un ruolo poltico.

Mo., 03.02.2014 - 00:13 Permalink
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Nadia Mazzardis Mo., 03.02.2014 - 16:44

Non è questione di lobby di genere, ma di dire che ora, la parità deve essere garantita.

Abbiamo il voto dal 1945, ma non siamo state mai candidate spesso, nè tanto meno elette. L'articolo 51 della Costituzione recita "Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini." Questo chiediamo noi donne, di promuovere provvedimenti che garantiscano pari opportunità.

Non sarà democrazia se alle donne non sarà garantita la possibilità di candidare e di essere elette. Costruendo una cultura diversa.

Per quanto riguarda la proporz non intendevo dire che i cittadini tedeschi non avrebbero eletto una maggioranza, ma che non sarebbero entrati nell'amministrazione pubblica, nella governance della provincia che non è solo quella politica, se non ci fosse stata la proporz.

E' stato un atto dovuto e risarcitorio, per la mancanza subita. Anche le donne ritengono di meritare un atto risarcitorio ora, per la mancanza subita.

Siamo il 51% della popolazione e non siamo rappresentate al 51%, non ci sentiamo rappresentate. Meno che mai da quegli uomini che nel rapportarsi con le donne, sul piano politico, la buttano sempre sul piano sessuale, come è accaduto in questi giorni nel Parlamento italiano.

Mo., 03.02.2014 - 16:44 Permalink
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Mensch Ärgerdi… Mo., 03.02.2014 - 17:24

Antwort auf von Nadia Mazzardis

Comunque io da uomo alle ultime elezioni provinciali ho votato un partito capeggiato da una donna ed ho pure dato una delle mie quattro preferenze ad una donna (non la capolista). Secondo Lei sarei dovuto essere stato obbligato a votarne due? Per me l'età, la provenienza e l'impiego sono stati i criteri secondo i quali ho scelto i miei candidati, sono sessista perchè non ho dato importanza al genere? E se fosse stato così, non mi sarei contradetto votando una lista con a capo una donna?

Mo., 03.02.2014 - 17:24 Permalink
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Nadia Mazzardis Mo., 03.02.2014 - 17:36

Io penso che ognuno debba votare chi vuole, ma prima deve essere garantito un accesso paritario alle liste, questo significa liste al 50 e 50 che rappresentino la popolazione, poi con la preferenza si vota chi si vuole. Se la preferenza ce la toglieranno, ci toccherà votare chi ha deciso il partito!

Mo., 03.02.2014 - 17:36 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Mo., 03.02.2014 - 17:54

Antwort auf von Nadia Mazzardis

Also, wenn ich Sie richtig verstehe, möchten Sie mit dieser 1 zu 1-Liste etwas erzwingen, was sich nicht erzwingen lässt!
Wieso kämpfen Sie nicht für die Vorzugsstimmen, denn dann kann ich wirklich "votare chi voglio"! Alles andere, ob für Frauen, Jugendliche, Senioren, oder Linkshänder ist total egal.
Und glauben Sie mir, wenn man die Wahl hat, zu wählen, dann wählt man viel besonnener, viel fokussierter, viel überzeugter, und das braucht es in diesem Land, keine Quote.
Es ist natürlich schlimm, wie sich einige Parlamentarier in Moment verhalten, aber glauben SIe wirklich, Sie ändern diese Männer, indem Sie ihnen 50% Frauen gegenübersetzen?

Mo., 03.02.2014 - 17:54 Permalink
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gorgias Di., 04.02.2014 - 01:25

Mi dispiace vedere con quale ottusità si cerca di distorcere il concetto di democrazia a fine di uno scopo per cui la sostenitrice non è nemmeno interssata ad andare in fondo. Mancare di chiedersi come mai cosi poche donne vanno in politica e come mai cosi poche donne votanto donne.
Però adesso al punto che vorrei biasimare.:Dire che un partito non è democratico o non gioca secondo regole democratiche se non cerca di rappresentare in proporzione alla popolazione è un affermazione moto pretenziosa:
Prima di tutto esistono fondamentalmente due tipi di parti: Partiti popolari (Volksparteien) e partiti d'interesse (Interessensparteien). Un partito popolare cercha di accogliere più gruppi o strati sociali possibili i quali vuole rappresentare, mentre i gruppi d'interesse cercano di rappresentare una frazione di idee e non hanno la pretesa di rappresentare tutta la popolazione.
Ma dove è il vero problema se un partito non rappresenta in modo proporzionale la popolazione? Il nome partito proviene dal etimologicamente da "parte" e in un sistema politico con più partiti non è grave se un partito è parziale, in quanto si devono considerare i partiti insieme.
Per chi addesso vuole ricordare che donne sono anche in un aspetto genereale sottorappresentate vorrei far notare, che nel nostro sistema politico donne non sono discriminate da principio, se si adoperano delle regole democratiche e danno il loro voto più spesso e con più attenzione (donne usufruiscono di meno del diritto al voto dei uomini) e se donne partecipano più attivamente in politica si può cambiare anche la situazone, c'è anche la libertà di fondare un partito per sostenere gli interessi delle donne. Se poi in questo partito ci fosse 85% di donne non avrei alcun problema e mi metterei contro a chi volesse inserire una quota.

Di., 04.02.2014 - 01:25 Permalink